Si chiama “Lotto 1” ed è al lavoro nella sede Alf di Cordignano (Treviso, tra i principali produttori di mobili per il living, la zona notte e la cucina): produce cinque giorni su sette, 24 ore su 24, circa 100 pezzi all’ora, mezzo milione di tavolette l’anno. Una tecnologia tedesca, modificata e adattata alle esigenze di produzione italiane grazie a un team di 25 persone – ingegneri e manager di cinque aziende (Alf Group, le tedesche Ima Leading Technologies, Priess Horstmann e 3TEC e l’italiana Sirio – che hanno studiato la fattibilità della macchina per 10 mesi, a cui sono seguiti 14 mesi di realizzazione e montaggio. A supervisionare la macchina-robot, attraverso terminale, sono quattro uomini per turno.
L’automazione non ha comportato alcun licenziamento, anzi: dai 291 addetti del 2017 si è passati quest’anno a 302. L’aumento di produttività è stimato in +10%.
Con questo investimento, dal valore di 8 milioni di euro, il gruppo trevigiano produttore di mobili di design industrializza l’artigianato, affidando all’enorme macchina robot – che su uno spazio di 3.300 metri quadri distribuiti lungo un’intera linea di produzione a “ferro di cavallo” trasforma semilavorati di diversi spessori e dimensioni in pannelli pronti per essere montati – il compito di realizzare prodotti su misura con ritmi standardizzati. Ed entro novembre un secondo macchinario, nel nuovo capannone di 3.500 metri quadri attiguo a quello di “Lotto 1” inaugurato lo scorso settembre, consentirà una personalizzazione ancora più spinta.
«Ciò che faceva la macchina in precedenza – spiega Maria Cristina Piovesana (nella foto), presidente e amministratore delegato di Alf Group – era produrre pezzi tutti uguali, puntando sulla quantità. Noi, invece, avevamo bisogno di una macchina che lavorasse pezzi differenti e sapesse riconoscere che cosa lavorare in base al progetto di destinazione. Ci siamo impegnati duramente per trasformare la standardizzazione in flessibilità, coniugando la creatività italiana con la precisione e la tecnologia tedesca. Oggi – continua Piovesana – siamo in grado di offrire ai nostri clienti un’idea di arredo completamente su misura, un progetto che si possa adattare a qualsiasi esigenza, con tempi di realizzazione minori, pur mantenendo la qualità di un lavoro artigianale».
Anche grazie alla maggiore velocità della produzione personalizzata, alla riduzione degli sprechi e ai costi minori, il gruppo – formato dalle società Alf Uno Spa che opera con i marchi Alf Italia (destinato per lo più al mercato internazionale) e Alf Da Frè (la linea moderna e di design) e da Valdesign (cucine moderne) – prevede di chiudere il 2018 con 81 milioni di euro di fatturato complessivo, in crescita del 2,8% sul 2017 (anno in cui i ricavi hanno registrato 78,8 milioni di euro).
La spinta del gruppo trevigiano verso innovazione e fabbrica intelligente 4.0 non si limita all’automazione, ma ricade su riorganizzazione interna ed esterna del lavoro. All’interno dei tre stabilimenti trevigiani (Francenigo, Cordignano e Vallonto di Fontanelle) sono stati applicati i principi della filosofia Kaizen: un gruppo di lavoro polivalente denominato “Jolly”, composto da 15 addetti, in base alle esigenze funge da seconda linea a supporto della prima linea di produzione. All’esterno, si è lavorato sulla filiera, coinvolgendo i 290 fornitori che la compongono in incontri di formazione e nel credito di filiera (strumento finanziario che dà la possibilità alla subfornitura di appoggiarsi al merito creditizio della azienda capogruppo della filiera stessa), cui hanno aderito 20 aziende.