Quattro camere con bagno (due singole e due doppie) un atrio relax, soggiorno, cucina e un ripostiglio con lavanderia; all’esterno verranno creati anche due posti auto.
Prenderanno il via nei prossimi giorni i lavori di ristrutturazione dello stabile in via Alberto Mario a Vicenza destinati ad ospitare persone in situazione di disagio abitativo: è la nuova emergenza (non l’unica) sono i padri separati. “Nei giorni scorsi l’area è stata pulita e ora è pronta per l’allestimento del cantiere”, ha detto l’assessore alla cura urbana Cristina Balbi. I lavori serviranno per riqualificare gli spazi interni dello stabile che risale al 1960 e adibito a distretto sanitario dell’Ulss 6, nel 2013 liberato e riconsegnato al Comune di Vicenza. La ristrutturazione è finanziata da Cariverona con 220mila euro e i lavori si concluderanno in 70 giorni. Quindi l’edificio sarà pronto entro la fine dell’anno.
Dalla fondazione fanno sapere che questo è solo uno degli interventi di “housing sociale” in corso, in molte città del Veneto. La ristrutturazione prevede la riqualificazione energetica del fabbricato con la posa di cappotto termoisolante. Verranno sostituiti i serramenti e la copertura verrà impermeabilizzata con la posa di una nuova guaina. Verranno rifatti gli impianti termico, sanitario ed elettrico.
L’argomento è sempre più al centro di iniziative, anche legislative, in tutto il Nordest. Secondo la Diocesi di Concordia-Pordenone nei dormitori, alle mense aumentano gli uomini separati ridotti in povertà, tanto che è nato il progetto della “Casa dei padri separati”. Un dramma condiviso da migliaia di padri in Friuli Venezia Giulia. Una possibile risposta arriva con una proposta di legge regionale a favore dei padri separati, che porta la firma del consigliere regionale del Gruppo Misto, Mara Piccin: “È una proposta che si presenta come un contributo originale alla materia che non trova a oggi una disciplina in ambito regionale. È una questione senza colore e spero si trasformi in un’opportunità di lavoro che accomuni tutti gli schieramenti del Consiglio regionale. Ormai separarsi è una cosa da ricchi. Lo stato di padre separato si traduce di fatto nell’impossibilità di riuscire a offrire ai figli una vita di relazione”.
Attraverso una serie di aiuti, la legge si propone l’obiettivo di consentire al padre separato di continuare a fare il papà, condividendo la vita dei figli. “Si intende offrire sostegno di carattere economico e psicologico – spiega la promotrice Piccin – nonché dare supporto per fornire un’abitazione a quei padri che, nel periodo della separazione, rischiano di non avere una stabile dimora. Oggi più che mai è necessario un intervento legislativo a garanzia dei diritti sociali riconosciuti ai singoli e alle famiglie dalla Costituzione, che riconosca l’importanza del ruolo genitoriale e ponga in essere modalità di intervento a sostegno delle famiglie monoparentali”.
Intanto, a Bolzano, la Provincia anticipa l’assegno di mantenimento per aiutare le famiglie monoparentali in difficoltà nei casi di separazione e divorzio. L’ordinamento giuridico italiano prevede per entrambi i genitori l’obbligo del mantenimento dei figli, in proporzione al reddito e al patrimonio, indipendentemente dal fatto che convivano o vivano separati. Resta tuttavia la realtà di padri che si sottraggono all’obbligo degli alimenti dopo la separazione dalla madre affidataria, il tutto a spese dei figli e delle donne sulle quali ricadono le inadempienze paterne. “La legge provinciale del 2003 è stata la prima a livello nazionale ad introdurre l’anticipo sull’assegno di mantenimento, un contributo fornito dalla Provincia per sostenere le persone più deboli in caso di separazione o divorzio”, ricorda l’assessore provinciale alle Politiche sociali Richard Theiner. Successivamente l’ente pubblico recupera coattivamente il contributo dal genitore inadempiente. Non è un modo di sostituirsi ai coniugi morosi, tanto che la Giunta provinciale ha deciso lo scorso luglio di verificare con quali strumenti sia possibile richiamare il genitore al versamento delle somme anticipate dall’ente pubblico. Attualmente viene rimborsato solo il 10%.
La Giunta ha verificato che lo scorso anno 514 famiglie e 811 bambini hanno beneficiato dell’anticipo dell’assegno di mantenimento. La Provincia ha anticipato una somma complessiva di 1,9 milioni, ma dei rimborsi dovuti dal genitore alla Provincia fino ad ora è stato coperto solo il 10%. “Una somma esigua – spiega il presidente Luis Durnwalder – per questo vanno aumentati gli sforzi per riscuotere gli anticipi dai coniugi morosi. Anticipando l’assegno di mantenimento, infatti, la Provincia vuole aiutare le famiglie monoparentali in difficoltà economica, non sostituirsi ai coniugi morosi.” La Giunta ha quindi incaricato la Ripartizione provinciale Affari legali di verificare tutte le modalità e gli interventi possibili per far rispettare gli obblighi di legge e quindi far versare il rimborso dovuto.