Una legge ricorderà Maria e le 2mila donne che sostennero i soldati al fronte della Grande guerra

Il nome più noto è quello di Maria Plozner Mentil, Medaglia d’oro al Valore militare concessa nel 1997 dal Presidente della Repubblica, colpita a morte il 15 febbraio 1916 a soli 32 anni da un cecchino austriaco appostato a circa 300 metri sopra Timau, mentre si concedeva un piccolo riposo dopo avere scaricato la gerla da un pesante carico. Una delle Portatrici carniche, ovvero di quelle donne “che sostennero con coraggio, solidarietà e spirito di servizio i combattenti della Prima Guerra mondiale”. Ora una legge della regione Friuli Venezia Giulia ricorderà le donne che aiutarono i soldati al fronte.

Non è un caso se a Maria è intitolata l’unica caserma italiana che porta il nome di una donna. Sposata, madre di quattro figli, Maria è stata insignita della Medaglia d’oro dal Presidente della Repubblica Scalfaro nel 1997.

maria_plozner_mentil

foto Ana sezione Udine

 

“Un atto doveroso e dal profondo significato nel settantesimo anniversario della nascita della Repubblica italiana e con essa del riconoscimento dei diritti elettorali delle donne. Promuovere il ricordo delle Portatrici carniche, ovvero di quelle donne che sostennero con coraggio, solidarietà e spirito di servizio i combattenti della Prima Guerra mondiale, è un atto doveroso e dal profondo significato nel settantesimo anniversario della nascita della Repubblica italiana e con essa del riconoscimento dei diritti elettorali delle donne”, dice la presidente della regione Debora Serracchiani presentando l’approvazione in via preliminare, da parte della Giunta regionale, del disegno di legge per la “Valorizzazione della memoria della Portatrici carniche e del ruolo della donna nelle due guerre”.

Timau-portatriciIl provvedimento, proposto dall’assessore alla Cultura e Solidarietà Gianni Torrenti, dispone una serie di iniziative organiche per ricordare figure così esemplari dell’inizio secolo: ci saranno una borsa di studio, un Premio biennale, un allestimento che andrà ad arricchire gli spazi del Museo della Grande Guerra di Timau, la riqualificazione di sentieri e la creazione di appositi spazi di divulgazione online.

Furono circa duemila le donne che nell’area del fronte bellico italo-austriaco della Carnia trasportarono munizioni, viveri, medicinali e altro materiale dal fondovalle fino alle posizioni di prima linea sulle montagne, spesso sotto il fuoco nemico. “Queste Portatrici coraggiose sono state le antesignane di grandi doti che si sono manifestate in tutta la storia del Friuli Venezia Giulia – ha detto Serracchiani – e costituiscono una pagina da incorniciare nel percorso di acquisizione di un ruolo nuovo delle donne che si sarebbe accentuato negli anni del Secondo conflitto”.

Il trasporto nelle gerle pesanti, anche più di quaranta chili, avveniva attraverso percorsi di alcune ore, su sentieri accidentati e con dislivelli notevoli e comunque quasi interamente in zona di guerra, con tutti i pericoli conseguenti. Le Portatrici venivano chiamate a ogni ora del giorno e della notte.

“L’eroismo di queste donne – ha rilevato Torrenti – è stato un seme prezioso e rappresenta un esempio per le giovani generazioni, nel cui patrimonio culturale e morale deve trovar posto per essere conosciuto ma anche per stimolare la fiducia e la volontà di affrontare le sfide dell’oggi”. Sovente le Portatrici provvedevano anche al trasporto dei feriti a valle, in modo da poterli far ricoverare tempestivamente negli ospedali da campo.

Un contributo rilevante nel percorso che ha portato al varo del disegno di legge regionale lo si deve alla campionessa olimpica ed ex parlamentare Manuela Di Centa, che da anni e per prima si è impegnata nella valorizzazione della figura delle Portatrici.
“L’obiettivo è far riemergere un pezzo di storia dimenticata e di recuperare le nostre radici, perché se in Carnia e nel Friuli Venezia Giulia siamo cresciute forti, nel fisico e nella testa, ciò non è avvenuto per caso“, ha detto Di Centa. Ricordando che la Repubblica della Carnia fu il primo luogo dove, già nel ’44, le italiane ebbero diritto di voto, “sogno – ha annotato la campionessa – un sentiero che da Paluzza al confine austriaco ricostruisca la vicenda delle Portatrici per i turisti e per le scolaresche”.

Nel dettaglio, il disegno di legge istituisce una borsa di studio in memoria del ruolo delle Portatrici Carniche destinata a studenti universitari e delle scuole secondarie del Friuli Venezia Giulia. Il Premio, invece, bandito a cadenza biennale, sarà attributo a una donna capace di ricordare con il suo comportamento i valori di pace, speranza e solidarietà che hanno contraddistinto le Portatrici carniche. Per la realizzazione di un’area espositiva museale dedicata, la Regione Friuli Venezia Giulia è autorizzata a concedere un finanziamento al Comune di Paluzza. Al fine di valorizzare i percorsi storici delle Portatrici carniche la Regione promuoverà, in chiave storica, culturale e turistica, il recupero dei sentieri che ripercorrono i tracciati dove le donne della Grande Guerra rischiarono e in qualche caso persero la vita. Un portale, infine, garantirà la massima divulgazione interattiva sulla storia delle Portatrici.

Per l’attuazione delle iniziative la Regione sarà supportata da un Comitato scientifico, interno alla Regione stessa e guidato dalla presidente, senza gettoni di presenza ma con soli rimborsi delle spese vive di viaggio.