Poche ore dopo la firma dell’accordo, gli uffici di Assindustria Venetocentro avevano già ricevuto le prime richieste di informazioni da parte di due aziende associate (nei settori rispettivamente stampaggio materie plastiche e filtri). Un segno dell’attenzione e dell’attesa per gli effetti che porterà nelle fabbriche l’intesa, firmata dalla seconda associazione di rappresentanza in Italia, nata dalla fusione delle territoriali di Treviso e Padova e dalle segreterie di Cgil, Cisl e Uil.
Le firme sono quelle della vicepresidente di Assindustria Venetocentro, Antonella Candiotto, delegata a Relazioni sindacali, Sicurezza e Ambiente, del segretario generale di Cgil Padova, Aldo Marturano, con Luca Bianco, Cisl Padova Rovigo, e Riccardo Dal Lago, Uil Padova e Rovigo, Cinzia Bonan, segretario generale Cisl Belluno Treviso, Giacomo Vendrame, segretario generale Cgil Treviso, Guglielmo Pisana, segretario Uil Area Belluno Treviso.
In precedenza Confindustria Verona (qui la pagina con le informazioni in materia) e Cgil, Cisl e Uil della provincia di Verona avevano sottoscritto in luglio, primi in Veneto, il protocollo per rendere disponibile alle aziende del territorio il credito d’imposta per la formazione in chiave 4.0, il piano nato per “Stimolare gli investimenti delle imprese nella formazione del personale nelle materie aventi a oggetto le tecnologie rilevanti per il processo di trasformazione tecnologica e digitale delle imprese previsto dal “Piano Nazionale Impresa 4.0”, cosiddette “tecnologie abilitanti”.
Le regole per il credito d’imposta sono anche sul sito del ministero dello Sviluppo a questa pagina.
Nei dettagli le intese, che recepiscono un accordo nazionale, mirano a regolare le modalità con le quali si potranno sottoscrivere gli accordi sindacali, aziendali o territoriali, per la fruizione del credito stesso.
Il testo regola le modalità con le quali si potranno sottoscrivere gli accordi, aziendali o territoriali, per la fruizione del credito del 40% (fino a 300mila euro per beneficiario) nelle due province, la cui industria genera il 39,2% del valore aggiunto manifatturiero del Veneto. La possibilità di accedere all’agevolazione riguarda anche le Pmi prive di rappresentanza sindacale interna: una eventualità molto diffusa in un territorio nel quale sono molto diffuse le piccole e le micro unità. L’ultima Legge di Bilancio ha introdotto la possibilità di ottenere un credito di imposta automatico in misura pari al 40% delle spese sostenute nel 2018 per le attività di formazione dei propri collaboratori, finalizzate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie legate ai processi di trasformazione digitale previste con il Piano nazionale Impresa 4.0. La normativa prevede che le attività di formazione rientrino tra quelle disciplinate nei contratti collettivi aziendali o territoriali. Di conseguenza, le aziende che hanno la rappresentanza sindacale interna sottoscrivono l’accordo aziendale direttamente con questa. L’accordo territoriale firmato per Padova e Treviso rappresenta la soluzione per le aziende prive di rappresentanza sindacale.
«È un’intesa – spiega Antonella Candiotto – che vuole estendere il più possibile i processi di innovazione tecnologica digitale che si stanno dimostrando di grande importanza per la competitività di tutte le imprese, non solo per le grandi». La premessa, aggiunge, «è che senza la formazione e l’evoluzione del personale non c’è innovazione. Certo saranno facilitate le realtà più grandi o in settori maggiormente influenzati dalle nuove tecnologie, ma in realtà ci sono ovunque processi di lavoro che possono essere digitalizzati o modelli di business da far evolvere. L’accordo appena siglato facilita l’accesso agli incentivi anche per le aziende che non hanno rappresentanza sindacale al loro interno, di solito le più piccole. Sarà possibile quindi, per tutte le imprese, sostenere la crescita professionale dei propri collaboratori ottenendo un contributo sotto forma di credito d’imposta. L’auspicio è ora per il mantenimento di Industria 4.0 nella prossima legge di Bilancio per dare continuità agli investimenti. Le aperture del Governo fanno ben sperare, ma alle parole dovranno seguire i fatti».