Due lavori manuali, entrambi perlopiù tipicamente femminili. Con il primo, le donne dell'isola di Burano, mogli di pescatori, mantenevano le famiglie nei tempi di magra. Oggi rischia di scomparire: troppo delicato, bisognoso di tempo, e dimenticato dalla moda, il prodotto finale. Il secondo, invece, da hobby datato si è inventato una nuova giovinezza e oggi, grazie a tre donne venete, scala la più innovativa delle forme di finanziamento: il crowfunding.
LA CAMPAGNA DELLA MAGLIA – Il social è tutto made in Veneto; di più, in Bassano del Grappa, dove quattro anni fa tutto è partito da un blog. Oggi la community conta 1.800 iscritti, e da passione per le fondatrici sta diventando un vero e proprio lavoro. Del resto Maria Cristina Pizzato ha esperienza di marketing, Alessandra Perdonello sa gestire la parte commerciale, Lucia Salvemini e il programmatore Alberto Grosso Nicolin hanno fatto il resto. Tre donne over 45, vale a dire che la loro Srl tutta nuova non può godere degli incentivi per l'imprenditoria giovanile.
Tutto è nato da un blog, "pensieri fatti a mano", che tre anni fa ha iniziato a raccontare la passione per il lavoro a maglia. Da lì è partito lo yarn bombing: come i writers lasciano la propria firma sui muri, una nuova generazione di artisti – meno dannosi, dicono, per i monumenti – hanno iniziato a lasciare tracce di maglieria artigianale nelle città, a coprire muri, statue, perfino autobus. Il progetto è diventato una knitcommunity: una comunità online di appassionati del lavoro a maglia nelle varie specialità, che ha iniziato a richiamare l'attenzione di stilisti e aziende. Dal virtuale al reale il passo è stato breve: oggi si contano già oltre 25 crowdknit cafè, da Bassano a Thiene, da Schio a Vicenza, ma con presidi anche a Piacenza, Milano, Caserta e Gaeta. Luoghi (spesso appoggiati a locali pubblici) dove ritrovarsi a sferruzzare e, ovviamente, socializzare. La mappa è qui: www.crowdknitting.com/it-it/mappackcafe
Ora la sfida è creare una rete reale, che partendo dal web e dai suoi benefici possa agire nella realtà.
La raccolta fondi è partita qui:
http://www.indiegogo.com/projects/crowdknitting-community
lo scorso 20 febbraio.
Ora il sito, frequentatissimo, mette a disposizione tutorial per chi impara e vuole sfruttare tutte le potenzialità dell'e-commerce. Ad esempio, aziende di filati mettono a disposizione i propri materiali e le creative elaborano modelli, da sottoporre poi alla comunità. Un passo – anzi, un punto – alla volta.
Il Re Sole in persona aveva commissionato alle pute (ragazze) veneziane i decori per la sua incoronazione. Oggi sull'isola lavora ancora qualche decina di donne. Il merletto è il classico bene intangibile; si impara solo con la pratica, non esiste alcun libro capace di spiegarlo. Costa moltissimo in termini di tempo e disciplina, nell'era in cui nemmeno un fazzoletto di stoffa ha un futuro. Per questo il museo del merletto lancia un concorso nazionale, il primo dedicato al merletto ad ago e a fuselli, per tenere alta la memoria di una gloriosa tradizione: dedicato al tema della pace, in due sottosezioni – stile antico e moderno, quest'ultimo aperto a filati colorati e di materiali diversi – consegna entro il 10 marzo (info: www.museomerletto.visitmuve.it, museo.merletto@fmcvenezia.it)
E c'è anche un corso: dall'11 marzo al 27 maggio, a cura della maestra merlettaia Maria Cristina Brunello, dieci lezioni che si tengono il martedì pomeriggio, dalle 15.30 alle 17.30.
il punto "rosa":
il museo:
merlettaie al lavoro:
moda d'altri tempi: