Sempre meno risorse per la scuola? All’Istituto comprensivo Conegliano 2 (Treviso) “G.B. Cima” (due sezioni per l’infanzia, cinque di scuola primaria e una di secondaria, cioè elementari e medie) hanno stabilito un obiettivo: dotare ogni classe del nostro Istituto di una Lim (lavagna interattiva multimediale). E un metodo: mettere insieme mondo economico e famiglie nell’interesse comune dei giovani.
«È un’iniziativa del tutto nuova che la nostra scuola, la prima in Italia, ha attivato nel proprio territorio e dei cui benefici sta godendo in maniera sorprendente. Pensiamo che degli stessi risultati potrebbero usufruire tante altre scuole come noi», spiegano con orgoglio.
Nella fase iniziale del progetto, avviato da circa 4 mesi e con meno del 15% delle famiglie attivate, sono arrivati 2.293,90 euro.
La formula «è quella di una moderna forma di crowdfunding interattivo di cui siamo molto soddisfatti – racconta Luciano Maschio, dirigente scolastico – È noto a tutti quanto sia difficile per il mondo della pubblica istruzione far quadrare i bilanci e a maggior ragione quanto sia spesso impensabile poter potenziare e innovare gli strumenti a disposizione dei nostri studenti. Il nostro Istituto, stimolato anche dalle recenti indicazioni governative espresse nel tanto discusso documento “La Buona Scuola”, si è dato da fare cercando modalità che, senza gravare sulle famiglie, ci offrissero la possibilità di migliorare la nostra proposta formativa. Lo abbiamo fatto creando un’interazione virtuosa basata sulla trasparenza e aperta a chiunque condivida lo stesso scopo sociale».
In sostanza, tutto ha avuto inizio con una delibera del Consiglio d’istituto che, all’unanimità, il 28 novembre 2014, ha deciso di dotarsi di SiCard Live, un circuito di tessere e di esercizi convenzionati che adotta una logica “win win”, dove cioè vincono tutti: negozi e locali, come pizzerie e ogni altro genere di attività che abbia a che fare con utenti privati, ricevono dall’associazione (una società senza scopo di lucro) che gestisce la raccolta dei buoni (voucher), distribuiti in base al criterio scelto (ad esempio, un buono di tre punti per ogni 15 euro spesi). Il privato che riceve dei punti può decidere di inserire sul sito il numero del buono ricevuto attivando così una donazioni per chi vuole: una scuola, una società sportiva o culturale, purché no profit. Per i famosi 15 euro dell’esempio, potrebbero essere circa 60 centesimi di donazione, che materialmente viene versata dall’esercente (e trasferita all’associazione a cui il privato destina il voucher).
«Per le attività commerciali della zona è un modo per fidelizzare la clientela, e raggiungerne di nuova, senza sborsare nulla di anticipo: una volta raggiunto un traguardo minimo (e un minimo fatturabile) verserà le donazioni raccolte, con una parte aggiuntiva destinata a coprire i costi di gestione del sistema» spiega Fulvio Strim, della società sportiva Si Sport di Padova, che insieme ai soci ha ideato il sistema per trovare, inizialmente, risorse per le proprie attività sportive. «Poi abbiamo capito che avrebbe potuto essere utile ad altri: già un’altra scuola ci ha contattato, e gli esercizi convenzionati, oltre quota 600, ormai sono diffusi in Italia: Pisa, Modena, Bologna ed altre provincie venete, toscane e lombarde».
Quelle che si creano sono delle community, attive intorno a un progetto che si può sostenere anche semplicemente facendo la spesa. Volendo ricorrere all’inglese, i termini più usati per descrivere l’iniziativa sono quelli di crowdfunding (finanziamento collettivo) o di fundraising (raccolta fondi), «ma l’esempio più vicino è forse quello del 5 per mille», osserva Strim. La filosofia è quella di una economia «fondamentalmente aperta a tutti e nell’interesse collettivo. Così si sta progressivamente trasformando il modo di concepire il sostegno delle attività socialmente indispensabili come, ad esempio, la scuola e le attività giovanili, basandosi su valori e obiettivi condivisi, utilizzando approcci di collaborazione profonda tra cittadini ed aziende e innescando un sistema equo, sostenibile, duraturo e trasparente».
Non per l’interesse di qualcuno, ma dell’interesse collettivo. Per questo alla scuola Cima hanno pensato di mettere nero su bianco una lettera rivolta al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, simbolicamente spedita al termine della presentazione dei primi risultati che rendono il sogno delle lavagne interattive in ogni classe un po’ più concreto.