Nelle foto dell’inaugurazione si vedono presidenti di provincia, assessori regionali, sindaci di tutti i comuni vicini. Tutti a tenere a battesimo le attività avviate, coraggiosamente, da chi ha perso un posto da dipendente e – a 30 come a 50 anni – ha deciso che l’unica cosa da fare era mettersi in proprio. Come Fabrizio Bergamo e Alessandro Senes, ex colleghi di reparto alla Ditec di Quarto d’Altino, azienda di proprietà di una multinazionale svedese. Sono passati per tutte le fasi di una delocalizzazione imposta dall’alto: la protesta, i picchetti, la cassa integrazione, la mobilità. Ecco perché, al taglio del nastro dell’enoteca Vintidò – a Mogliano Veneto, Treviso, in via Tavoni 8 – c’erano proprio tutti.
«Dopo 13 anni nella metalmeccanica, entrambi over 50, abbiamo pensato che sarebbe stato difficile ricollocarci nello stesso settore», racconta Alessandro. «Ci siamo affidati a un’agenzia, e abbiamo cercato fra le diverse opportunità qualcosa che potesse funzionare, e mantenere due famiglie. Alla fine abbiamo scelto l’enoteca, messa in vendita da una precedente proprietà: per ora abbiamo allargato il servizio, aprendo anche la domenica e il lunedì mattina. L’obiettivo adesso è specializzarci, presto frequenteremo i primi corsi per sommerlier».
Una partenza resa complicata dalla burocrazia, fra firme elettroniche e documentazione mai vista, ma l’avventura è iniziata. È solo uno dei casi di attività in proprio avviate chiedendo la corresponsione anticipata dell’indennità di mobilità. Così, ad esempio, a Campagna Lupia (Venezia) Iuri Camoli, 34 anni, ex dipendente dell’Aprilia di Scorzè, ha aperto l’”Isola degli animali” per la vendita di mangimi, pappagalli e piccoli roditori (su ordinazione anche qualche rettile).
La corresponsione anticipata dell’indennità di mobilità ha lo scopo di aiutare il lavoratore in mobilità a iniziare un’attività autonoma o imprenditoriale, o ad associarsi in cooperativa (art. 7 c.5 L.223/91).
Sempre più spesso il sindacato segue questo genere di pratica: «La scelta di capitalizzare la risorsa dell’ammortizzatore sociale per fare impresa inizia a crescere in Veneto fra i lavoratori dell’industria, che tra il rimanere ostaggio di una tutela a termine e la scelta coraggiosa di scommettere sulla loro imprenditorialità, seguono sempre più spesso la seconda – spiega Matteo Masiero, Fim Cisl di Venezia – I casi non sono moltissimi, ma sempre più frequenti: i lavoratori chiedono quale sia la procedura da seguire per avviare le attività più varie. Si va dall’apertura di attività commerciali come piccoli negozi, a Partite Iva per fare il commerciale, o il corriere dopo un investimento iniziale su un mezzo, fino ad arrivare a Operatori socio sanitari o fisiterapisti. Le prime avvisaglie che saremmo andati in questa direzione sono arrivate dalla pratica del “management buyout” nei primi anni 2000, quando piccoli gruppi di ex dipendenti sceglievano di investire nella propria azienda per salvarla dal fallimento. Oggi la scelta ha più carattere individuale e in mancanza di un “tempo indeterminato”, il lavoratore presenta richiesta all’Inps per poter riscuotere interamente e in un’unica soluzione tutto l’ammontare dell’indennità di mobilità. Questo può avvenire a fronte dell’apertura di una Partita Iva e di una cornice di progetto imprenditoriale da presentare all’Inps. Solitamente al lavoratore viene erogato l’ammontare in due ratei, il primo più cospicuo subito e il secondo dopo un paio di mesi.
Con qualche cautela: «L’aspetto a cui prestare maggior attenzione nel caso in cui l’attività vada male, è che per la durata della “mobilità”, siano uno o due anni, il lavoratore non può avere un contratto come dipendente, o meglio può averlo solo se restituisce la somma rimanente percepita per avviare l’attività. Il consiglio è di rivolgersi al sindacato e in ogni caso di consultare il sito dell’Inps, dove si spiega quale documentazione serve e quali sono le tempistiche», sottolinea Masiero.
L’indennità spetta ai lavoratori posti in mobilità che, successivamente, decidano di:
– iniziare un’attività autonoma per la quale sia necessaria l’iscrizione alla CCIAA ovvero negli appositi albi professionali o elenchi di categoria (circolare 70 del 30/3/1996)
– iniziare un’attività autonoma assoggettata a ritenuta di acconto per la quale non è prevista l’iscrizione negli appositi albi professionali e/o elenchi di categoria (circolare 70 del 30/3/1996) compresa l’attività imprenditoriale in cui non si concorre in maniera
prevalente col proprio lavoro (sentenza della Corte di Cassazione n. 9007 del 2002 – circolare 174 del 28/11/2002)
– sviluppare a tempo pieno un’attività autonoma iniziata durante il periodo di lavoro dipendente (Corte di Cassazione sentenza n. 6679 del 2001 – circolare 174 del 28/11/2002)
– associarsi in cooperativa.
Il requisito è essere titolari di prestazione di mobilità ordinaria.
La domanda va presentata all’Inps, per il tramite del Centro per l’Impiego competente per territorio, utilizzando il modello Domanda di anticipazione dell’indennità di mobilità – Modello DS21/ANT Codice SR24 disponibile nella sezione Modulistica di questo sito.
La domanda deve essere corredata della documentazione che attesti il tipo di attività autonoma o imprenditoriale che l’interessato intende avviare ovvero l’attività di associato alla cooperativa.
Tutte le informazioni si trovano qui.