ANFAO, Associazione Nazionale Fabbricanti Articoli Ottici di Confindustria, ha presentato i dati dell’occhialeria italiana del 2017: l’export continua a crescere +3,2% a 3,7 miliardi di euro e gli occhiali italiani – con il distretto bellunese in prima fila – si confermano protagonisti su tutti i mercati mondiali. Contestualmente, il presidente di ANFAO Giovanni Vitaloni ha presentato MIDO 2018, l’evento dell’eyewear più importante al mondo, che si chiude oggi alla Fiera di Rho.
Il quadro economico generale si è riflesso anche sui risultati dell’occhialeria italiana. A livello di esportazioni, il 2017 è stato un altro anno di quella che abbiamo definito “crescita normale”, allineata con una dimensione più vicina ai nuovi paradigmi generali post crisi. È bene ricordare che ante-crisi, fino al 2007, il Pil mondiale aumentava del 3,2% annuo, mentre gli scambi di beni del 6,8%, oggi i tassi di entrambi sono inferiori. Sul mercato interno, invece, l’abbrivio che sembra aver ritrovato il Paese non si è registrato per il settore, i consumi restano asfittici e complessivamente si è chiuso in leggera flessione.
«Le aziende bellunesi presenti a Mido quest’anno sono circa una cinquantina – spiega Lorraine Berton, presidente di Sipao e vice presidente di Anfao – i dati del settore a preconsuntivo segnano un andamento positivo con una crescita dell’export di poco superiore al 3% in valore, crescita normale, ma sostanzialmente crescita (oltre 3,7 miliardi di euro il valore assoluto). Restano fondamentali i mercati di USA ed Europa (in USA a trainare sono le montature, in Europa il sole), a livello di occupati e aziende il 2017 chiude con una sostanziale stabilità. La produzione è in linea con l’export quindi in crescita di circa 3 punti percentuali (3,8 miliardi di euro). L’occhialeria che, seppur con un incremento non più eclatante come quello segnato negli anni appena trascorsi, cresce più degli altri comparti del Paese».
«Oggi Mido è l’appuntamento di riferimento per la filiera dell’occhiale a livello internazionale e rappresenta una straordinaria occasione di valorizzazione del Made in Italy nel mondo – commenta Carlo Bonomi, presidente di Assolombarda – È una vetrina della capacità di innovazione delle nostre imprese e dell’eccellente qualità e bellezza dei nostri prodotti. Non a caso la creatività è da sempre una caratteristica del DNA italiano, basti pensare che l’Italia rappresenta il 16,5% delle imprese europee della filiera creativa».
Friuli in Canada per l’innovazione
Una prima giornata di visite a incubatori e istituzioni del comparto innovazione a Toronto e, quindi, “Icco Innova Award”, evento a cui prenderanno ospiti selezionati della comunità business dell’Ontario e delle principali istituzioni, con particolare riguardo a quelle preposte allo sviluppo dei settori innovativi in Canada, nel cui ambito ci sarà uno speciale focus sul Friuli, con la presentazione del comparto innovazione della regione tramite un seminario, nonché la selezione e la premiazione di un’azienda friulana nel corso dell’evento – con l’Italy Canada award.
Il progetto, ufficializzato in un accordo siglato da tutti i partner, fornisce assistenza professionale alle aziende italiane e canadesi, alle Università, ai centri di ricerca e organizzazioni imprenditoriali che operano in settori tradizionalmente contraddistinti dall’esigenza di innovare costantemente i prodotti o servizi. Questi settori comprendono informatica, alta tecnologia, aerospazio, chimica e farmaceutica, biotecnologie, design, meccanica (anche applicata al settore agroalimentare e altri beni di consumo).
Marmo: Italia primo fornitore
di macchinari per le cave egiziane
È made in Italy il motore dell’industria lapidea in Egitto. Portano il marchio di fabbrica italiano, infatti, la maggior parte dei macchinari utilizzati dalle oltre 550 cave locali per estrarre, tagliare e lavorare 5,2 milioni di tonnellate di marmi e graniti ogni anno.
Nel 2016 (ultimo dato disponibile), l’Italia ha superato lo storico rivale cinese quale primo fornitore di tecnologie in Egitto, recuperando dopo tre anni il primo posto in classifica con il 47,3% delle quote di mercato e un fatturato pari a 9 milioni di euro. A certificare il sorpasso tricolore sono i dati della ricerca Marble and Natural Stone in Egypt, curata dall’esperto Carlo Montani. Lo studio è stato presentato in anteprima nel corso di Marmomac Samoter Egypt – Forum for the Construction Industry, l’appuntamento dedicato ai settori della pietra naturale e dei macchinari per l’edilizia, organizzato da Veronafiere al Cairo il 18 e il 19 febbraio.
Nel Paese nordafricano, la pietra naturale gioca un ruolo primario anche nel settore delle costruzioni, in continua crescita grazie al programma statale di investimenti al 2020 per oltre un milione di unità abitative, strutture alberghieri e resort di lusso al Cairo, sul Mar Rosso e sulla costa nord e la realizzazione, lungo il canale di Suez, di un imponente polo logistico ed industriale.
Le opportunità di business per le imprese italiane, quindi, non mancano. Per favorirle, Veronafiere ha promosso la due-giorni al Cairo, accompagnando una missione imprenditoriale di aziende top italiane nel campo delle tecnologie lapidee (Epiroc/Atlas Copco, Pedrini, Cobalm, Klindex, Pentachem, Bunker e Tesimag) con l’obiettivo di incontrare oltre 100 operatori egiziani rappresentativi di tutta la filiera. Il format della manifestazione ha previsto seminari tecnici e una visita al distretto industriale di lavorazione più importante del Cairo di Shak el Thoban.
L’evento ha avuto la collaborazione di ICE-Agenzia, il patrocinio dell’ambasciata italiana al Cairo e il coordinamento scientifico di Isim-Istituto internazionale del marmo.
Il Veneto collabora con la regione di Armavir
“Mentre qualcuno si preoccupa di mettere sanzioni, come quelle alla Russia, il Veneto apre invece canali di sviluppo economico”. E’ quanto ha detto l’assessore regionale allo Sviluppo economico veneto incontrando nei giorni scorsi a Palazzo Balbi il governatore e una delegazione della regione armena di Armavir, insieme ad una rappresentanza delle categorie produttive e delle università del Veneto.
“La presenza qui delle università – ha detto ancora l’assessore – l’abbiamo voluta perché la Regione sta lavorando con loro in maniera importante. Nel corso del 2017 abbiamo presentato il primo piano industriale del Veneto che nasce da questa collaborazione e ha tra i suoi capisaldi l’innovazione tecnologica e la ricerca per essere competitivi nel mondo. Le imprese venete sono per lo più di piccola dimensione e noi mettiamo risorse perché possano fare ricerca e innovazione per restare sul mercato. Questa è la via che proponiamo anche ad Armavir, i cui mercati sono per noi importanti e strategici e con cui siamo disponibili a incrementare i rapporti sia economici, sia culturali che con il Veneto sono storicamente di assoluta fratellanza”.
Il governatore armeno Ashot Ghahramanyan da parte sua ha ricordato il patrimonio storico e architettonico di Armavir, cuore spirituale dell’Armenia che ha invitato i Veneti a visitare, e si è detto convinto che ci sono tutte le condizioni per sviluppare opportunità di interrelazione per il futuro.
Rizzani de Eccher costruisce la nuova sede Gazprom
Il gruppo friulano delle costruzioni Rizzani de Eccher – oltre 5mila addetti e fatturato di oltre 1,1 miliardi di euro, realizzato per il 90% all’estero – ha vinto la gara per la costruzione di un centro multifunzionale a Minsk (Bielorussia), per un valore di 630 milioni di dollari. Il contratto riguarda anche quella che sarà la sede del più grande gruppo petrolifero del mondo, Gazprom. La stessa azienda aveva già vinto, qualche anno fa, la commessa da Gazprom Space Technology per la realizzazione di un’industria high tech per la fabbricazione di satelliti commerciali del valore di circa 215 milioni di dollari.
L’azienda – base a Cergnacco, Udine – attraverso la controllata Codest International Srl (società di diritto italiano controllata al 100% da Rizzani de Eccher) opera nell’area CIS (la comunità degli stati indipendenti nata dopo la dissoluzione dell’Unione sovietica) da oltre 30 anni.
Rizzani de Eccher è un gruppo che riunisce varie società,fra cui la stessa Codest, specializzate nel general contracting di edilizia e infrastrutture, oltre che nell’ingegneria e attrezzature speciali per ponti e viadotti ; è attivo in oltre 30 Paesi, con lavori in esecuzione per oltre 4 miliardi. Attraverso Codest è presente dal 1985 sia in Russia che in molti Paesi ex Urss, dove ha portato a termine oltre 120 progetti, consolidando la propria leadership nella realizzazione di hotel di lusso (Hyatt, Four Seasons, Kempinsky, Radisson), sedi di banche e compagnie multinazionali, edifici residenziali di lusso, complessi industriali e infrastrutture per soddisfare i crescenti bisogni di questo mercato «che – spiega Claudio De Eccher – manifesta grande simpatia per le aziende italiane, alle quali riconosce qualità e affidabilità» .
Nel 2012 e 2014 Codest ha due firmato con la società UK Dynamo due contratti per la realizzazione del complesso multifunzionale “VTB Arena Park”, del valore complessivo di circa 1,7 milioni di euro: sull’area, centralissima, di 32 ettari, il progetto prevede lo stadio centrale della leggendaria squadra Dynamo di Mosca, intitolato a Lev Yashin, che comprende anche un’arena sportiva e un centro commerciale integrati nello stesso edificio, nonché un complesso edilizio di tredici palazzi.
Lo stadio potrà ospitare fino a 33mila spettatori, mentre l’Arena, con una configurazione trasformabile per hockey, basket e volley oltre a spettacoli, potrà ospitare fino a 14mila persone. La prima fase della costruzione si è conclusa il 22 ottobre 2017 con la posa del manto erboso sul campo dello stadio e l’apertura dell’ “Hyatt Regency Mosca Petrovsky Park” a l cinque stelle. Codest ha impiegato nel cantiere fino a 2.500 persone fra le quali i migliori specialisti italiani del settore e manodopera locale selezionata e altamente qualificata. Ma non c’è solo estero: a Venezia lo scorso ottobre Rizzani de Eccher si è aggiudicata l’appalto per la riqualificazione e il restauro conservativo degli apparati decorati, delle Procuratie Vecchie di piazza San Marco a Venezia.