Due ventottenni friulani – lui ingegnere, lei farmacista – e un’idea: creare un servizio che permetta di avvisare in tempo reale delle possibili reazioni causate dai farmaci che si stanno acquistando. Il progetto è diventato un’azienda, la Medistart Srl, ha trovato il sostegno del fondo Seed Money-FESR trentino e ha piantato radici a Rovereto, nel Polo Tecnologico di via Zeni, dove potrà crescere nell’incubatore d’impresa (con l’accompagnamento e il supporto di Trentino Sviluppo).
Riccardo Petelin, ingegnere di Trieste, e Silvia Ussai, farmacista di Gorizia – arrivano a Rovereto dopo aver vinto il bando Seed Money-FESR nella categoria “Innovazione sociale”: vanno spediti verso la creazione della prima “smart city” in sanità, attraverso il coinvolgimento delle farmacie locali.
I due giovani imprenditori hanno messo a punti il sistema TerapiaSicura: una sorta di “super-ambulatorio virtuale” in grado di controllare l’efficacia dei medicinali ed eventuali effetti tossici dati, ad esempio, dall’uso contemporaneo con altri. Il farmaco giusto, al momento giusto, e al paziente giusto.
«Molti farmaci che vengono somministrati hanno degli effetti non sempre prevedibili, soprattutto in termini di interazione con altri principi attivi», spiega Silvia Ussai, che si è occupata della parte scientifica del progetto. «Nonostante gli sviluppi della medicina, le reazioni avverse ai farmaci costituiscono oggi la quarta causa di morte nei Paesi occidentali. Se pensiamo poi al campo oncologico, i rischi sono amplificati sia dalla condizione fisica del paziente, sia dalla scarsa conoscibilità in merito a questa particolare categoria di medicinali».
TerapiaSicura nasce da oltre cinque anni di ricerca in collaborazione con i principali Centri di Ricerca Internazionali sul farmaco, tra cui il “Mario Negri” di Milano e lo Sbarro Health Research Organization di Philadelphia (USA). Nel 2012 l’avvio a Gorizia del progetto pilota che coinvolge l’ospedale cittadino e le farmacie della città. Ad oggi sono già stati superati i 3mila pazienti che, in tutta Italia, hanno attivato il servizio e sono state gestite con successo oltre 70mila situazioni di rischio potenziale.
Sfruttando le potenzialità di un sistema informatico avanzato – supportato da Telecom Italia tramite la piattaforma Cloud “Nuvola Italiana” e Microsoft Italia con “Windows Azure” – i medicinali vengono catalogati in una grande banca dati. Tutte queste informazioni vengono elaborate in funzione delle caratteristiche del paziente.
L’utente che vuole aderire al servizio di monitoraggio può iscriversi (l’abbonamento costa 3 euro al mese) aprendo un profilo connesso al proprio codice fiscale. Al momento dell’acquisto in farmacia, con il tesserino sanitario, o dal medico curante, il sistema invia una segnalazione in caso di possibile contrasto con altre terapie già in essere.
«Il nostro servizio non intende sostituirsi alla terapia consigliata dal medico, né tantomeno incentivare l’automedicazione», sottolinea Riccardo Petelin. «È invece un valido supporto che valorizza l’efficacia del farmaco, uno strumento utile al medico per seguire al meglio i pazienti critici».
Allo stesso modo sono indicati al paziente gli alimenti che potrebbero interferire con la cura. «Può riguardare un’ampia fetta della popolazione: dagli anziani che sono soggetti a più cure alle donne in gravidanza. Ne traggono beneficio anche gli sportivi che fanno uso di integratori o chi utilizza rimedi fitoterapici, omeopatici, integratori o infusi di erbe, senza verificarne il dosaggio e le possibili interazioni», conclude Silvia.