Stanno tutti bene, e sono arrivati in Italia, pronti ad affrontare domani 25 agosto la prossima tappa del viaggio.
Un ingresso sul suolo nazionale con atterraggio di emergenza per i 31 ibis eremita, specie migratoria estinta in Europa dal XVII secolo e reintrodotta in natura con il progetto europeo “Reason for hope” .
Gli ibis, nati allo zoo di Rosegg nell’aprile scorso, sono in viaggio verso le temperature miti della Toscana, guidati da due mamme adottive a bordo di due ultraleggeri: giunti all’altezza di Merano ieri pomeriggio, nel mezzo della terza tappa che avrebbe dovuto condurre lo stormo dal Tirolo austriaco a Cavalese, sono stati attaccati da un’aquila a 1.700 metri di quota, provocando momenti di disorientamento nella formazione di volo. A nulla è valso il tentativo di ridurre l’altitudine per evitare il rapace: lo stormo ha optato per un atterraggio di emergenza a Meltina, 28 km a sud di Merano. Manovra perfettamente riuscita, tutti gli ibis eremita stanno bene e sono in attesa di riprendere la rotta di svernamento.
La terza tappa doveva portare il team a Cavalese, in provincia di Trento, dopo aver guidato lo stormo a 2.200 metri. A quel punto, con il primo grande ostacolo delle Alpi superato, il gruppo avrebbe avuto strada aperta verso Belluno, per poi raggiungere la valle del Delta del Po. Invece, sulle montagne che dominano Bolzano a 1.200 metri di quota, il Waldrappteam e il Parco Natura Viva hanno dovuto allestire un campo tanto “imprevisto” quanto suggestivo, che ha portato però alcuni stravolgimenti necessari alle soste in programma: salta la tappa di Cavalese e anche quella di Belluno, si riparte venerdì 25 per andare dritti a sud e fermarsi nei pressi di Thiene (VI). Da lì, si riprenderà la rotta consueta verso la valle del Delta del Po.
Quest’anno la migrazione è da primato: tutti i piccoli nati allo zoo di Rosegg nell’aprile scorso hanno superato i 3 mesi di addestramento al volo e in 31 hanno concluso la prima tappa della migrazione guidata che dalla Germania li condurrà verso le temperature miti dell’Italia.
Una volta in Toscana, la destinazione conclusiva è all’Oasi di Orbetello.
Gli uccelli e le due mamme adottive avranno percorso più di 1000 chilometri e impiegato almeno due settimane, forse tre, scandite in 5 o 6 tappe. E avranno compiuto per la quarta volta dall’inizio del progetto europeo per la reintroduzione in natura dell’ibis eremita “Reason for hope”, l’impresa di insegnare la rotta verso il clima mite dell’Italia ad una specie migratoria estinta in Europa dal XVII secolo. In primavera, quando sarà il momento di rientrare nei quartieri invernali di Germania e Austria, gli ibis eremita saranno in grado di percorrere la propria strada in senso inverso, autonomamente e senza più bisogno dell’aiuto dell’uomo.
Qui c’è il video della prima tappa al link (e la pagina Facebook)
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