Ancora una volta Permasteelisa porta a Londra il Made in Italy, con la realizzazione del progetto “Battersea Phase 3A”, i cui edifici contribuiscono a realizzare l’ambiziosa riconversione della centrale elettrica Battersea Power Station. La commessa, del valore complessivo di oltre 70 milioni di euro, prevede la progettazione, produzione ed installazione di oltre 27.000 mq di facciata estremamente complessa che darà forma all’idea architettonica disegnata dallo studio Gehry Partners.
Ispirata allo stile Regency tipicamente londinese, la facciata è stata progettata per massimizzare la luminosità degli edifici, grazie alla particolare forma movimentata generata dai volumi sporgenti e rientranti dei giardini di inverno e delle terrazze. Inoltre, la scelta di utilizzare per la facciata principale pannelli di lamiera bianca in alluminio permette di irrorare gli spazi comuni compresi tra gli edifici con una luce calda e avvolgente, grazie ai raggi solari che si riflettono sulla facciata. Infine, la sua forma ondulata si rifà al tema delle vele, che Frank Gehry ha utilizzato come ispirazione anche in altre sue opere; tra queste, la Walt Disney Concert Hall, anch’essa realizzata dal Gruppo Permasteelisa, è forse la più famosa.
“Siamo orgogliosi di continuare la nostra lunga collaborazione con Frank Gehry – ha commentato l’ad del Gruppo Permasteelisa, Riccardo Mollo – dimostrando ancora una volta la nostra capacità di trasformare in realtà le idee degli architetti più visionari applicando tecnologie innovative che permettono tra l’altro di raggiungere i più elevati parametri di sostenibilità ambientale”.
Permasteelisa ha messo in campo il suo know-how ed expertise per soddisfare appieno tutte le specifiche architettoniche e di performance che caratterizzano questo progetto, confermando nuovamente la comprovata esperienza dell’azienda nel trasformare in realtà anche le architetture più complesse attraverso l’ingegnerizzazione delle forme.
Battersea Phase 3A ha rappresentato una grande sfida per i designer e gli ingegneri di Permasteelisa, in particolare:
- Il progetto aspira ad ottenere la certificazione ambientale BREEAM Excellent: per questo i pannelli visivi delle cellule sono stati equipaggiati con vetri extra-chiari con coating basso emissivi ad alte prestazioni termiche e solari, in modo da garantire il risparmio energetico, pur massimizzando l’apporto luminoso esterno.
- Il design innovativo ha richiesto l’ingegnerizzazione e produzione di ben 900 cellule, con profilo in alluminio e dotate di tamponatura con doppiovetro oppure opaca, tutte diverse tra loro e dotate anche di apribili, sia ad ante che scorrevoli.
- La forma ondulata della facciata ha richiesto circa 000 tamponature chiuse di alluminio dalla forma unica e non ripetitiva realizzate su misura. Sono queste infatti che permettono di creare la forma ondulata e sinuosa voluta dal progettista.
La progettazione e la produzione della facciata si articoleranno su un periodo di circa 18 mesi, coinvolgendo un numero medio di 70 professionisti dell’ufficio tecnico in Italia, per un totale di circa 600 disegni e numerosi studi 3D. La posa della prima cellula è prevista per il secondo trimestre 2019, e l’installazione durerà circa un anno e mezzo.
La logistica giocherà un ruolo fondamentale: il cantiere è infatti caratterizzato da forti limiti di accesso oltre ad essere molto “affollato” per via del numero di edifici in costruzione contemporaneamente.
Situata sulla riva sud del Tamigi, Battersea Power Station è stata progettata sulla base di rigorosi principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale, con l’obiettivo di offrire soluzioni residenziali ad elevato standard qualitativo nel centro del distretto di Nine Elms. Con circa 4.000 residenze, oltre 250 negozi, uffici e strutture per il tempo libero, bar, alberghi e ristoranti, l’area sarà una città-all’interno-della-città con sette ettari di spazio pubblico.
Italia Croazia, approvati 50 progetti
La Regione del Veneto, che gestisce il Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia-Croazia 2014/2020, ha comunicato l’approvazione di 50 progetti sui 197 presentati per un importo totale di più di 101 milioni di Euro (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – FESR), a seguito della riunione del Comitato di Sorveglianza del Programma tenutasi a Venezia il 19 e 20 luglio. Si tratta dei progetti selezionati nell’ambito del primo bando del Programma dedicato ai temi dell’innovazione, della sicurezza e resilienza, della salvaguardia dell’ambiente e del patrimonio culturale e del trasporto marittimo.
Sono 4 i progetti a cui partecipa l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, in cooperazione con le principali autorità portuali dell’Adriatico, che sono risultati tutti approvati e finanziati al 100% per un totale di 10,9 mln di euro, di cui 1.275.000 euro destinati all’ADSP veneziana. I quattro progetti sono finalizzati a rendere più efficiente e sostenibile la mobilità di merci e passeggeri e a migliorare la competitività e la crescita economica dell’Adriatico.
“Fin dal mio insediamento – dichiara il presidente dell’AdSPMAS Pino Musolino – ho lavorato per rilanciare la collaborazione con i porti dell’alto Adriatico riuniti nell’associazione NAPA, attivando delle sinergie che beneficino delle specificità di ciascuno scalo in una logica di “coopetition”, ossia di competizione locale ma di cooperazione sulle strategie di medio-lungo periodo. L’avvio dei progetti di cooperazione transfrontaliera rappresenta un segnale importante e un banco di prova che vedrà i porti del nord Adriatico collaborare per efficientare i traffici e per promuovere la cultura portuale. Il momento è cruciale: dobbiamo lavorare sulla competitività della nostra offerta per intercettare al meglio le opportunità offerte del progetto cinese della Via della Seta. Un plauso va alla Regione Veneto per l’ottimo lavoro di coordinamento di questo programma europeo e per l’efficienza degli uffici preposti”.
Elisa De Berti, Assessore ai lavori pubblici, infrastrutture e trasporti della Regione Veneto ha dichiarato: “Questi progetti del Porto sono stati valutati positivamente perché fortemente orientati verso l’innovazione dei servizi logistici e la loro internazionalizzazione. É significativo che sia nel porto come in tutta la rete logistica regionale stia prendendo corpo, progressivamente, un programma di forte informatizzazione e tracciabilità delle merci che ci rendono oramai all’avanguardia internazionale per la qualità dei nostri servizi logistici. Il Porto sta facendo da apripista in questo campo e ciò lo rende sempre più il terminale naturale per l’export delle nostre imprese”.
Il progetto INTESA, coordinato proprio dal porto di Venezia, che in collaborazione con il Comando Generale delle Capitanerie di porto e i Ministeri dei Trasporti di Italia e Croazia, prevede lo sviluppo di un sistema integrato di gestione e monitoraggio del traffico marittimo. E’ prevista l’adozione di sistemi IT per scambio di dati in tempo reale e strumenti di ausilio alla navigazione – previsioni di maree e di condizioni meteo, etc. – finalizzati a migliorare l’efficienza del trasporto marittimo e la sicurezza della navigazione dei traffici intra-Adriatici (finanziamento complessivo di 2,9 mln di euro di cui 440 mila euro per AdSPMAS).
Si segnalano inoltre:
– il progetto PROMARES, coordinato dal porto di Trieste, che prevede azioni congiunte tra porti e interporti dell’area per lo sviluppo di collegamenti intermodali tra porti e retro-porti/interporti (finanziamento totale di 2,7 mln di euro, di cui 230 mila euro destinati a Venezia);
– il progetto REMEMBER, coordinato dal porto di Ancona, che prevede azioni e piani condivisi per la promozione e per la valorizzazione del patrimonio culturale-portuale dell’Adriatico. Le misure previste serviranno a migliorare anche il rapporto porto-città, con la realizzazione di app multimediali per informazioni su itinerari turistici, mostre a tema, piccoli interventi che migliorino l’accessibilità delle aree portuali per anziani e persone con disabilità, oltre alla creazione di musei virtuali per la valorizzazione del patrimonio intangibile della tradizione portuali (stanziamento complessivo è di 2,8 mln di euro di cui 330 mila euro destinati all’AdSPMAS).
– il progetto DIGLOGS, coordinato dall’Università di Fiume/Rijeka, che prevede lo sviluppo e la sperimentazione di applicativi IT per migliorare la mobilità di merci e passeggeri in ambito portuale (budget complessivo pari a 2,5 mln di euro, di cui 275 mila euro destinati all’AdSPMAS).
Una smart city africana per Maltauro
Con l’erogazione del finanziamento da parte di SACE e Unicredit, partono ufficialmente i lavori per la realizzazione del primo stralcio della “Smart City Konza”, una delle più interessanti e innovative commesse del paese e la prima “città intelligente” del continente africano, che sarà realizzata da Gruppo ICM-Impresa Costruzioni Maltauro, tra i top player italiani nel settore delle costruzioni e che comprende società attive nei grandi lavori di ingegneria civile, industriale e infrastrutturale.
Una commessa del valore di 391 milioni di dollari che è stata assegnata al Gruppo ICM grazie al fondamentale supporto assicurativo-finanziario di SACE SIMEST e di un pool di banche finanziatrici che vede capofila il Gruppo Unicredit, intervenuta in qualità di Joint Mandated Lead Arranger e Agent nel Buyer’s Credit e di Capofila e Fronting Bank per l’emissione dell’Advance Payment Bond.
In particolare, a supporto del contratto assegnato a ICM, SACE ha garantito un finanziamento da 370 milioni di euro erogato da Unicredit in favore del committente del National Treasury of Kenya, con l’intervento di SIMEST a stabilizzazione del tasso di interesse, e ha assicurato un Advanced Payment Bond da 58 milioni di dollari emesso da Stanbic Bank e integralmente controgarantito da Unicredit a garanzia dei lavori del downpayment relativo alla commessa.
La smart city, che sarà realizzata entro il 2021, sarà una città intelligente capace di ospitare oltre 200.000 residenti con la realizzazione di abitazioni, suddivise tra residence e social housing, uffici, scuole, un sistema di trasporti efficiente e pulito, costruiti secondo elevati standard di risparmio energetico e sostenibilità, soluzioni architettoniche eccellenti e tecnologie avanzate. La smart city sarà inoltre un polo tecnologico all’avanguardia grazie alla costruzione di centri di ricerca e università al servizio dello sviluppo di progetti nell’ambito hi-tech.
Situata a settanta chilometri dalla capitale Nairobi, la “Smart City Konza” si estenderà su una superficie complessiva di 2000 ettari. Il Gruppo ICM sarà impegnato nella realizzazione della prima fase del progetto, di circa 170 ettari e si occuperà delle opere di urbanizzazione per accogliere i primi insediamenti necessari a stimolare le successive fasi di sviluppo, tra cui la progettazione e realizzazione di 40 km di strade, parchi, sottoservizi, impianti di potabilizzazione dell’acqua, impianti di trattamento dei reflui, un sistema di raccolta automatico dei rifiuti e alcuni edifici pubblici quali stazioni di polizia e vigili del fuoco.
La commessa in Kenya è parte di una strategia di sviluppo di Gruppo ICM sui mercati internazionali, in particolare in Africa, Medio Oriente, Europa dell’Est e Sud America. Attualmente all’estero, dove realizza circa il 60% dei ricavi, il Gruppo è impegnato nella realizzazione di commesse in Qatar, nella costruzione di un ospedale in Oman, di torri sia a Dubai che a Cipro e di infrastrutture in Europa.
Alberto Liberatori, ad Gruppo ICM, ha dichiarato: “Partono i lavori di questa importante commessa che il Gruppo ICM si è aggiudicato in Kenya. Un’opera che premia la nostra expertise e conferma la bontà della strategia di diversificazione geografica su cui il gruppo ha scelto di investire negli ultimi anni. Siamo molto soddisfatti della formula di finanziamento che ha permesso di aggiudicarci questa importante opera. La sinergia che abbiamo messo in campo con SACE e Gruppo Unicredit è un valore aggiunto che va oltre la pura assistenza assicurativo-finanziaria. Al contrario è una testimonianza tangibile, anche verso gli stakeholder, della credibilità, della solidità finanziaria e dell’affidabilità che gli investitori riconoscono al nostro Gruppo. Una sinergia che saremo lieti di mettere in campo anche per altri progetti e che siamo certi continuerà ad essere una leva importante per una più agevole penetrazione di Gruppo ICM sui mercati internazionali.”
“Siamo orgogliosi di avere fatto la nostra parte per assicurare e rendere possibile quest’ambizioso progetto, che ha richiesto una forte e incisiva collaborazione tra tutte le parti coinvolte – ha affermato Alessandro Decio, ad di SACE -. Con il nostro intervento, un’eccellenza italiana come ICM non solo rafforza la propria crescita consolidando la propria proiezione internazionale, ma contribuisce anche allo sviluppo socio-economico di uno dei Paesi africani più promettenti, con un progetto all’avanguardia a livello internazionale e decisamente pionieristico più nel contesto africano”.
I turisti arrivano in aliscafo
Sono 2.093 i turisti provenienti in Friuli Venezia Giulia da Slovenia e Croazia e 2.302 passeggeri diretti da Trieste a Pirano, Parenzo, Rovigno, Pola e Lussinpiccolo: questi i numeri del primo mese di esercizio dell’aliscafo Fiammetta M. che fino a domenica 9 settembre collegherà il territorio regionale alle località costiere delle due vicine Repubbliche. Per questo servizio, curato dalla Compagnia di navigazione Liberty Lines, la Regione Friuli Venezia Giulia ha investito 900mila euro più una disponibilità dell’ambito del progetto Moses di 100mila euro per la tratta fino a Lussinpiccolo.
Per quanto riguarda i 2.093 arrivi a Trieste, dall’avvio del servizio nel mese di luglio a oggi, si sono contati 825 passeggeri da Pirano, 728 da Rovigno, 322 da Parenzo, 164 da Lussinpiccolo e 54 da Pola. Dei 2.302 imbarchi dal Molo IV, nello stesso periodo, 869 sono stati diretti a Rovigno, 829 a Pirano, 313 a Parenzo, 234 a Lussinpiccolo e 57 a Pola. “Numeri assolutamente interessanti”, secondo Mauro Zinnanti, direttore del servizio trasporto pubblico regionale e locale della Regione Friuli Venezia Giulia. “Numeri che, una volta superati i problemi burocratici iniziali, inducono l’Amministrazione regionale a puntare per la prossima stagione, previa gara, a un ampliamento del periodo di attività e al raddoppio degli aliscafi”.
Il punto è stato fatto nel corso di un tragitto da Trieste a Parenzo e Pirano e ritorno. Nella località croata, in particolare, i rappresentanti della Regione e gli operatori dell’informazione sono stati accolti dalle autorità portuali e municipali del luogo.
“L’aliscafo – ha spiegato Zinnanti – ha lo scopo di facilitare l’accessibilità alla costa slovena e croata per chi parte da Trieste, ma anche e soprattutto di richiamare chi dalle località del litorale istriano vuole conoscere la realtà del nostro territorio regionale“. Solo oggi sono stati 70 i passeggeri di diversa nazionalità – tra cui tedeschi, ungheresi e russi – che si sono imbarcati da Pirano per Trieste con l’obiettivo di visitare la città e di fare shopping.
Fiammetta M., al comando di Antonino Ingargiola e con un equipaggio di sette persone, può trasportare un massimo di 203 passeggeri e viaggia a una media di 33/34 nodi con punte di 36.
In passato l’aliscafo è stato impiegato sulle rotte che collegano la Sicilia alle isole Eolie, alle Egadi e alle Pelagie.