La puzza misteriosa e il corteo degli 800 in difesa della Sole (e degli investimenti a rischio)

Alla Sole di Oderzo, provincia di Treviso, si sta discutendo il nuovo integrativo aziendale. La trattativa si svolge su straordinari e turni del sabato, perché la crisi qui non è arrivata: il lavoro non manca, e ci sono 20 nuove assunzioni – a tempo indeterminato – programmate per febbraio. Il problema è un altro, e secondo i testimoni ha un odore caratteristico, come quello della “pipì di gatto”. Da dove viene?

Il corteo della Sole, 24 gennaio

Il corteo della Sole, 24 gennaio

Ormai da qualche anno – per la precisione agosto 2012 – il fenomeno si ripete: non quotidianamente, sette o otto volte all’anno. Un comitato di cittadini ha lanciato su Facebook la campagna “Oderzo che puzza”, e sono scattate le denunce alla Procura della Repubblica contro la proprietà. Ora il sindacato e i lavoratori non nascondono la preoccupazione per il futuro, che riguarda da vicino circa 1.500 persone. Nei giorni scorsi sono stati svolti volantinaggi per informare la popolazione: “Il problema è che si è puntato il dito solo sulla Sole”  spiega Antonio Bianchin della Cisl, che ha guidato una delegazione di 800 persone direttamente fino nell’ufficio del sindaco Dalla Libera. Più numerosi dei dipendenti diretti, che sono 670 (ma con l’indotto si arriva ad altri 800), e a loro si sono uniti familiari e amici. Il gruppo alla quale appartiene la Sole conta 1.500 addetti, e numerosi stabilimenti: qui si produce per aziende dell’automotive come Fiat, Audi, Peugeot. Pezzi serigrafati e stampati in plastica, ad esempio paraurti.

La manifestazione Sole Oderzo

La manifestazione Sole Oderzo

Lo stabilimento è in pieno centro, a 300 metri dalla piazza principale: la fabbrica è nata nel 1964, negli anni Ottanta è stata acquisita dalla Electrolux, poi è divenuta Plastal, infine, dal 2010, è del Gruppo Prima. “Una realtà che è sempre stata leader: qui lavoriamo su tre turni, otto per tre. Una azienda moderna, con certificazioni di qualità e che segue regole più stringenti delle normative in vigore. Eppure si è puntato il dito solo qui, senza cercare altre spiegazioni, e ora il rischio è alto”.

Non nell’immediato, dato che il lavoro non manca, “ma l’innovazione è centrale in questo settore – sottolinea Bianchin – Ogni tre, quattro anni i pezzi vengono rivisitati, un restyling che richiede investimenti in design, stampi, tecnologia. Tutto a rischio per l’accanimento che registriamo. Ma se l’odore venisse da qui, dovrebbe esserci sempre, non solo ogni tanto. E dovrebbe essere più forte all’interno dello stabilimento, cosa che non è mai accaduto. Non ci sono stati malesseri, emicranie, malesseri, nulla”. Soprattutto, a scagionare la Sole ci sono i dati: indagini, carotaggi e rilievi che non hanno portato a nulla, con analisi commissionate sia all’Arpav, l’agenzia regionale per l’ambiente, sia a una ditta privata di Vicenza, la Echochem: esito negativo, nessun rischio per la salute e per l’ambiente, e nessun legame con l’azienda per emissioni che restano misteriose.

Quando si è passati alle vie legali, all’azienda è stato proposto di pagare una multa di 18mila euro; “Hanno rifiutato – spiega il sindacato – chi pagherebbe per una colpa che non ritiene di avere? Ma ora i vertici della società sono sotto indagine, e hanno fatto capire chiaramente che non è questa la situazione in cui pensare a crescere. Oltretutto avendo altri siti, alcuni perfino più vicini ai mercati di sbocco. Una situazione paradossale, e praticamente nell’unica azienda – in una provincia dove la crisi ha colpito duro –  dove il lavoro non manca”.

 

 

 

  • Franco e Ciccio |

    Non è corretto dire che l’unica colpevole è la Sole, non è corretto nemmeno l’anno, non iniziato tutto, non 2012, ma 2005, quindi 10 anni fa. C’era un’altra proprietà, certo, ma gli odori sono sempre gli stessi.Non mi permetto di giuducare, ma una grande azienda all’avanguardia che da da lavorare a 700 famiglie ha una grossa responsabilità etica verso i stakeholder. Un buon Management di livello si distingue anche e sopratutto da come affronta i problemi, ad esempio si poteva e si può far valere la propria leadership Aziendale e coinvolgere le altre realtà produttive del territorio per cercare una possibile soluzione definitiva e positiva, per l’azienda, i lavoratori, e liberare i Cittadini e Amministrazione Comunale da un problema non loro. Si è preferito lo scontro, forse nelle segrete stanze qualche CDA ha già deciso da tempo e l’episodio di oggi altro non è che un teatrino. Ai posteri l’ardua sentenza.

  • Franco e Ciccio |

    Non è corretto dire che l’unica colpevole è la Sole, non è corretto nemmeno l’anno, non iniziato tutto, non 2012, ma 2005, quindi 10 anni fa. C’era un’altra proprietà, certo, ma gli odori sono sempre gli stessi.Non mi permetto di giuducare, ma una grande azienda all’avanguardia che da da lavorare a 700 famiglie ha una grossa responsabilità etica verso i stakeholder. Un buon Management di livello si distingue anche e sopratutto da come affronta i problemi, ad esempio si poteva e si può far valere la propria leadership Aziendale e coinvolgere le altre realtà produttive del territorio per cercare una possibile soluzione definitiva e positiva, per l’azienda, i lavoratori, e liberare i Cittadini e Amministrazione Comunale da un problema non loro. Si è preferito lo scontro, forse nelle segrete stanze qualche CDA ha già deciso da tempo e l’episodio di oggi altro non è che un teatrino. Ai posteri l’ardua sentenza.

  • OderzoChePuzza |

    In realtà il problema è molto più frequente delle 7-8 volte riportate dall’articolo, in alcuni mesi ci sono picchi anche di 4 volte alla settimana. La denuncia alla Procura è stata fatta non dal Comitato (nato nel 2013), ma da un gruppo di cittadini di Via Verdi (tutti terroristi ambientalisti?!). La denuncia è stata indirizzata ad una ditta specifica, sono state però le analisi di ARPAV e Regione (effettuate per il dibattimento partito nel 2009, altro dato impreciso dell’articolo) ad individuare le probabili fonti e su queste il giudice ha corrisposta una multa. Il ricorso è chiaramente dovuto se la ditta in questione non si sente responsabile, ma per lo stesso motivo non dovrà temere nulla se risulterà tutto in regola. Chi di dovere dovrà cercare altrove la fonte di questi miasmi e risolvere il problema. Ricordiamo che la puzza anche se non tossica è una grave molestia.

  • OderzoChePuzza |

    In realtà il problema è molto più frequente delle 7-8 volte riportate dall’articolo, in alcuni mesi ci sono picchi anche di 4 volte alla settimana. La denuncia alla Procura è stata fatta non dal Comitato (nato nel 2013), ma da un gruppo di cittadini di Via Verdi (tutti terroristi ambientalisti?!). La denuncia è stata indirizzata ad una ditta specifica, sono state però le analisi di ARPAV e Regione (effettuate per il dibattimento partito nel 2009, altro dato impreciso dell’articolo) ad individuare le probabili fonti e su queste il giudice ha corrisposta una multa. Il ricorso è chiaramente dovuto se la ditta in questione non si sente responsabile, ma per lo stesso motivo non dovrà temere nulla se risulterà tutto in regola. Chi di dovere dovrà cercare altrove la fonte di questi miasmi e risolvere il problema. Ricordiamo che la puzza anche se non tossica è una grave molestia.

  • vincenzo |

    E’ la solita storia italiana. Per una “puzza” che si presenta 7-8 volte all’anno si sa già chi è il colpevole.
    Si proseguirà con la magistratura che affronterà con notevole coraggio il criminale principale : chi produce.
    Quello che manca, ma è in itinere,è la guerra definitiva, la chiusura e le definitiva condanna dei vertici aziendali.
    Film già visto in tante parti d’Italia.
    Seguiranno richieste di risarcimento e cassa integrazione a vita.
    Anche in questo modo si è ammazzato il 25% del manifatturiero in Italia negli ultimi anni. Auguri e sopratutto ricordarsi che la Verità la posseggono solo gli ambientalisti. E quanto più sono radicali tanto più conoscono la Verità in tutte le sfaccettature : economica , ambientale , giudiziaria , politica industriale. etc. etc.

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