Marilisa Allegrini, veronese, è la prima donna italiana a conquistare la copertina di Wine Spectator, la rivista considerata la Bibbia del mondo del vino che , ad ogni numero, raggiunge oltre 3 milioni di persone.
Il numero di aprile (in uscita lunedì 20 marzo) vede la protagonista della cover story – con il titolo “Italy’s Allegrini – A family saga leads to great wines” – ripercorrere la storia della sua famiglia, che l’ha portata alla guida, con i fratelli Franco e Walter, di una delle aziende vitivinicole più importanti in Italia. Dalla Valpolicella, dove Allegrini affonda le proprie radici, per arrivare alla Toscana, con le tenute di Poggio al Tesoro a Bolgheri e San Polo a Montalcino.
«Quando nostro padre scomparve prematuramente nel 1983 eravamo giovani e molto preoccupati della responsabilità di portare avanti l’azienda di famiglia. Ricordo le parole di mio fratello Walter: “Dobbiamo combattere come leoni perché l’azienda sopravviva”».
Oggi Allegrini, si legge nell’articolo scritto da Robert Camuto, è divenuto uno dei brand leader in Italia e nel mondo; Marilisa, Franco e Walter hanno saputo formare una squadra che ha messo assieme i punti di forza individuali, valorizzando al meglio la produzione di un territorio pieno di storia come la Valpolicella.
Marilisa rappresenta la sesta generazione in azienda, e già la settima si sta facendo avanti: ancora più al passato risale la presenza della famiglia in Valpolicella.
La sua storia di imprenditrice è frutto anche dell’intuizione del padre: «Quando sono rientrata in azienda provenivo da una esperienza di lavoro diversa: tipicamente, le aziende agricole venete avevano bisogno del figlio maschio. Mio padre invece ha fortemente voluto la mia presenza nonostante la mia scelta di fare qualcosa di differente: aveva probabilmente capito che il ruolo femminile poteva dare un valore aggiunto in altri ambiti oltre a quello della produzione», ha raccontato lei stessa, che oggi segue la parte commerciale, in una delle “serate di marca” organizzate a Verona. E’ il 1981 quando rientra in azienda, «ho avuto solo due anni con mio padre vicino, ma in quel poco tempo ho imparato molto»:
Alla figlia che già è entrata, con i cugini, in azienda, «vorrei insegnare a gestire la difficoltà, le sfide e gli errori, perché proprio sapere cosa fare nei momenti difficili e nelle complessità è la parte più importante, e in un percorso imprenditoriale inevitabilmente ce ne sono. A gestire un successo, sono capaci tutti».
«Wine Spectator – commenta Marilisa Allegrini – rappresenta, per ogni produttore e per ogni appassionato di vino, il simbolo di come la stampa possa avere un importantissimo ruolo educativo e divulgativo. Ricordo di essere rimasta colpita da questa pubblicazione fin dai miei primi viaggi negli Stati Uniti. Wine Spectator è seguito non solo negli Stati Uniti e nei Paesi europei, ma ha anche un fortissimo ascendente nei mercati asiatici. La copertina rappresenta per me il coronamento di un sogno e il riconoscimento del mio impegno e dedizione al mondo del vino, che ho amato fin da bambina. Quando è venuto il momento, mi sono rimboccata le maniche, non ho mai contato le ore di lavoro, anche a scapito del ruolo di madre, e ho promosso la mia azienda, ma anche la terra in cui sono nata. Ho cercato di essere prima di tutto vera ambasciatrice del nostro Paese».
Nel 1992 Palazzo della Torre, in Usa tra i simboli della rinascita del vino italiano e della Valpolicella, aveva conquistato la copertina della rivista di allora, che assomigliava ad un quotidiano e non era la pubblicazione patinata che è diventata. Wine Spectator sarà come ogni anno a Verona il giorno prima di Vinitaly, per presentare le 100 migliori etichette italiane. E’ l’unico evento al di fuori degli Stati Uniti, un segnale di quanto la rivista tenga in considerazione la produzione enologica del nostro Paese.