“Dietro a una startup rivoluzionaria c’è un hub tenace, pronto a consigliarla e a sostenerla, affinché sviluppi al meglio le sue potenzialità”. è questa la filosofia che ha portato la Commissione europea ad istituire il Copernicus Incubation Programme, un riconoscimento appositamente pensato per le startup innovative incubate e per gli incubatori che le ospitano. In palio sette premi del valore di 50mila euro ciascuno, da utilizzare per implementare nuove tecnologie satellitari nell’ambito delle smart city, della comunicazione, dell’agricoltura e della pubblica amministrazione. A salire sul podio per l’Italia, nel 2018, un binomio tutto trentino, formato dalla startup MobyGIS e da Trentino Sviluppo.
MobyGIS, fondata nel 2014 dall’ingegnere Matteo Dall’Amico e insediata nel Business Innovation Centre di Pergine Valsugana, è stata premiata per “Eddimap”, un’app per la quantificazione delle risorse idriche su larga scala che integra diversi tipi di dati (immagini satellitari, previsioni meteo e dati registrati dalle stazioni a terra) senza bisogno di interventi sul campo o dell’installazione di sensori.
Tale sistema, proposto inizialmente con il nome di “MySnowMaps” per offrire agli amanti degli sport invernali informazioni aggiornate e precise sulle condizioni del manto nevoso in ogni valle e versante, è stato poi adottato anche da diversi centri valanghe sulle Alpi e sugli Appennini per migliorare la sicurezza di chi effettua escursioni su piste non battute. La natura poliedrica dell’app fa poi sì che si presti anche a numerosi impieghi “fuori-stagione”: avere dati accurati sull’innevamento e sulle temperature permette infatti di prevedere con un buon margine di precisione la quantità d’acqua che confluirà nei fiumi al momento del disgelo, aiutando le autorità di bacino, ma anche gli agricoltori e i gestori delle centrali idroelettriche, ad adottare gli opportuni correttivi sia in caso di piena che di siccità.
“Avere accesso ai fondi del Copernicus Incubation Programme – spiega Matteo Dall’Amico – ci permetterà di lavorare su due fronti: in primis sull’accuratezza delle informazioni che mettiamo a disposizione dei nostri utenti e in secondo luogo sulla scalabilità. Avendo libero accesso ai dati satellitari potremmo infatti estendere l’utilizzo di Eddimap a catene montuose diverse dalle Alpi e dagli Appenini, dove già siamo presenti. Penso ad esempio ai Pirenei o ai Carpazi”.