Oggi 2 settembre, a Palazzo Franchetti, sede IED (Istituto Europeo di Design, che celebra i suoi primi cinquant’anni) di Venezia, si inaugura la mostra “50+! Il grande gioco dell’industria”. L’Istituto ha scelto di ospitare il progetto iconografico dedicato agli oltre 50 oggetti che raccontano le eccellenze del ‘Made in Italy’ e che hanno influenzato costume, storia, economia e stile di vita della società italiana. Si tratta della quinta tappa di un tour che ha visto la mostra inserirsi nella programmazione di importanti eventi come Expo2015 e il Salone del Mobile 2016 a Milano; la mostra arriva a Venezia in concomitanza con la Biennale di architettura e rimarrà in esposizione al pubblico fino al 2 ottobre 2016.
«Questa mostra che ripercorre la storia dell’impresa italiana anche attraverso oggetti che rappresentano la storia del design stesso – spiega Igor Zanti, direttore di IED Venezia – Con questa iniziativa IED intende continuare a favorire il dialogo con il patrimonio dei saperi a diversi livelli, promuovendo, mediante proposte, progetti e persone, non solo la vita produttiva del territorio, ma anche le attività creative.»
Il Veneto rappresenta, infatti, una delle realtà produttive più importanti d’Italia e d’Europa e molti sono gli archivi e i musei d’impresa che hanno deciso di raccontare e promuovere la storia, la cultura e la tradizione della propria azienda entrando a far parte della rete di Museimpresa: il “Museo del Gioiello di Vicenza”, primo museo in Italia, e uno dei pochi al mondo, dedicato esclusivamente al gioiello; il “Poli Museo della Grappa” , che presenta cinque suggestive sale dove è possibile ripercorrere la storia e la cultura del più rinomato distillato italiano; il “Museo Nicolis”, un viaggio nel tempo attraverso le opere dell’ingegno umano e racconta, attraverso gli esemplari esposti la storia dei mezzi di trasporto, l’evoluzione della tecnica e della meccanica; il “Museo della calzatura” di Villa Foscarini Rossi, il quale conserva una raccolta di oltre 1.600 modelli di calzature femminili di lusso e l’ “Archivio Aziendale Rubelli”, una selezione degli oltre 6mila documenti tessili che fanno parte della Collezione Storica e degli Archivi Rubelli.
E gli oggetti? Ecco il Nordest scelto per raccontare il Made in Italy.
C’è la poltrona D.153.1. Molteni & C. 2012 ideata da Gio Ponti: il velluto “Punteggiato” la riveste. Viene dall’Archivio Aziendale Rubelli, Venezia, che contiene oltre 6mila documenti tessili, dalla fine del ‘400 alla prima metà del ‘900, a testimoniare le antiche origini dell’azienda. Rappresentano importanti reperti di storia dell’arte tessile provenienti da tutti i continenti, come appunto il Puntinato di Gio Ponti.
Forme in legno per produrre le scarpe arrivano invece dal Museo della Calzatura di Villa Foscarini di Stra (VE). Oltre 1.700 modelli di calzature femminili di lusso documentano l’evoluzione del costume e della moda dalla seconda metà del ‘900 e ricostruiscono l’attività artigianale e imprenditoriale della famiglia Rossi.
L’oggetto in mostra è la forma Wedge con tessuto di Pucci (2003).
Fra le icone della produzione veneta ci sono anche la vicentina Zambon con il proprio museo a Bresso (MI): qui sei container scandiscono le sei lettere del cognome: Z come Zambon, la storia; A come Autori di cento anni di storia Zambon; M come Make, il gusto del fare; B come Brand, il marchio, il nome, l’identità; O come Opportunità, la ricerca e il progresso scientifico; N come Now, guardare al futuro. Il prodotto simbolo è il fluimucil, qui illustrato in una campagna pubblicitaria (e in una fase di produzione).
Altri due musei del fare: il Nicolis dell’Auto della Tecnica della Meccanica,di Villafranca di Verona: ospita 200 auto d’epoca, dall’Isotta Fraschini alla Lancia Astura, alle Ferrari, alle Rolls Royce, moto e biciclette, dalle prime motociclette con serbatoio sottosella, ai velocipedi dell’800 in legno, macchine fotografiche, macchine per scrivere, strumenti musicali, aerei, motori e una rara collezione di volanti di Formula 1. L’oggetto simbolo è la Lancia Astura (1938).
Infine, la grappa. Attraverso la ricostruzione di antichi alambicchi e apparecchi distillatori, documenti a stampa e cartacei e materiali video, i due Musei Poli Grappa – Bassano del Grappa e Schiavon – svelano i segreti che rendono la grappa un prodotto unico al mondo e diffondono la cultura del famoso distillato italiano.
svelano i segreti che rendono la grappa un prodotto unico al mondo e diffondono la cultura del famoso distillato italiano.
Il simbolo è un Alambicco mobile del 1898 (non in mostra a Venezia).