L’azienda ha valorizzato i terreni di pianura con la coltivazione delle nocciole in un habitat naturale per produrre frutti dalle particolari qualità: qui si ricavano l’olio di nocciola, indicato in cucina, in cosmetica, nei trattamenti terapeutici, e massaggi naturali, e la farina e la granella di nocciola utilizzabili in pasticceria. Rinocciola di Silea, Treviso – alla guida Simone e la mamma Sabrina Pastrolin – è una delle cinque aziende vincitrici degli Oscar Green di Coldiretti Veneto. I premi sono stati assegnati a H-Farm, a Roncade in provincia di Treviso, luogo simbolo dell’innovazione, sempre più presente in campagna dove trovano spazio molti giovani.
E della Marca sono 16 delle aziende finaliste su 74 concorrenti: andranno a settembre alle finali nazionali.
“Il richiamo alla terra di tanti giovani veneti è una garanzia per il futuro di questa regione”: così Martino Cerantola – presidente di Coldiretti – ha salutato la platea dei rappresentant1 della nuova generazione agricola. Il ritorno al lavoro nei campi nelle forme più tradizionali riviste in chiave moderna e tecnologica è la tendenza degli ultimi anni che fa registrare nel 2016 il 12 per cento in più di ragazzi italiani under 35 anni che hanno scelto di lavorare in agricoltura.
Sono pescatori, allevatori, giardinieri, bachicoltori, operatori didattici e pastori. Costituiscono uno dei principali vettori di crescita del settore agroalimentare italiano grazie ad una capillare e rapida acquisizione di processi innovativi che spingono l’occupazione. “L’incremento – ha spiegato Alex Vantini delegato regionale di Giovani Impresa – si registra sia tra i ragazzi (+16 per cento) che per le ragazze (+5 per cento), a testimonianza che l’appeal del settore agricolo è ormai trasversale ai generi. Un risultato record rispetto al dato generale che vede l’occupazione giovanile nei vari settori crescere dell’1 per cento, frutto di un avanzamento del 2 per cento per commercio, alberghi e ristoranti e del 3 per cento negli altri servizi, mentre arretra, sia pure leggermente, l’industria”.
Tante le storie presentate dai candidati che con il loro sogno di impresa costituiscono uno spaccato di NordEst intrapendente, ci sono bustine di semi per il design green, le farfalle per gli eventi fashion, il riso di lusso nella boccia di cristallo. Ed ancora la gestione degli spazi verdi da condividere con la comunità, il recupero della biodiversità, l’allevamento di razze in via d’estinzione, la scelta di praticare la fatica, di affidarsi alla natura: c’è chi ha rinunciato a carriere avviate negli studi legali, o in multinazionali, dentro un ufficio o in trasferta.
In comune hanno la voglia di fare reddito coniugando ideali, integrando tradizione e alta tecnologia, applicando buon senso e sano divertimento: così il mestiere dell’imprenditore agricolo diventa una nuova frontiera per molti studenti, liberi professionisti, dipendenti di altri settori che tra campi e cielo trovano lo spazio giusto per mettere alla prova le proprie ambizioni.
Fra questi c’è Paolo Marangon, dell’azienda Biologica Zolla 14: è specializzata in ortaggi e frutta, trasformati in appositi laboratori esterni certificati bio, per ottenere produzioni particolari: succhi limpidi di mela in purezza monovarietali e blend (nel 2012 il 1° premio Gambero Rosso davanti ai succhi dell’Alto Adige) ; RARO, la birra di radicchio tardivo di Treviso Bio, Aceto e sidro di mela Bio, radicchio sottolio, pesche sciroppate in succo limpido di mela, confettura di mele cotogne da alberi antichi, pane al radicchio. Tutti prodotti di nicchia e di qualità, ottenuti rispettando il calendario biodinamico.