Anita Bearzi ha 42 anni: è una mamma, professionista del mondo dell’infanzia. Racconta che “da piccola mi chiamavano “la fatina dei giocattoli” perché assemblavo, univo e affiancavo oggetti costruendo mondi immaginari. Da sempre sono attratta da perle e fili, ma soprattutto da piccoli pezzetti di plastica, legnetti, carta, barattolini, conchiglie: poi, più grande, ho unito questa mia curiosità a quella dei bambini con cui ho lavorato 20 anni, inizialmente come educatrice nei nidi d’infanzia e poi con ruoli di coordinamento in vari servizi e progetti: nidi d’infanzia, centri estivi, ludoteche, spazi gioco, progetti di promozione del gioco e della lettura, ludobus”.
Quando è stato il momento di dover effettuare una scelta importante per costruire una opportunità di lavoro nuova di zecca, Anita ha provato a immaginare come trasformare in meglio la sua vita. Così è nata l’idea di TitaBì (in via Mores di sotto 7 ad Azzano Decimo, Pordenone), negozio laboratorio delle cose fatte a mano, che ospita in conto vendita le produzioni di privati, hobbisti, artigiani e artisti che nel territorio realizzano oggetti unici.
A lei è andata la terza edizione del premio Voglia d’impresa, riconoscimento assegnato con lo scopo di valorizzare imprese femminili iscritte al registro camerale che si distinguano sulla base della rispondenza ai requisiti comunicati per ogni singola edizione. Per il 2015 Camera di Commercio e Comitato per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile avevano optato per aziende capaci, tra l’altro, di adottare misure di sostenibilità ambientale, razionalizzazione e ottimizzazione dei processi, risparmio e riduzione degli sprechi. Di qui la scelta su TitaBì, negozio/laboratorio delle cose fatte a mano, soprattutto con materiali di recupero.
“Chiunque condivida i nostri valori può far parte della rete di TitaBì ed esporre in negozio le proprie creazioni. Desideriamo infatti sostenere questo settore che esprime l’ingegno e l’originalità di tutte quelle persone che sperimentano se stesse e la capacità di costruire con le proprie mani – si legge sul sito – Le borse, le collane, gli oggetti originali e curiosi che si trovano nel negozio di TitaBì rappresentano un’alternativa fresca e creativa: ogni oggetto fatto a mano racchiude in sé un’idea, un’emozione, un progetto che nasce grazie alla capacità di colui che l’ha progettato e prodotto, è unico ed irripetibile.
«TitaBì – spiega Anita – organizza anche laboratori che permettono ai bambini di realizzare i propri progetti creativi rispettando tutto ciò che è fatto dall’uomo e quanto troviamo in natura e propone, anche, linee di prodotto dedicate ai temi ambientali, oggetti curiosi, materiali educativi. La forza di questo progetto sta nel costruire una rete fra le persone, artigiani, artisti ed hobbisti in un momento di crisi come questa, nel commercio come in ambito sociale: solo, l’unione delle forze può fare la differenza. Vi è una forte spinta nelle persone a ricercare creatività, qualità ed innovazione, tutto ciò che permette di esprimere se stessi in modo originale. Le creazioni fatte a mano sono l’espressione di tutto questo».
Per la presidente del Comitato, Cecile Vandenheede, «particolare rilievo va attribuito all’impresa premiata per la creatività volta non solo a dare nuova vita a materiali di recupero, ma anche ad educare al riuso evidenziando un risvolto formativo e sociale del lavoro svolto. Va sottolineato soprattutto il coraggio di rimettersi in gioco, di aprirsi a nuove opportunità e di fare impresa in questo momento di crisi comunque non facile per l’imprenditoria femminile».
Anita Bearzi ha frequentato il corso di Imprenderò di 40 ore, «utile – dice – per chiarirmi le idee su cosa volessi fare e soprattutto se volevo andare avanti e fare un passo più grande. Le consulenze sono state la chiave di volta che mi ha permesso, grazie a persone competenti e molto professionali, di analizzare la fattibilità del progetto e soprattutto di colmare le competenze che non avevo ancora acquisito. Anche il corso di 200 ore di Web Marketing, sempre organizzato da Ial, è stato fondamentale per chiudere il cerchio. Ho deciso di destinare parte del premio di 4 mila euro alla mia formazione: da un lato su aspetti che favoriscano l’essere imprenditrice, dall’altro lato vorrei partecipare a corsi che mi permettano di qualificare maggiormente il mio lavoro manuale e avviare così la produzione di creazioni fatte a mano a marchio TitaBì. Altra parte del premio sarà destinata all’avvio della parte di commercio al dettaglio che avevo lasciato in sospeso, arricchirò così l’offerta merceologica per i miei clienti con articoli dedicati ai temi ecologici ed ambientali a cui tengo molto».
Intanto, la foto sulla pagina Facebook è stata aggiornata e rappresenta una ruota: “Questo negozio è anche un laboratorio di idee dove le persone possono dare vita ai propri progetti, è un luogo di relazione e scambio dove si intrecciano legami e si mettono in moto esperienze, conoscenze, modi di essere e di fare. È una ruota che gira, che mette in circolo persone, oggetti, idee ed esperienze“.