Tante persone hanno perso il sorriso, negli ultimi anni. E non pensate — non solo — alla crisi: ci sono altri motivi che possono farti perdere la possibilità di parlare normalmente, prima ancora che di sorridere. E non serve essere anziani. Non potersi permettere qualcosa che ti permetta di riprendere la tua vita — una protesi, dei denti in resina — è un dramma in più. Se sei una azienda che produce sorrisi, allora sai cosa devi fare.
Questo è il 5. capitolo del Romanzo collettivo che trovate, interamente, qui con le regole del gioco per partecipare. Questa volta l’autrice è Barbara Piazza, sales area manager & Training specialist dell’azienda Ruthinium (grazie!)
Il 2015 avrebbe segnato un traguardo importante. 50 anni di attività. Era infatti il 1965 quando mio padre Giovanni, assieme al fratello, Vincenzo, avviarono la loro piccola attività inizialmente rivolta alla produzione di gessi e rivestimenti per odontotecnica; la produzione di denti artificiali in resina arrivò qualche anno più tardi. E cosi, quando in azienda cominciammo a ragionare su come celebrare il cinquantesimo anniversario della nascita del marchio Ruthinium, pensai subito che il modo migliore fosse quello di regalare sorrisi veri a chi non poteva permetterseli.
Non sono amante delle celebrazioni in grande stile e per questo, anche se si trattava di un traguardo importante, l’idea di una festa cosi come viene contemplata dalla maggior parte delle persone, non mi sfiorò nemmeno. Il progetto era semplice e consisteva nell’ impiegare i materiali di nostra produzione e i professionisti odontotecnici che collaborano con la nostra azienda, nella realizzazione di protesi mobili totali o parziali interamente gratuite, con la collaborazione di medici dentisti che, anch’essi gratuitamente, avrebbero messo a disposizione il loro studio per la rilevazione delle impronte preliminari e di eventuali bonifiche.
Per fare questo avrei necessitato del supporto dei servizi sociali del comune di Badia Polesine, dove la nostra azienda ha sede, il quale si sarebbe fatto carico di gestire tutta la parte burocratica relativa la verifica dei requisiti di idoneità, ossia residenza nel comune di Badia Polesine e reddito ISEE inferiore a 7.500 euro.
Quando parlai del progetto al primo cittadino ne fu entusiasta e pochi giorni dopo firmammo il protocollo di intesa con tre medici dentisti che , con grande ammirazione, avevano aderito al progetto. Il comune infatti presentò il progetto a tutti i dentisti che esercitano la loro professione nel comune di Badia Polesine, e su otto, aderirono in tre.
Ad un anno di distanza abbiamo realizzato 25 protesi totali. Ho personalmente incontrato alcune delle persone alle quali abbiamo regalato un nuovo sorriso ed ho scoperto che abbiamo fatto molto di più. Perché una persona edentula prova spesso imbarazzo per la propria condizione, a volte anche vergogna. Non sono solo le difficoltà nella masticazione, quasi sempre pressoché impossibile, ma soprattutto i disagi di carattere sociale e psicologico legati alla propria condizione.
Quando presentai in azienda il progetto Ruthinium Solidale avevo da tempo già in mente un altro progetto, maturato un anno addietro, quando casualmente ad una conferenza scientifico-culturale incontrai un docente di laboratorio della scuola per odontotecnici di San Benedetto del Tronto. Con lui ebbi una chiaccherata sulla scuola — non la loro, ma la scuola in termini generali, la scuola italiana — nello scenario odierno. Fui sconcertata nell’apprendere dei tagli, della scarsità di materiale didattico a disposizione degli studenti, della riduzione delle ore di laboratorio, essenziali per chi, una volta raggiunto il diploma, deve saper “fare”.
Da sempre, essere d’esempio è per me ragione di grande motivazione, e cosi il progetto avrebbe previsto il nostro supporto alle scuole italiane di odontotecnica attraverso l’ausilio di opinion leader, professionisti stimati e riconosciuti in ambito nazionale ed internazionale che avrebbero portato le loro conoscenze, il loro sapere e le loro scoperte nel campo dell’odontotecnica, nella scuola italiana attraverso conferenze, workshop e corsi teorico pratici.
Prima di iniziare questo progetto, prima di metterlo “a bilancio” avevo necessità di rendermi conto personalmente di quale fosse la reale situazione nelle scuole italiane e da qui nacque l’idea di indire una gara nazionale di realizzazione di protesi mobile, il Trofeo Ruthinium, che mi avrebbe permesso di visitare le scuole partecipanti, di conoscere i ragazzi, i loro sogni, le loro aspirazioni.
Il Trofeo Ruthinium, quest’anno alla seconda edizione, consiste in una gara nazionale di realizzazione di protesi mobile rivolta agli studenti del quinto anno delle scuole italiane di odontotecnica. Per ogni istituto sono ammessi due studenti partecipanti. Da subito il progetto é stato accolto con grande ammirazione e dedizione da parte dei dirigenti, dei docenti e degli stessi studenti. Tra gli impegni per il progetto “Ruthinium nelle scuole” ed il “Trofeo Ruthinium” sono nelle scuole di media più di una volta al mese.
Lavorare con i ragazzi, in mezzo a loro, mi piace molto. Ho 44 anni, sono madre di tre ragazzi, dai 25 ai 14 anni, negli studenti che incontro vedo i miei figli e so quanto sia importante riporre in loro fiducia, quanto valore ha il tempo che a loro sapientemente dedichiamo, e come possa diventare fondamentale che tutto questo avvenga, per merito nostro, nella scuola.
Indipendentemente dall’indirizzo di studi credo che le aziende italiane dovrebbe trovare il modo di entrare nelle scuole, di coinvolgere gli studenti, di stimolarli. I giovani sono il futuro, noi abbiamo il dovere di credere in loro, di aiutarli a credere in loro stessi e di fornire loro i mezzi e gli strumenti per riuscire a farlo.