Oltre mille download, e 700 richieste al mese. La app per chiamare il taxi, in Veneto, c’è dal 2012, “ma per un difetto di comunicazione nostro è ancora poco conosciuta”. Unire mestieri tradizionali e tecnologia cambia le prospettive: gestire una chiamata tradizionale, che dal telefono di casa arriva a un operatore in carne e ossa, richiede una media di 35-40 secondi. Usando la app, ne bastano nove. Il caso taxi è uno degli esempi di artigianato che si fa digitale, nella quarta convention regionale delle categorie di Confartigianato che si è tenuta a Mogliano Veneto. Taxi, ma anche tortellini, scarpe su misura e parecchi robot.
La appTaxi si scarica dagli store. Il download è gratuito: quando ci si collega, la funzione di geolocalizzazione rileva la posizione del cliente, e gli chiede se vuole essere raggiunto da un taxi lì, oppure a un altro indirizzo. Le altre selezioni possibili vengono a seguire: auto da sei posti? Trasporto animali? Auto bassa per persone anziane o attrezzata per disabilità? Pagamento con carta di credito?
«Il Veneto è la prima realtà dotata di app regionale, direi l’unica in Europa così strutturata – spiega Alessandro Nordio, presidente della categoria (700 taxi nelle sette province, 200 associati a Confartigianato – Abbiamo registrato il marchio nei 27 Paesi, e ora puntiamo a esportare il nostro modello creando partnership nel resto di Italia, come è già avvenuto con Siena, Pisa, Cagliari, Arezzo, Roma».
E il caso Milano? «Lì hanno quattro app, si crea una grande complicazione mentre l’obiettivo deve essere semplificare la vita e il lavoro a noi e agli utenti. Noi abbiamo lanciato la app nel 2012, per i clienti più evoluti, insieme al servizio sms, che raggiunge ad esempio i sordomuti o chi usa il cellulare con meno scioltezza». Le proteste contro Uber, la società di noleggio con conducente tramite app per smartphone, hanno spaccato proprio Milano: «Quella soluzione nasce nei Paesi dove non esiste il radiotaxi, come nei film dove la macchina si chiama sventolando la mano dal marciapiedi. E ora, con i mezzi e la potenza di una multinazionale, arriva anche qui, dove però un servizio radio c’è e funziona. È una sfida, e noi la raccogliamo: per vincerla però occorrerà essere uniti, non badare ognuno al proprio orticello», conclude Nordio.
In Veneto i dati dicono che sono già 4.500 gli #artigianidigitali: sarti, falegnami e persino coloro che operano nel campo del benessere e della bellezza della persona, tutti possono trovare nel digitale un supporto alla propria attività, anche soltanto per promuovere la propria produzione o i servizi sul web mantenendo un contatto diretto con il mondo intero e con la clientela.
Un altro esempio? La rete dei Calzolai 2.0, fatta di otto artigiani calzolai, armati di uno strumento altamente innovativo: il foot-scanner. La tecnologia permette e sempre più permetterà di portare le botteghe artigiane, la loro conoscenza, le creazioni, nel mondo in modo virtuale: basta posizionare un foot scanner in qualsiasi corner o negozio del globo, fare la scansione del piede del potenziale cliente e illustrargli la gamma di modelli e colori a sua disposizione. L’ordine viaggia via internet e raggiunge gli artigiani, che a quel punto sono in grado di realizzare una vera “scarpa su misura a distanza”.