Immaginate che uno studente europeo voglia iscriversi all’Università di Trento o ad un’altra università italiana, o che uno studente trentino voglia iscriversi all’università europea e possa effettuare online tutti gli adempimenti necessari, in particolare lo scambio di dati e di documenti fra la scuola che ha frequentato e l’università di destinazione.
Immaginate che, al termine degli studi, lo studente trasferisca la sua residenza e le anagrafi dei due Paesi si scambino le informazioni direttamente, con il consenso dell’interessato.
E ora immaginate che – sposando una ragazza del posto – anche i documenti per il matrimonio possano essere scambiati senza intoppi fra i sistemi informativi delle due amministrazioni competenti, in grado di riconoscere un certificato di nascita compilato in lingue diverse e secondo formati diversi.
I dati hanno già modificato le nostre abitudini. Sempre più ci si aspetta di accedere e usufruire dei servizi della Pubblica amministrazione attraverso i cellulari e i siti web in modo semplice e veloce, soddisfando le prorie esigenze indipendentemente dalle logiche e dai processi interni dei diversi enti.
Perché questo sia possibile è indispensabile che le pubbliche amministrazioni europee adottino standard che permettano di incrociare i dati fra loro, non solo dentro gli uffici di un singolo territorio, ma anche tra le regioni dello stesso Stato e dell’Unione europea, in modo sempre nuovo e veloce.
In questo contesto, le Province autonome di Trento e di Bolzano hanno realizzato in stretta sinergia uno sviluppo della piattaforma informatica che entrambe utilizzano per i propri cataloghi open data, adeguandola agli standard europei che descrivono i dati (tecnicamente, i “metadati”) secondo quanto definito per l’Italia da AgID (Agenzia per Italia digitale) così da rendere i dati aperti italiani capaci di “parlare” con i dati aperti europei.
Il catalogo trentino degli open data è ai primi posti in Europa per qualità e numero di dataset pubblicati, circa 5.200, oltre la metà dei quali provenienti dai comuni. Un patrimonio informativo che è stato reso disponibile, allargando così il proprio campo di riutilizzo all’intero contesto europeo. Ma poiché il beneficio di adeguarsi a standard condivisi cresce se più territori e città li adottano, le nuove funzionalità della piattaforma informatica sviluppata in sinergia dalla Provincie autonome di Trento e di Bolzano sono state formalmente messe a disposizione di Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) affinché le renda a sua volta disponibili a tutte le altre amministrazioni italiane che utilizzano quella piattaforma.
Si tratta di una comunità importante, con molte regioni (fra le altre il Veneto, la Toscana, l’Emilia Romagna, la Sardegna) e numerose città (fra cui Firenze e Bari).
I dati aperti italiani possono così “parlare” con i dati aperti europei: tecnologicamente è già possibile, in quanto esistono “vocabolari di base” condivisi in Europa che consentono di eliminare le ambiguità di significato alle informazioni che Paesi diversi possono scambiarsi. In realtà i limiti allo sviluppo di sistemi informativi capaci di dialogare – in termini tecnici, di essere “interoperabili” – dipendono per lo più dal fatto di non applicare in modo diffuso standard comuni che già esistono e sono stati condivisi a livello europeo ma che spesso sono ancora ignorati.
L’Agenzia per l’Italia Digitale ha annunciato nei giorni scorsi sul portale italiano (nodo nazionale) degli open data l’adeguamento e il rilascio dell’estensione DCAT-AP-IT della piattaforma CKAN, realizzata appunto grazie alla collaborazione attiva delle due Province autonome di Trento e Bolzano. Si tratta di una modalità innovativa e propositiva di “fare comunità” sui temi della valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, che fa seguito agli altri significativi risultati ottenuti dal nostro territorio e dalle amministrazioni coinvolte sul tema open data a livello nazionale ed europeo.
Quale lo scopo? Quello di arricchire le banche dati con riferimenti a standard condivisi di natura logica, tecnologica e grafica, così sarà sempre più veloce, economico e facile adeguare anche i servizi delle pubbliche amministrazioni alle puntuali e differenti richieste dei cittadini e delle imprese.
Alcune esperienze pilota già realizzate dalla Provincia di Trento in collaborazione con il Consorzio dei Comuni e avviate nel contesto di progetti europei stanno dimostrando come questa sia la direzione giusta. E’ compito della pubblica amministrazione rendere i dati rintracciabili e intellegibili sia all’interno degli uffici che dentro a contesti nazionali ed europei, è compito delle imprese cogliere l’opportunità di sviluppare e riaggregare questi dati mediante servizi centrati sulla domanda degli utenti. Prezioso in questo senso il fatto che la piattaforma open data delle due Province autonome condivida la medesima struttura già predisposta per il trilinguismo.
Spetta ora ai singoli titolari dei dati, supportati dal progetto Open data in Trentino, cogliere questa opportunità e avere cura dei propri dati come di un bene di valore per lo sviluppo del nostro territorio.
Per saperne di più: il sito del Progetto open data in Trentino e la collaborazione con Bolzano. Qui invece c’è un esempio di metadati applicati alle botteghe storiche.