Coldiretti Veneto ha promosso in Consiglio regionale una proposta di legge volta a “promuovere e sostenere la filiera per incrementare la coltivazione di canapa su tutto il territorio”. Una scelta che si spiega con “l’interesse in quasi tutte le province venete per la canapa quale pianta multiuso dalle tante potenzialità”. I diretti interessati sono gli agricoltori “che intendono diversificare la propria attività con questo nuovo indirizzo agronomico. I tecnici di Coldiretti sottolineano la versatilità di questa coltura e le molteplici opportunità di mercato. Impiegata per la cosmesi, gli alimenti, edilizia sostenibile, per materiali biodegradibili, detersivi, carta, imballaggi, biocombustibili, la canapa appartiene da sempre alla storia delle campagne del NordEst e in questo particolare momento sta vivendo una seconda stagione grazie ad una legislazione nazionale che favorisce la sua reintroduzione”.
A tal proposito – fa sapere l’associazione – la Regione Veneto, comprese le istanze del mondo agricolo, intende sostenere anche economicamente con una apposita legge la produzione e trasformazione della canapa locale attivando ad esempio progetti pilota in ambito dal forte valore ambientale e studi di fattibilità prevedendo una meccanizzazione ad hoc per agevolare le imprese nella raccolta del prodotto.
Coldiretti auspica che l’iter da poco avviato con il deposito del testo normativo sia rapido quanto l’interesse dimostrato dagli imprenditori agricoli. “Una politica regionale attenta ai bisogni emergenti – spiega Coldiretti – è sinonimo di attenzione per il settore agricolo sempre più dinamico e aperto all’innovazione”.
Aspettando la legge, le iniziative si moltiplicano: a Treviso, ad esempio, l’apertura del primo negozio autorizzato a vendere canapa in maniera legale è solo la punta dell’iceberg di un processo che potrebbe declinare anche l’agricoltura trevigiana alla vocazione a nuove colture che possono dare un futuro soddisfacente in termini di redditività ai nostri produttori agricoli. Una coltura alternativa che può sviluppare anche prodotti alternativi dalla cosmesi all’alimentazione umana e animale, dal tessile fino alla bioedilizia. Coldiretti Treviso da tempo sta approfondendo le opportunità che le nuove colture potrebbe garantire al settore primario della Marca trevigiana, dalle nocciole al melograno, dal gelso/bachi da seta alla canapa appunto.
E proprio oggi, mercoledì 21 marzo 2018, alla coltivazione della canapa è dedicata una conferenza informativa (dalle ore 9,30 all’hotel Maggior Consiglio a Treviso). Tra i relatori anche alcuni produttori pionieri nella Marca con le prime coltivazioni di canapa made in Treviso. In questa area la coltivazione di canapa riguarda circa 18 ettari e interessa al momento una dozzina di imprenditori agricoli. Al convegno i saluti iniziali del presidente di Coldiretti Treviso, Walter Feltrin: “Importiamo prodotti a base di canapa da numerosi Paesi esteri, mi riferisco alla bioedilizia e all’abbigliamento per fare solo degli esempi – sottolinea il presidente di Coldiretti Treviso – E’ tempo di ragionare se cogliere l’occasione di produrre in casa nostra delle colture che potrebbero dare numerose soddisfazioni”.
Una curiosità; fra le tante specialità prodotte nei microbirrifici del Veneto c’è anche quella aromatizzata alla canapa (oltre che al carciofo, alle visciole, al radicchio rosso tardivo Igp o al riso….). Oltre a contribuire all’economia la birra artigianale rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35 che sono i più attratti – sostiene Coldiretti – e anche su questo tema il Veneto ha approvato una innovativa legge regionale.
Quando si parla di canapa si pensa subito alla sostanza stupefacente, ma in pochi sanno che questa pianta così versatile in molti casi può perfettamente sostituire il petrolio, ad esempio per quanto concerne la produzione di carburanti e materie plastiche, oltre a rappresentare nel contempo un’alternativa ecologica al cotone per la produzione di fibre tessili, una risorsa alimentare da non sottovalutare ed una materia prima adatta per la fabbricazione di carta e di materiali per l’edilizia.
Canapa significa, ricorda l’associazione:
- i semi (privi di Thc) come un alimento sorprendentemente nutriente
- l’Olio di canapa quale prezioso integratore naturale
- canapa per la bonifica di terreni contaminati da metalli pesanti attraverso un processo denominato “phytoremediation”
- la pianta di canapa è considerata maggiormente produttiva rispetto al cotone per quanto concerne le fibre tessili
- la canapa può essere considerata come un importante sostituto del legno nell’ambito dell’edilizia e della falegnameria
- è sempre più impiegata in edilizia come sostituto del cemento e dei mattoni (bioedilizia)
- la cellulosa contenuta nella pianta permette infatti di ottenere materiali plastici degradabili che possono essere utilizzati per la produzione di imballaggi e di materiali da impiegare con una funzione isolanti…
- …combustibili…
- …e carta
- Pacciamatura: Il fusto di canapa truciolato, infatti, può essere utilizzato per effettuare un’operazione spesso considerata di basilare importanza in agricoltura e giardinaggio. Si tratta della pacciamatura. Per impedire la crescita delle erbacce e proteggere il terreno da precipitazioni ed erosione.
A proposito di canapa: si chiama Campo libero e nasce nell’estate 2016 dalla tesi di Andrea Sebastianelli, abruzzese, e Stefania Zanetti, trentina, entrambi studenti 25enni, iscritti al master in Eco Social Design alla Libera Università di Bolzano; insieme si sono occupati di analizzare il contesto agricolo dell’Alto Adige e hanno notato che si stava sviluppando un movimento nascente intorno alla coltivazione della canapa come rivalutazione di una coltura moderna e più sostenibile. L’obiettivo è creare una vera e propria nuova filiera legata alla coltivazione della canapa in Trentino Alto Adige, con le successive ricadute sui processi di lavorazione e produzione di un’alternativa green alle plastiche sintetiche. Nelle foto alcuni prototipi.
La tesi di due 25enni per rilanciare la filiera della canapa dal contadino al designer