È più che made in Italy: è made in Treviso, il cui codice di avviamento postale – 31100 – dà il nome all’innovativo maglione Benetton che sembra uscito da una stampante 3D. Un solo filo, nessuna cucitura, filati di qualità (90% merino e 10% cashmere), sei colori (nero, verde, rosso mattone, blue, viola, giallo).
Un’ora di lavoro e 130 grammi di gomitolo per ciascun pezzo, prodotto al ritmo di 200 punti al secondo da 36 macchine giapponesi Shima Seiki, sei giorni su sette, in quattro turni da sei ore ciascuno. Del resto, il simbolo della marca è proprio un punto di maglieria stilizzato.
Il maglione Benetton è tornato a casa: nell’area di 1.500 metri quadri ricavata a Castrette (Treviso) con un investimento di 2 milioni precedente qualunque intervento governativo di sostegno.
Un ritorno alle origini, lì dove tutto è cominciato, per riscoprire l’essenza del brand United Colors of Benetton, “che prosegue il percorso di rilancio pluriennale”, hanno spiegato presidente e amministratore delegato (nella foto con in mano maglione e gomitolo).
TV31100 non solo identifica la località dove nacque nel 1965 il gruppo: è «una dichiarazione d’amore per il marchio, lo stile italiano e per l’innovazione tecnologica. L’azienda ha deciso di rendere omaggio al primo pullover prodotto, riprendendo la lavorazione “in house”, totalmente made in Italy, riallocando 36 macchine da tessitura proprio nel quartier generale della sede trevigiana. Dando il via alla creazione di qualcosa che celebrasse le radici e la storia dell’azienda, ne incarnasse il dna e lo spirito pioniero nell’innovazione tessile. E riallacciando così un importante legame con il territorio».
Perché qui, intorno alla maglieria, è nato un intero distretto, con le evoluzioni che sono seguite in questi anni. Ora quella storia e quell’esperienza – racchiusa in un archivio di migliaia di modelli, custoditi proprio in questa sede a temperature e umidità adeguate – viene rimessa al centro.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito del “Progetto Reshoring” promosso da Sistema Moda Italia in collaborazione con ministero dello Sviluppo e PriceWaterhouseCoopers: il nuovo reparto di tessitura – 50 posti di lavoro fra diretti e indotti, frutto perlopiù di riqualificazioni di personale che ha seguito specifici corsi di formazione – rappresenta il primo e più importante progetto di reshoring avviato da un’azienda italiana nel settore tessile-abbigliamento.
Ma è solo il primo passo verso la creazione «di un centro di competenze avanzato sulla maglieria. Questo non è solo un progetto di rilocalizzazione produttiva, ma anche di conoscenza, di saper fare. Tagliare le distanze e avvicinare gli uffici stili e design alla produzione significa anche accorciare la catena, trovare soluzioni in tempi rapidi, rispondere al mercato». In sostanza: una volta occorreva aspettare la collezione successiva per fare un aggiustamento, oggi bastano poche settimane.
Le macchine sono arrivate ad agosto: in due settimane era pronto il primo stock di maglie, distribuito a sei negozi – tre in Italia, tre all’estero, sui 5mila Benetton – per valutare la reazione dei consumatori e cogliere eventuali segnali.
Il nuovo maglione TV31100 è figlio della tecnologia, ed è seamless, senza cuciture: questo, oltre a offrire comodità e vestibilità, elimina tutta la parte di cucitura manuale dei diversi pezzi dei maglioni tradizionali. Ricordate i maglioni fatti in casa? Fronte, retro, maniche, il tutto cucito alla fine. Ora un elevato grado di automazione restituisce la possibilità di produrre qui, made in Italy, anzi in Treviso, poiché proprio l’esigenza di una notevole parte di manodopera non qualificata aveva portato molte lavorazioni in Paesi a basso costo del lavoro.
Il risparmio in termini di lavorazioni manuali permette di contenere i costi, e scegliere filati di qualità – in questo caso italiani, tracciabili, con una metodologia di riduzione degli scarti – aumentando il valore aggiunto. Realizzato con la Whole Garment Technology, una tecnica di tessitura che annulla gli sprechi di lana, TV31100 ha un anche un impatto ambientale ridottissimo. Così il maglione – che sarà in tutti i negozi per la metà di novembre – potrà essere venduto a un prezzo inferiore agli 80 euro.
La nuova linea prevede una produzione di circa 200mila capi all’anno. E la tecnologia che avanza permette di pensare a nuovi sviluppi: la nuova area produttiva – un vero e proprio “laboratorio di ricerca e sviluppo” ad elevata automazione – avrà il compito di sviluppare e mettere a punto nuovi prodotti distintivi e di alta gamma, attraverso know-how e l’impiego di filati e tecnologia di alta qualità per rimettere al centro il “bello e ben fatto italiano”: una prospettiva che apre a nuovi rientri di capacità produttiva.
Una innovazione che ha visto lavorare fianco a fianco l’ufficio stile e il team tecnico: a Castrette ora sono in funzione sei giorni su sette, senza interruzioni, 36 macchine Shima Seiki, il fornitore giapponese con il quale Benetton lavora da sempre sulla tecnica della maglieria. Dall’idea iniziale alla realizzazione sono passati pochi mesi: il lavoro è iniziato a febbraio scorso, e ora 50 persone, a vari livelli, si occupano della produzione dell’innovativo maglione.
L’obiettivo è stato dare al consumatore la sensazione di indossare qualcosa che si muove insieme al corpo: libertà di movimento, comfort e vestibilità ottimali in qualunque situazione, anche in ambienti sovrarislaldati e a qualunque latitudine o longitudine. Ogni maglione è fatto di 500 metri (un po’ più o un po’ meno, a seconda della taglia) di un unico filato. Le prime destinazioni prescelte sono, oltre all’Italia – dove sarà in vendita a metà novembre – Europa, India e Messico (l’intera rete commerciale è composta da 5mila negozi). Nel tempo la produzione è destinata a crescere, e il TV31100 diventerà un prodotto continuativo, senza sostituire sugli scaffali gli altri modelli basici. Una comunicazione molto mirata ai social e al digitale accompagnerà il progetto: l’idea è aprire un filo diretto di comunicazione con i clienti, per recepire le loro richieste (un collo diverso, un colore nuovo) in tempo – quasi – reale.
Benetton Group è una delle aziende di moda più note nel mondo; nonostante la diffusione, ha mantenuto a Treviso il centro di coordinamento e la logistica: qui, in uno dei primi magazzini automatizzati degli anni Ottanta -completamente rinnovato – arrivano tutte le produzioni ovunque realizzate, e da qui vengono smistate ai negozi di tutto il mondo.