Una sorta di gigantesco X-Factor provinciale, che coinvolge quasi 800 studenti delle superiori; qualcuno sta su un palco, altri partecipano a contest di fotografia o disegno, e poi ci sono i giochi senza frontiere, cantanti solisti e gruppi musicali, quizzoni e teatro sia drammatico che comico.
Quest’anno poi – si prosegue fino all’8 aprile – i numeri non sono mai stati così alti: 16 scuole iscritte, 758 studenti impegnati nelle 311 esibizioni in calendario, nelle piazze ma anche nei teatri (esauriti), eventi in ogni luogo della città.
Per chi pensa che il calcetto sia una metafora di competenze trasversali e relazioni e che aiuti anche a trovare lavoro, una buona palestra e un osservatorio che ha pochi paragoni.
Un percorso formativo extracurriculare che genera professionalità e coesione sociale.E in effetti chi oggi organizza è stato, in passato, fra i giovani in gara: «Siamo una quarantina di volontari, e tutti abbiamo partecipato quando eravamo studenti – racconta Elisa Weiss, presidente dell’Artist club – Una volta finite le superiori abbiamo voluto assicurare a chi veniva dopo la nostra stessa opportunità: avvicinarsi alla cultura nelle sue più diverse forme, imparare a organizzarsi il tempo visto che tutto si svolge nel tempo libero dalla scuola in senso stretto. In fondo sono le famose competenze trasversali che tutti citano come fondamentali».Così il Festival Studentesco dell’Alto Adige, che mette in gara le scuole, diventa un esempio unico in Italia di come arte e cultura possano servire a valorizzare e far crescere i ragazzi. Una manifestazione con una storia: nell’archivio si parte dal 1951, dopo le prime edizioni si allarga a coinvolgere tutte le Tre Venezie, si fa inevitabilmente influenzare dalle contestazioni e dalle tensioni dei primi anni Settanta, salta anche qualche annata, finisce sui giornali fra beat e capelloni, racconta di contestazioni e tentativi di pacificazione. A inizio anni Novanta sfida perfino un divieto anti rock (rientrato). Alle categorie si aggiungono il cinema, la poesia, e nel 1999 per la prima volta c’è un sito internet a raccontare le sfide degli studenti.
Nata come manifestazione tipicamente «italiana» ora il Festival Studentesco – finanziato dalla Provincia Autonoma di Bolzano con 50mila euro l’anno – ha coinvolto anche le principali scuole tedesche della città diventando un formidabile strumento di integrazione tra lingue, etnie, generazioni. «Grazie a questa esperienza – spiega Elisa Weiss, presidente dell’Artist Club – molti di noi hanno capito quale era la propria strada, crescendo sia dal punto di vista umano che professionale». «Il Festival Studentesco – spiega il vicepresidente dalla Provincia Autonoma Christian Tommasini – fa bene al processo educativo dei nostri giovani e rappresenta un vantaggio anche per la