Forti come il vetro: il settore che (a sorpresa) aumenta le assunzioni delle donne, e le mette ai vertici

Ingegnera o ingegnere? «Ingegnere».
Lo scorso ottobre, Camilla Campomagnani si faceva intervistare come capo progetto del forno 73 realizzato da Verallia (il marchio della progettazione e produzione packaging di vetro della multinazionale Saint Gobain) che veniva inaugurato a Gazzo Veronese: un investimento da 65 milioni, destinato a produrre oltre un milione di bottiglie al giorno, nel pieno del distretto vitivinicolo e agroalimentare, per il lavoro di 100 dipendenti dedicati.
Il progetto era stato seguito da un team interamente femminile, avevano spiegato dopo il taglio del nastro i responsabili dell’impianto: quasi una curiosità, a margine dei brindisi e dei festeggiamenti.

vetro

Una capo progetto (Camilla Campomagnani, appunto), due tecnici di processo (Aurora Cugno e Valentina Conci), un ingegnere per la parte fluidi e impianti (Lucia Di Pasquale), una responsabile di produzione, Patrizia Casati. Donna anche la responsabile marketing e sviluppo commerciale, Alessia Cappellin.

Camilla Campomagnani

Camilla Campomagnani

«Sono stata assunta 19 anni fa, dopo la laurea in Ingegneria chimica a Bologna: ero l’unica in produzione allo stabilimento di Villa Poma, poi c’erano altre quattro donne in palazzina uffici- raccontava Camilla – Nessun problema di inserimento, erano casomai gli uomini a vederci come un fattore estraneo all’ambiente, ma è passata in fretta ed è arrivato tutto il loro supporto». La percentuale femminile in azienda, aveva spiegato quel giorno Camilla, era molto ridotta, ma non mi ricordo esattamente quale, in una realtà dai ritmi incessanti (la produzione si svolge 24 ore su 24), un po’ meglio fra i dirigenti».
Chissà se saranno rimaste sorprese, Camilla e colleghe, nel vedere i dati diffusi pochi giorni fa, e che mostrano come l’industria del vetro, che per tipologia di lavorazioni è considerata un mondo prettamente maschile, si dimostra sempre più aperta e attenta alle donne.
Verallia, terzo produttore globale di packaging in vetro cavo per il food & beverage – in linea con il progetto più ampio del Gruppo Saint-Gobain, mirato a superare le disparità in ingresso e nei percorsi di carriera della donna – ha condotto un’indagine interna allo scopo di conoscere il grado di soddisfazione delle dipendenti nei suoi stabilimenti italiani di Lonigo, Dego, Carcare, Gazzo Veronese, Villa Poma e Pescia.

«Rispetto agli oltre 1.100 dipendenti di Verallia in Italia, la quota rosa oggi è pari al 8,5%: può sembrare un numero esiguo, ma il dato va riconsiderato alla luce del fatto che l’azienda non ha ancora assunto donne nella categoria operai, che costituisce la maggior parte dell’organico negli stabilimenti» spiega Marco Ravasi, amministratore delegato. «La presenza delle donne in azienda si concentra nelle mansioni medio-alte, con il 23% dei dirigenti, il 30% dei quadri e il 30% degli impiegati. In particolare, all’interno della nostra consociata Ecoglass si registra una presenza femminile estremamente significativa: dei 71 dipendenti, il 39% è donna: fra loro tre capiturno, sette impiegate e 18 operaie».

Alessia Cappellin

Alessia Cappellin

I dati di Verallia la portano oltre la media italiana per quanto riguarda la presenza delle donne nei ruoli dirigenziali del settore privato: attualmente siamo al 14,5%, contro il 34% dell’Europa (fonte: dati INPS – Manageritalia, 2014). E in un futuro non lontano, la pattuglia delle donne del vetro potrebbe crescere ulteriormente: nei programmi del Gruppo Saint Gobain ci sono presenti impegni in questo senso. «Dalle risposte ai questionari che abbiamo compilato, si evidenzia che siamo soddisfatte soprattutto della possibilità di una formazione poliedrica, acquisita a contatto con i molteplici risvolti tecnici, organizzativi, commerciali e finanziari di una realtà industriale articolata in Italia su sei siti produttivi, ciascuno con la sua tradizione e specializzazione» commenta Germana Signa, direttore amministrativo di Verallia. «Altri aspetti della vita aziendale che apprezziamo molto sono il nostro coinvolgimento nei processi decisionali e gli investimenti sulle risorse umane, in particolare nella valorizzazione di giovani e neolaureati».

Al di là dei questionari, c’è un aspetto che più di altri ha un peso rilevante sul grado di soddisfazione delle donne che lavorano in Verallia, ed è la considerazione per una realizzazione non solamente professionale. Un esempio: il programma di formazione dedicato alle dipendenti che rientrano al lavoro dalla maternità che l’azienda ha avviato dopo un positivo confronto con i sindacati. «In aperta contrapposizione al demansionamento e al licenziamento, che ancora oggi nel settore privato sono una pratica aziendale diffusa nei confronti delle lavoratrici tornate dal congedo, Verallia con questo progetto vuole aiutare le proprie dipendenti a superare il senso di colpa generato dal distacco dal piccolo e a far combaciare gli orari lavorativi con quelli da neo mamma attraverso un percorso di incontri (individuali e di gruppo) di coaching», spiega l’azienda.