Alle 10 e 30 di oggi, domenica 16 dicembre, il nuovo viadotto sul fiume Tagliamento che unisce il Friuli Venezia Giulia al Veneto è stato aperto completamente al traffico. Questa mattina le prime auto, provenienti da Venezia e dirette a Udine e Trieste, scortate da una safety car, hanno attraversato il manufatto che rappresenta l’opera simbolo del terzo lotto della terza corsia.
Il viadotto è stato aperto al traffico a tempi di record, in soli 379 giorni. Era il 24 novembre 2017 quando fu posata la prima pietra. In questi ultimi giorni l’impresa appaltatrice, le maestranze e i tecnici di Autovie Venete hanno dato il massimo per rispettare i tempi che si erano prefissati.
Tutti i segreti del ponte dei record
Per molti la nuova infrastruttura è diventata “il ponte dei record” per la velocità con cui è stata costruita. Sono bastati, infatti, solo 379 giorni per realizzarla.
A svelare i segreti di quest’opera è Gilberto Dreas, direttore tecnico di Deal, società del gruppo De Eccher che ha progettato il viadotto su incarico di Technital, società mandataria del raggruppamento temporaneo di progettisti del terzo lotto della terza corsia. “Abbiamo optato per tecnologie costruttive industrializzate che ci hanno consentito – spiega – di produrre manufatti in serie e allo stesso tempo con un livello di qualità molto alto”.
La prefabbricazione è avvenuta all’interno di uno stabilimento allestito a ridosso del viadotto nelle vicinanze dell’ex casello di Ronchis. Inoltre, la progettazione dell’impalcato seguito da Deal è avvenuta in coordinamento con lo sviluppo delle attrezzature utilizzate per la prefabbricazione ed il varo degli elementi, ottimizzando così i dettagli ai fini della produttività. Questi due fattori sono risultati determinanti per la rapida esecuzione dell’infrastruttura” e, fattivamente, per la costruzione, la posa in opera, il varo e il collaudo degli oltre 550 conci (manufatti a forma trapezoidale del peso di circa 80/110 tonnellate) che compongono il viadotto lungo 1.520 metri.
Il nuovo viadotto costituito da 20 campate con 19 pile, ciascuna con un diametro esterno di 5 metri e mezzo, è stato costruito in calcestruzzo e ha una larghezza di 20 metri e 30 centimetri in grado di “ospitare” tre carreggiate, la corsia di emergenza e uno stradello di servizio per i mezzi di emergenza. Queste due caratteristiche abbinate tra di loro – materiale usato e larghezza – rendono il manufatto una rarità a livello nazionale. A tal punto che, in caso di necessità future, la progettazione è già adeguata all’allargamento alla quarta corsia. Ma non solo. “Abbiamo introdotto alcuni accorgimenti progettuali non richiesti dalla normativa italiana – afferma Dreas – ma che derivano dalla nostra esperienza in campo internazionale legati alle prestazioni dell’opera che riguardano i cavi di precompressione. Questi accorgimenti consentiranno di intervenire in qualsiasi momento sull’opera per adeguarla se necessario ai nuovi carichi previsti”. Come dire che il ponte potrà essere in grado di sopportare anche maggiori carichi di tir qualora la normativa italiana in futuro lo preveda. Infine, la questione garanzia di qualità. “Ogni singolo elemento prefabbricato – conclude Dreas – è stato soggetto a uno stretto controllo e ha ricevuto il marchio CE per manufatti prodotti in serie proprio grazie al processo di industrializzazione a cui è andato incontro”.
“Uno,auguri; due, complimenti; tre, continuate così”.
È il saluto dell’assessore ai trasporti della regione Fvg Graziano Pizzimenti – al team di tecnici di Autovie Venete che ha voluto incontrare ieri sera, prima dell’inizio dei lavori (ai quali hanno partecipato oltre 200 persone fra maestranze e responsabili delle ditte) per completare gli ultimi lavori e aprire anche al senso di marcia in direzione Trieste, il primo viadotto del nuovo ponte sul fiume Tagliamento. “Sono veramente soddisfatto delle modalità di lavoro e soprattutto dei tempi – ha detto Pizzimnenti – di realizzazione” “ Domani sarà veramente un momento epocale – ha aggiunto – perché il vecchio ponte andrà in pensione dopo quasi 80 anni di servizio. È il primo step di una fase nuova per le infrastrutture che, come tutti sapete, sono un elemento strategico per l’economia”. Altrettanto soddisfatto il presidente di Autovie Maurizio Castagna che ha ricordato come, fin dall’inizio, a fronte delle difficoltà e delle sempre più pressanti richieste “di fare qualcosa” la sua risposta era sempre quella: “lavorare bene per finire prima possibile”. “I fatti ci hanno dato ragione”.
Nelle ore che hanno preceduto l’apertura del manufatto le maestranze sono state impegnate nello spostamento, con gli escavatori gommati, degli ultimi new jersey fra le carreggiate, nella pavimentazione dei sei chilometri del nuovo manto stradale che percorreranno auto e mezzi pesanti, nella creazione dei flessi che incanaleranno i mezzi in entrata sul viadotto e in uscita, nel posizionamento della segnaletica verticale e nella tracciatura di quella orizzontale che sarà gialla perché il manufatto sarà considerato a tutti gli effetti ancora un “cantiere”.
La circolazione, nei prossimi mesi, sarà infatti ancora a doppio senso di marcia (a due corsie di larghezza pari a 3,5 metri per ciascuna direttrice). Diventerà a tre corsie quando l’altro viadotto (a sud) – la costruzione ha raggiunto la terza delle diciannove campate complessive -, verrà completato (presumibilmente entro fine 2019).
Obblighi e limitazioni
Autovie ricorda che sul nuovo viadotto – visto l’attuale restringimento della carreggiata con traffico deviato su due corsie senza corsia di emergenza – verrà imposto il limite massimo di velocità per i veicoli con massa a pieno carico fino a 7,5 tonnellate di 80 chilometri orari e di 60 chilometri orari per i mezzi superiori a 7,5 tonnellate. Inoltre varrà il divieto di sorpasso per i veicoli con massa superiore alle 3,5 tonnellate.
Potenziati i varchi di emergenza
In occasione dell’apertura del nuovo viadotto nei giorni scorsi è stata fatta una ricognizione dei varchi di emergenza ai lati dell’autostrada, necessari al passaggio e al transito degli ausiliari alla viabilità di Autovie Venete, dei mezzi di soccorso, quali ambulanze e vigili del fuoco e della polizia stradale in caso di incidenti e di mezzi in panne. In seguito all’ultimo sopralluogo – solitamente ne viene effettuato uno a settimana per verificare lo stato di avanzamento del cantiere e la necessità di intervenire anche sullo spostamento degli accessi – è stata concordata l’apertura di tre varchi (uno sulla nuova carreggiata che da Venezia conduce a Trieste e due in direzione di marcia opposta), mentre altri due verranno resi fruibili – anche dai mezzi delle ditte appaltatrici che operano nell’intero terzo lotto – nei prossimi giorni, sempre sulla carreggiata che da Venezia porta a Trieste.
Salgono così a 38 gli accessi, uno ogni due chilometri di cantiere. I varchi consentiranno ai 47 ausiliari alla viabilità di accedere dalla viabilità esterna alle emergenze in corso in autostrada in meno di 15 minuti in qualsiasi condizione atmosferica e in qualunque ora della giornata, anche di notte.
Altre due storie di ponti: quello – simbolo di rinascita dopo l’ondata di maltempo – Bailey di Ponte della Priula (Treviso), ricostruito dall’Anas in pochi giorni, dopo essere stato praticamente “portato via” dalla piena del Piave, e quello dell’Accademia a Venezia, svelato con un’operazione di ingegneria edile unica al mondo: togliere i ponteggi esterni e “scartare” il Ponte, il secondo più importante della città lagunare, in una notte.