Esperienza veneta, tecnologia emiliana: nasce il caseificio che sta in un metro quadrato (e crea più occasioni di lavoro)

Basta un metro quadrato per riprodurre tutte le fasi della lavorazione del latte. Un investimento contenuto e una sola macchina per produrre fino a otto tipi diversi di formaggio, lavorando anche minime quantità di latte. Un’idea pensata per le piccole aziende, che così possono lavorare il latte a vista nel laboratorio e venderlo direttamente anche fresco di giornata, tramite un filo diretto tra produttore e consumatore che può portare anche ad un aumento dei posti di lavoro per famiglie e giovani emergenti.

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Si chiama Cheesemaster l’innovativo minicaseificio creato da Carpigiani (azienda nata nel 1946, rappresenta l’eccellenza tecnica delle macchine per la produzione di gelato artigianale) e Latteria Perenzin di San Pietro di Feletto, Treviso: verrà presentato alla 5^ edizione di Expocasearia (Pad. 2, stand L420/421, alla fiera di Cremona dal 28 al 31 ottobre) con corsi e dimostrazioni a cura dell’Accademia Internazionale dell’Arte Casearia e della Carpigiani Gelato University.
La manifestazione, tra le più importanti al mondo per il settore zootecnico, è un punto di riferimento che attrae ogni anno decine di migliaia tra buyer, allevatori e professionisti del settore internazionale che ricercano nuove soluzioni per incrementare il proprio business. A oggi sono più di 3.500 i piccoli caseifici presenti in Italia, che si stanno diffondendo non solo in aziende agricole ma anche all’interno di ristoranti ed agriturismi.

CHEESMASTER3E se la strada da percorrere per le aziende agrozootecniche italiane è sempre più orientata verso la mini produzione artigianale, Latteria Perenzin e Carpigiani hanno unito loro forze (e le pluriennali esperienze sul campo) per creare un piccolo caseificio compatto ed economico.
L’innovativo sistema nasce dall’incontro tra tecnologia ingegneristica avanzata e conoscenza della tecnologia casearia. Una macchina appositamente studiata per quei produttori che vogliono tutelare e promuovere metodi di agricoltura, allevamento, trasformazione e produzione casearia in armonia con l’ambiente e la natura, in quanto incoraggia modelli economici sostenibili. L’elettronica di controllo del “Cheesemaster” è stata realizzata per consentire un agevole utilizzo, tutelando il benessere del lavoratore, permettendo un’assoluta polivalenza produttiva, per risparmiare tempo ed energia.

“Con questo sistema caseario vogliamo valorizzare ambiente e territorio, sviluppando il consumo locale di prodotti freschi – afferma Carlo Piccoli, mastro casaro di Latteria Perenzin e fondatore dell’Accademia Internazionale dell’Arte Casearia Andremo così a sostenere le piccole aziende agricole, dando la possibilità di trasformare il latte in città, incoraggeremo le produzioni di formaggi freschi, prodotti con latte di qualità, creando infine posti di lavoro, dimostrando che anche con 500 litri di latte lavorato a settimana si può creare reddito”.

cheesemaster_FRONTE“Cheesemaster è un progetto nato dalla nostra esperienza nel mondo. I nostri concessionari internazionali partecipano ad analoghe manifestazioni fieristiche legate alla filiera del latte come ad esempio in Inghilterra, Australia e Giappone dove nelle fattorie è comune trovare una macchina per la produzione del gelato ottenuto dal latte prodotto in azienda – spiega Andrea Cocchi, Direttore Generale Carpigiani Group – L’incontro con Latteria Perenzin ci ha permesso di sviluppare una nuova tecnologia per rendere più vivo e interessante il business di una piccola azienda agricola permettendo di diversificare l’offerta al consumatore. Con Cheesemaster si può anche preparare uno yogurt che può diventare un delizioso gelato in un laboratorio facile da creare a partire da un investimento accessibile. Abbiamo studiato soluzioni che permettono di aprire nuove opportunità di business con prodotti realmente a km 0 fortemente richiesti dal pubblico”.

Fra i primi a utilizzarlo Stefano Cocchi, 42 anni, di Galenda, azienda agricola di Borgo Sabotino, in provincia di Latina:

“Il nostro caseificio, compresa la cella frigorifera, è davvero piccolo: si concentra in circa 30 metri quadri! All’inizio, non avendo una struttura e personale formato, facevamo lavorare il latte a un caseificio in zona. I margini erano praticamente vicini allo zero, così nel 2014 abbiamo deciso di portare la lavorazione del latte all’interno dell’azienda. A oggi abbiamo una produzione media giornaliera di circa 15 quintali di latte. Il nostro punto vendita è situato in una zona balneare, quindi il lavoro nella stagione estiva aumenta esponenzialmente. Per garantire un prodotto fresco ai nostri clienti pastorizziamo anche tutti i giorni, magari 15 o 20 litri, ma il prodotto è sempre ai massimi livelli. Il primo sale lo faccio tre volte a settimana, poi quando devo fare la mozzarella lavoro a pieno carico e anche di più, e poi c’è la ricotta… Abbiamo conosciuto L’Accademia Internazionale di Arte Casearia e a febbraio ho partecipato al corso, dove ho conosciuto Carlo Piccoli. Credo che chiunque abbia intenzione oggi di creare una realtà simile alla nostra, che sia un’azienda agricola o un agriturismo, debba attrezzarsi con macchinari che permettono, in poco spazio, a basso costo e in poco tempo, di ottenere degli ottimi risultati, sia qualitativi che economici”.

cheesecosti? Per integrare la propria attività con la produzione di yogurt e formaggi a km zero le soluzioni partono da investimenti di circa 35mila euro e permettono di strutturare un laboratorio di 40 metri quadrati con punto vendita in grado di gestire la trasformazione del latte, la conservazione dei prodotti e l’offerta al pubblico. In questo esempio (nel disegno) è stata pensata una struttura che permetta di ricevere il latte, trasformarlo, mettere a maturazione i formaggi e venderli al pubblico. Oltre a Cheesemaster (che permette di contenere in poco spazio la lavorazione) sono stati inseriti frigorifero e vetrina. Nel rendering c’è la ricostruzione di un intero laboratorio a norma (con spogliatoio e area separata per trasformazione e vendita. I 35mila euro sono calcolati sui pezzi contrassegnati 1, 3, 4 – La 2 è la macchina per il gelato, una idea in più, la 5 è la lavastoviglie, non strettamente necessaria).