Investire in produzioni cinematografiche conviene all’impresa; si può detrarre l’investimento dalle tasse e – puntando sul film giusto – il ritorno di immagine fa volare il fatturato. Lo sanno bene al Biscottificio di Verona che ha finanziato “La grande bellezza”, il capolavoro di Servillo, e ora è conosciuto in tutto il mondo. Un metodo che ha dato risultati sia economici che promozionali, tanto che dopo l’Oscar l’azienda ha puntato su altri due film, Hungry hearts e A bigger splash, entrambi passati in concorso a Venezia.
“Un investimento finanziario, ma anche e soprattutto di immagine”, spiega Luca Marini, seconda generazione in azienda, “e che non fa venire meno forme tradizionali di comunicazione come le sponsorizzazioni sportive”. Il Biscottificio realizza il fatturato (10 milioni di euro, 20 dipendenti a Legnago, Verona) per l’80% all’estero fra Europa, Nord America, Asia, Australia e Nord Africa. I tre film che ha sponsorizzato (con un milione di euro) fatto da volano alle vendite che crescono del 5% (con punte del 10%) l’anno, grazie anche al logo aziendale visibile nei titoli di testa e coda del film,
L’esempio del Biscottificio è stato al centro del convegno “Opportunità e Vantaggi dell’Investimento nel cinema. Tax credit e altri benefici per le aziende esterne alla filiera cinematografica”, organizzato da Camera di Commercio veronese in collaborazione con la Verona Film Commission del Comune di Verona e con l’Ordine dei Commercialisti di Verona.
“L’investimento ha dei ritorni immediati – ha spiegato il consulente per il tax credit del Biscottificio Marini, Riccardo Favato – dato che una buona parte di quanto versato alla società di produzione ti viene restituito sotto forma di anticipo sugli utili del film. In più è certa la detrazione dalle tasse con le compensazioni nell’f24. Se si punta sul film giusto e si firma un buon contratto con la casa di produzione, si può guadagnare un profitto del 10%. Se poi il film ha il successo della Grande Bellezza, si partecipa alla divisione degli utili e quindi l’investimento può essere molto remunerativo, oltre a tutto il ritorno di immagine con un tocco di glamour, red carpet e comparsate varie”.
“Aspetti finanziari a parte, l’utilizzo della promozione di film – ha affermato Silvia Nicolis, componente di Giunta della Camera di Commercio di Verona – è una leva di marketing tutta da scoprire. Gli appassionati di cinema e tv sono numerosi e l’ingresso nei canali media in modo indiretto, rispetto alla pubblicità tradizionale, può avere molta efficacia. Tanto più che l’industria del cinema è particolarmente attiva, anche se vive di vicende alterne. Nel 2015 il sistema produttivo culturale e creativo in Italia ha sfiorato i 90 miliardi di euro di valore aggiunto (+538 milioni di euro rispetto al 2011), ovvero il 6,1% del Pil, impiegando quasi 1,5 milioni di occupati. Questa è l’ennesima conferma che l’impresa culturale può esistere e fare profitti”.
Verona si colloca al 19° posto nella classifica italiana, con un’incidenza di valore aggiunto pari al 5,8% e con un’occupazione in Cultura del 6,6%, superiore al dato registrato a livello nazionale (che si ferma a 6,1%).
“Collaboriamo con la Camera di Commercio – ha aggiunto Antonia Pavesi, consigliera incaricata alla Cultura del Comune di Verona – proprio per sensibilizzare maggiormente le imprese locali ad investire in produzioni cinematografiche non solo in generale, ma soprattutto qui a Verona. Verona Film Commission individua location e facilitazioni per le riprese di una sessantina di programmi televisivi, fim, documentari, spot all’anno. Diamo servizio a troupe di tutto il mondo con un ritorno di immagine enorme per la nostra città. Tanto per citare un esempio, sta per uscire in India un film “Bolliwood” girato anche a Verona”.
Analoga sensibilizzazione, ma per i professionisti locali, l’ha auspicata il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Verona, Alberto Mion: “Un contratto di investimento di questo tipo è uno innovativo strumento che ognuno di noi deve conoscere meglio per poterlo proporre alla propria clientela”.
Il tax credit prevede una detrazione dalle imposte variabile tra il 30 e il 40% dell’investimento, in base alle due leggi che l’hanno istituito la 244 del 2007 e la recente 220 dello scorso anno.