Solo i limiti di spazio – la sede era il museo civico di Bassano, uno dei più antichi del Veneto – hanno ristretto a 70 i partecipanti al primo 100100 Challenge: fra le opere d’arte di Canova e Jacopo Da Ponte, per due giorni, artigiani, studenti e makers si sono sfidati un una maratona (hackathon) per cercare soluzioni legate all’”internet delle cose”, cioè il modo di collegare oggetti di uso quotidiano al web, considerata una delle sei tecnologie che avranno da qui al 2025 l’impatto più forte sui cittadini e le imprese.
C’è chi ha ritagliato la tovaglia del catering per cucire dei guanti attrezzati per guidare a distanza l’aspirapolvere, e chi ha immaginato una guida auomatica verso il parcheggio libero più economico.
A prevalere è stato uno stendino per il bucato attrezzato con scheda Arduino: uno stenduino, che grazie al sensore meteo sente se inizia a piovere e si protegge sotto a una tettoia fotovoltaica, e calcolando il passaggio della corrente elettrica nell’acqua capisce quando i panni sono asciutti. È questo il progetto vincente, ed è l’idea di quattro studenti dell’ITI Marzotto di Valdagno, Vicenza.
La maratona tecnologica – 24 ore non stop – è stata organizzata dal Gruppo 100100 (i numeri sono la rappresentazione binaria del codice di avviamento postale della provincia, ovvero il 36100) di Confartigianato Vicenza in collaborazione con le Officine Arduino, da venerdì 23 gennaio alle 9 fino a sabato 24 gennaio.
I 70 partecipanti – ma gli iscritti erano il doppio, anche da altre regioni come Toscana e Lombardia, perfino una domanda dalla Grecia – sono stati divisi in 13 gruppi che hanno lavorato sui tre ambiti previsti dalla competizione (smart city, cioè mobilità e città sostenibili; smart home, sistemi domotici e dialogo con gli elettrodomestici; e wearable, cioè tessuti e indumenti hi tech che possono dare informazioni utili su chi li indossa).
Fra i premiati, c’è chi (la squadra AUG, Ardiuno user group) ha pensato a “Musense”, un dispositivo che interagisce con il visitatore museale monitorandone le reazioni emotive per migliorare la fruibilità degli spazi e delle opere, mentre nel campo dei dispositivi indossabili, sul tema lanciato dalla Dainese, la squadra 0x2a dell’Itis di Valdagno ha progettato una blackbox, cioè una scatola nera riferita alla persona e non al mezzo, per le chiamate di emergenza in caso di incidente motociclistico (e non solo): la particolarità è l’utilizzo di un sensore di estensione per il controllo dell’espansione della cassa toracica e quindi delle funzioni respiratorie.
La TinkerTeam – la squadra dello Stenduino, che ha vinto il primo premio assoluto (una stampante Strato3D offerta da Bluetek Srl) – era composta da studenti della quarta e quinta del “Marzotto”: Nicola Dal Maso (5^D1 – Informatica), Mattia Fioraso (5^D1 – Informatica), Stefan Mirkovic (5^E1 – Elettronica) e Alessandro Rizzo Alessandro (5^D1 – Informatica). Hanno reso “smart” un semplice oggetto di uso quotidiano, lo stendino per i panni, rendendolo capace di consultare anche i servizi web meteoroologici. «Un gioco di squadra – esultano nella pagina dell’istituto – che ha superato gruppi ben più organizzati e navigati provenienti da università, centri di ricerca e fablab».
L’hackathon si è dimostrato terreno fertile per le scuole: c’erano anche altri tre istituti tecnici del Vicentino (l’ITI Rossi di Vicenza, l’ITI Fermi di Bassano e l’ITI Chilesotti di Thiene). Durante l’hackathon ad ogni squadra è stato assegnato un kit di sviluppo basato su Arduino Yùn, utile per realizzare il proprio progetto. Tutta la maratona si è basata sull’utilizzo di Arduino, la piccola scheda di prototipazione Made in Italy progettata da Massimo Banzi, vero punto di riferimento per il movimento maker mondiale; recentemente il Moma di New York l’ha esposta permanentemente quale “esempio di quei piccoli capolavori in grado di avere un enorme impatto sul design contemporaneo”.
I risultati sono stati giudicati da una giuria di esperti che hanno valutato il grado di innovazione (idee chiave e concetti dietro alla soluzione individuata), valore e usabilità (valore commerciale o prospettiva sociale e grado di user-friendliness), caratteristiche tecniche, sforzi effettuati nell’utilizzo dell’hardware/software e livello di sfruttamento della tecnologia e qualità della presentazione. «Ora il cerchio si chiuderebbe se le idee nate qui trovassero aziende pronte a realizzarle», dice il presidente della categoria ICT di Confartigianato Vicenza Cristian Veller. E una prossima edizione della maratona è già in agenda.