Giovanni, 26 anni, una laurea in Agraria, e Matteo, 29, diploma di Biochimica. Nel giorno in cui è stato presentato Job in country – il portale della Coldiretti che mette in comunicazione chi cerca lavoro in agricoltura con chi lo offre – erano in prima fila. Sono due dei giovani che hanno frequentato il corso di 500 ore in “Attrazione rurale”: otto allievi scelti fra disoccupati, immigrati, quasi pensionati e, appunti, giovani freschi di studi, divenuti a tutti gli effetti “orticoltori biologici”.
Poi hanno iniziato lo stage, lungo 400 ore: il corso teorico era finito in pieno inverno, «così ho contattato le aziende del radicchio – spiega Matteo Sottana – definito proprio il fiore dell’inverno. Ora che cerco un lavoro credo che questo sia un mondo ancora molto chiuso in se stesso, per questo mi presento, porto di persona il curriculum, cerco un contatto».
Eppure di spazio per i giovani ce n’è: «Io ho iniziato a collaborare con una azienda del Friuli Venezia Giulia che alleva capre, e poi trasforma il latte. Esattamente quello che vorrei fare un domani – sice Giovanni Bardini –. Sono stato accolto con gentilezza dalla titolare, e si è creato un scambio: io imparo dall’esperienza, ma porto le novità dei miei studi, le ultime tecniche di stagionatura che ho imparato, le novità sulla gestione dell’allevamento, anche un po’ di tecnologia».
Perché cercare un lavoro in agricoltura? «Perché più di uno stipendio è uno stile di vita, quello che ho scelto», dice Matteo (a sinistra nel selfie, Giovanni al centro e l’amico Alessadro Giacomini). «Dare da mangiare alle persone: questa è la gratificazione. Nell’anno che precede l’Expo, è anche un tema cruciale».
«La mia soddisfazione – aggiunge Giovanni – è andare nei mercati e vedere le persone che scelgono il prodotto che ho fatto io. Il tipo di vita, il rapporto che si crea con gli animali, sono difficili da spiegare a chi non lo prova. Posso immaginare come sarebbe se un giorno lavorassi in una azienda tutta mia».
Per cercare un lavoro in agricoltura basta andare sul sito internet (https://lavoro.coldiretti.it) e registrarsi. I percorsi sono due, per le imprese e per i singoli: questi ultimi possono inserire anche eventuali esperienze di lavoro o aspirazioni. Conoscere una lingua straniera o avere frequentato un corso di cucina, ad esempio, può non servire per la vendemmia o la raccolta delle fragole, ma in un agriturismo può fare la differenza.
Ci sono anche le app per seguire via cellulare la propria posizione: l’intero strumento è stato studiato a misura di giovani che al computer preferiscono lo smartphone: dalla pagina Facebook (https://www.facebook.com/JobinCountry) a Twitter.
Le storie di chi è riuscito a crearsi un lavoro in agricoltura non mancano. Domani a Padova, all’evento “Gamma Donna” (Centro culturale San Gaetano dalle 9.30 alle 17) si parlerà, anche, «della bellezza dell’impresa femminile agricola» spiega Franca Castellani presidente di Donne Impresa Coldiretti. Ci saranno Sara e Anna, allevatrici di Cortina d’Ampezzo, e Claudia e Margherita della “Fattoria a quattro zampe” di Due Carrare, Padova. «Esperienze che parlano da sole dando un messaggio di incoraggiamento a tutti coloro i quali vogliono investire in un progetto imprenditoriale alternativo, magari più difficile, ma sicuramente creativo al pari di quelli provenienti da altri settori».
La fatica di Sara Zardini nella perla delle Dolomiti è nota alle Regole d’Ampezzo, cioè quell’associazione storica locale che ha investito direttamente sulla sua voglia di fare impresa controcorrente, in un settore, il primario, che continua ad attrarre giovani come lei. Sara ogni giorno munge in stalla e consegna il latte a km zero porta a porta nei negozi di alimentari del centro città e alle famiglie bellunesi, in attesa di avere il suo spaccio aziendale. Dopo una vita passata a fare di tutto – dal fabbro all’autista di gatto delle nevi – ha realizzato il sogno che coltivava sin da piccola: ora con la sua “socia” Anna Finotto, che si è trasferita lassù da San Donà (Venezia), continua ad alimentarlo.
A valle altre due ragazze hanno scommesso sull’agricoltura: sono Claudia Giuliani e Margherita Ragazzi, che nel padovano da un paio d’anni lavorano per le scuole e le cooperative sociali guidando un’azienda agricola aperta ai servizi per la comunità. Entrambe operatrici per l’infanzia, specializzate in zooantropologia didattica con la passione per gli animali, coinvolgono volontari nel lavoro benefico dei campi ospitando in fattoria scolaresche e gruppi di ragazzi diversamente abili per attività di pet-therapy. Un amore sconfinato per tutte le bestiole tradotto pure in attività di pensione per cani, gatti svolto durante tutto l’anno. In tutte e due i casi la scelta è stata condivisa da un’altra donna. «Ci vuole cuore e determinazione – conclude Franca Castellani – perché c’è qualcosa in più nelle storie di successo di campagna: un valore aggiunto che esalta l’armonia con l’ambiente, il rispetto della natura e la tutela della salute, premiate ogni giorno dalla fiducia della gente».