Si parlerà di esportazioni con un focus specifico sulla Brexit all’Export Day 2019, lunedì 18 marzo nella sede di Udine della Camera di Commercio alle 10, in Sala Valduga (registrazioni aperte dalle 9.30). L’iniziativa è nazionale e promossa dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli. A essa, Unioncamere e la Camera di Commercio di Pordenone-Udine hanno espresso pieno supporto per rafforzare le azioni di informazione, assistenza e formazione degli operatori nazionali sulle possibili conseguenze dell’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.
Dopo l’introduzione del presidente camerale Giovanni Da Pozzo, su “Export italiano e Brexit: analisi e prospettive” interverrà in videoconferenza Roberto Luongo, direttore generale Ice. Seguirà “InfoBrexit” a cura di Giovanni Muro e quindi di semplificazioni all’export (il sistema degli esportatori registrati e lo status di esportatore autorizzato), nonché di facilitazioni doganali, parlerà Cinzia Grassani. Sull’impatto della Brexit nel settore delle accise interverranno Daniele Candolini e Olivo Pascoli.
La partecipazione è gratuita ma è necessaria la registrazione online al link http://eepurl.com/gjJ1O9 (link esterno).
Per informazioni è possibile contattare la Camera di Commercio di Pordenone Udine allo 0432 273534 o progetti.info@ud.camcom.it
Vicenza, export da record
e portale Sos Brexit
“Nel dedalo di incertezza che sta caratterizzando il processo per la Brexit, il prossimo 29 marzo dovrebbe iniziare il periodo transitorio ma a questo punto il condizionale è d’obbligo, abbiamo deciso che non possiamo lasciare le nostre aziende associate in balia degli eventi. Per questo abbiamo attivato un portare di informazione e di assistenza ad hoc chiamato SOS Brexit, raggiungibile su www.confindustria.vicenza.it/sosbrexit, per aiutare gli imprenditori e i commerciali che si occupano di Regno Unito”, annuncia Remo Pedon, Vicepresidente di Confindustria Vicenza con delega ai Mercati Esteri.
Il portale raccoglie in un unico “hub” sia le informazioni aggiornate riguardanti i temi economici sottesi alla Brexit, sia i documenti ufficiali delle istituzioni quali Confindustria, Commissione Europea, Governo, Agenzia delle dogane, etc…
Ma SOS Brexit sarà anche un vero e proprio sportello per la consulenza personalizzata che, per le aziende associate a Confindustria Vicenza, potrà avvenire sia per iscritto, tramite portale appunto, sia con i normali canali dell’area Mercati Esteri degli Industriali berici.
“Stiamo parlando di un mercato importantissimo per il Vicentino – prosegue Pedon -, il quarto per valore assoluto dopo Germania, Francia e USA e che nel 2018 ha raggiunto, per noi, un nuovo record: 916 milioni di export, 10 più del 2017 che già fu un anno straordinario, per una bilancia commerciale che risulta positiva per 676 milioni visto che importiamo dal Regno Unito un valore pari a 240 milioni. Dal 2009, il primo vero anno di crisi, abbiamo quindi recuperato un valore di export pari a ben 407 milioni di Euro. Di certo non vogliamo tornare indietro a causa della confusione che perdura anche in queste ore”.
“Quale che sia l’accordo tra Regno Unito e Europa, sempre se ci sarà – conclude Pedon -, la Brexit imporrà dei nuovi passaggi doganali creando, di conseguenza, nuovi adempimenti e disagi per le imprese esportatrici che con questo nuovo servizio dedicato vogliamo attenuare. Anzi, la nostra ambizione, come abbiamo sempre detto, è quella aiutare ad aumentare l’export delle aziende vicentine e portare sui mercati esteri anche chi oggi ancora non c’è”.
La seminatrice di Maschio Gaspardo
premiata al Sima di Parigi
La nuova tecnologia di GASPARDO, che racchiude mezzo secolo di esperienza nell’ambito della semina pneumatica di precisione raddoppia la produttività, aumenta la precisione di semina, migliora il comfort grazie ad un’elettronica di ultima generazione e al design funzionale e accattivante, questi gli elementi più qualificanti che hanno portato il pubblico del SIMA 2019 a eleggere a “Macchina dell’Anno” la seminatrice di precisione CHRONO.
Il SIMA 2019 di Parigi si svolge ogni due anni ed è una delle più importanti manifestazioni mondiali sulla meccanizzazione agricola, dove Gruppo Maschio Gaspardo ha presentato le ultime novità nel campo delle macchine agricole, tra le quali la seminatrice di precisione CHRONO che ha concorso al prestigioso premio insieme ad altre 54 macchine proposte da produttori di tutto il mondo.
CHRONO rientra tra le più importanti innovazioni nel settore della semina di precisione. Si tratta di un mezzo in grado di raddoppiare la produttività, garantendo una velocità di avanzamento di 15 km/h – contro la media dei 7/8 km/h dei modelli in commercio.
La seminatrice è dotata di un sistema innovativo di trasporto pneumatico e di distribuzione del seme a trasmissione elettrica che, uniformandone la traiettoria, garantisce profondità e distanza costante tra seme e seme. La macchina è stata studiata per lavorare in una vasta gamma di condizioni e per adattarsi a qualsiasi condizione di terreno e il design della livrea, altamente funzionale per massimizzarne la prestazione e la semplicità di utilizzo, è stato sviluppato in collaborazione con la Scuola Italiana di Design (SID).
“Siamo molto orgogliosi di aver ricevuto questo importante riconoscimento che premia l’innovazione tecnologica del nostro Gruppo – ha commentato Mirco Maschio, presidente di Maschio Gaspardo –. La precision farming è un ambito di sviluppo molto importante per noi perché rendere più precisi ed efficienti i processi agricoli riduce i costi e migliora la produttività, con effetti positivi non solo per l’economia, ma anche per l’ambiente.”
Dalla prima presentazione di CHRONO al mercato, Maschio Gaspardo ha già ottenuto numerosi riconoscimenti, a conferma dell’estrema innovatività di questo macchinario: nel 2017 a Padova, il Premio Innovazione SMAU e, l’anno successivo, la Foglia dell’Innovazione 2018 a FIERAGRICOLA di Verona, la Gold Medal alla fiera POLAGRA in Polonia, il premio come miglior innovazione tecnica (Technical Innovation) a FIMA 2018 a Saragozza e la segnalazione tra le tecnologie presentate all’ edizione di EIMA 2018.
“Il nostro centro R&D di GASPARDO ha intrapreso lo sviluppo di questa nuova tecnologia unica e brevettata che è il frutto di 4 anni di test, iniziati nella stagione di semina 2015. Gli agricoltori e contoterzisti che hanno utilizzato queste nuove macchine hanno potuto apprezzare i benefici in termini di produttività delle lavorazioni in campo e il conseguente aumento delle rese per ettaro grazie alla miglio qualità di deposizione del seme rispetto alle macchine convenzionali” ha commentato Andrea Maschio, vice presidente del Gruppo.
Il Gruppo Maschio Gaspardo è un player mondiale nella produzione di macchine per la lavorazione del terreno, semina, trattamento delle colture, manutenzione del verde e fienagione. Fondato a Campodarsego (PD) nel 1964 dai fratelli Egidio e Giorgio Maschio, il Gruppo Maschio Gaspardo impiega nel mondo 2.200 dipendenti in 8 stabilimenti produttivi, di cui 3 all’estero – Cina, India e Romania – e in 13 filiali commerciali (Italia, Francia, Spagna, Germania, Polonia, Ucraina, Turchia, Russia, Nord America, Cina, India e Romania). Maschio Holding, azionista di maggioranza, detiene l’86% del capitale sociale mentre il restante 14% è posseduto da Friulia Finanziaria FVG.
Questa è la settimana di Prowein,
fino al 19 marzo a Düsseldorf
Molte le presenze del NordEst, naturalmente: qui Ca’ di Rajo, la cantina di San Polo di Piave (TV) guidata tre giovani fratelli Cecchetto, presenta ICONEMA, un Tai Doc Piave limited edition che porta con sé circa 100 anni di storia. Si tratta di un vino Tai ottenuto da uve di un vigneto, allevato a Bellussera, che risale ai primi anni del Novecento. Un vigneto di proprietà della famiglia Paladin di San Polo di Piave che la cantina ha “adottato” sostenendone la salvaguardia. Le radici di questo progetto affondano, da circa un secolo, in mezzo ettaro di vigne a Bellussera, metodo di allevamento della vite, basato su una formidabile architettura di fili di ferro, messo a punto alla fine dell’800 e per decenni capace di caratterizzare l’architettura del paesaggio viticolo della sinistra Piave. Questa forma di coltivazione della vite è stata messa a punto alla fine dell’800 dai fratelli Bellussi di Tezze di Piave (TV). Sviluppatasi principalmente in Veneto, la Bellussera è oggi in via di estinzione a causa dei suoi alti costi di mantenimento: prevede un sesto di impianto ampio dove pali in legno di circa 4 metri di altezza sono tra loro collegati da fili di ferro disposti a raggi. Dalla potatura alla vendemmia, tutto viene fatto a mano, sopra a un pianale rialzato, questo riduce di oltre il 60% l’utilizzo di mezzi agricoli (meno emissioni di CO2).
«Siamo orgogliosi di questo progetto – spiega Simone Cecchetto, giovane titolare dell’azienda insieme ai fratelli Fabio e Alessio -. Si tratta di un nuovo passo nella nostra battaglia per la salvaguardia del patrimonio vitivinicolo del territorio del Piave, un patrimonio che è anche culturale e identitario. Confermiamo così anche la nostra volontà di salvaguardare i vigneti a Bellussera, come già facciamo con Raboso, Glera e autoctoni rari come Marzemina Bianca e Manzoni Rosa>>.
Dell’annata 2017 sono state prodotte 3.133 bottiglie da collezione e 100 magnum, numerate una ad una. Le uve, tutte raccolte a mano, sono state adagiate per 25 giorni sui graticci ad appassire per esaltare la complessità, la personalità e l’eleganza del nuovo vino. Questo Tai firmato Ca’ di Rajo vuole omaggiare le specialità del Trevigiano e della Doc Piave: “Sarà l’unico Tai ottenuo da Bellussere di quasi cento anni: un vino unico con bottiglie numerate, da collezione”. Un progetto che ha visto coinvolti 20 artisti che hanno dipinto 100 cofanetti in legno, scrigni d’arte che racchiuderanno altrettante magnum di Iconema dalla numero 1 alla numero 100.
- Terre di San Venanzio Fortunato è invece presente nello stand di Merum
Merum (nella foto) è l’influente rivista e guida tascabile in lingua tedesca dedicata a vino e olio italiani. Il direttore di Merum, Andreas März, si è infatti occupato di selezionare un’azienda vinicola per ogni zona spumantistica, permettendo così a Terre di San Venanzio di presenziare all’esclusiva area Merum al ProWein 2019.
Durante la fiera, sarà possibile degustare i vincitori della degustazione primaverile del MUNDUS VINI 2019: il Valdobbiadene Superiore Extra Dry DOCG (vincitore della MEDAGLIA D’ORO) e il Valdobbiadene Superiore Brut DOCG (vincitore della MEDAGLIA D’ARGENTO), che si sono distinti tra più di 10mila vini in gara. (padiglione 16, stand E71- Merumpress AG).
Sarà il “1924 Prosecco” la novità che la Carpenè Malvolti presenterà al Mercato Tedesco in occasione del Prowein.
La storica Cantina, in occasione del 95° anniversario dalla prima iscrizione in etichetta della dicitura Prosecco, porterà dunque una selezione celebrativa al più importante appuntamento internazionale di settore, divenuto ormai imprescindibile per incontrare i Partners Internazionali correnti e potenziali.
- 1924 per Carpenè Malvolti
Una selezione, il “1924 Prosecco” della Carpenè Malvolti, ispirata al Vino Spumante che ha marcato la storia ed il futuro dell’Enologia Italiana e che si presenta come l’evoluzione naturale di quello che, proprio nel 1924, nasceva come “Prosecco Amabile dei Colli di Conegliano”. Una selezione “unica e prima”, ottenuta per il 90% da uve Glera e per il restante 10% da altri storici vitigni a bacca bianca del Territorio Trevigiano, coltivati in vigneti situati sulle colline della D.O.C.G. ad una altitudine di 150 metri s.l.m.
Prodotto oggi con le medesime caratteristiche viticole ed enologiche del vino originario, il “1924 Prosecco”, incarna la quintessenza dell’impegno di cinque Generazioni della Famiglia Carpenè, la cui storia è fortemente legata a quella del Vino Spumante più bevuto al mondo e al suo Territorio di origine fin dal 1868. Esso rappresenta infatti l’ultima declinazione del Prosecco Superiore D.O.C.G. firmato dalla storica Casa Spumantistica di Conegliano che nel 2018 ha celebrato il 150° Anniversario dalla fondazione dell’attività d’Impresa nonché della nascita del Prosecco e che nel 2019 si appresta a celebrare il 95° Anniversario della prima etichetta riportante il termine Prosecco.
L’anno 1924 corrisponde all’anno in cui Etile – seconda Generazione della Famiglia Carpenè – impresse per primo su una bottiglia di Vino Spumante il nome del vitigno di riferimento, conferendo al vino una precisa identità ed una specifica collocazione geografica. A fare la differenza, è da sempre lo spirito pionieristico basato sulle competenze scientifiche e l’impegno etico messi in campo delle cinque Generazioni che si sono avvicendate alla guida dell’Impresa, con l’obiettivo condiviso di affinare sempre più quel Vino Spumante, nato come “Champagne Italiano” ed identificato appunto con la dicitura Prosecco solo a partire dal 1924.
Una celebrazione, quella messa in opera con lo sviluppo del 1924 Prosecco, che assume ancora una volta connotati storici in quanto tale determinazione ha di fatto anticipato di almeno 45 anni il primo riconoscimento ufficiale della denominazione D.O.C. avvenuto nel 1969 e di 85 anni quello della D.O.C.G., avvenuto nel 2009.
Vino: made in Italy sold out
per Vinitaly China Chengdu (17-20 marzo)
Oltre 200 cantine rappresentate provenienti da tutte le regioni italiane e 60 espositori uniti sotto il marchio di Vinitaly: una base avanzata del made in Italy nella più antica fiera cinese dedicata al vino e agli alcolici, l’International Wine and Spirit Show di Chengdu, nata nel 1955.
C’è quindi molta Italia alla sesta edizione di Vinitaly China Chengdu (17-20 marzo, htl Shangri-la e Xanadu), il fuorisalone tricolore organizzato da Veronafiere e Vinitaly International in occasione della 100ª edizione della storica fiera del vino (17-23 marzo), quasi in concomitanza con la missione in Italia del presidente cinese Xi Jinping.
Un’edizione record, quella al via domenica e organizzata con il Consolato generale d’Italia a Chongqing e l’Agenzia Ice di Pechino, che dimostra un interesse senza precedenti verso il mercato del Dragone da parte delle aziende vinicole italiane: raddoppiati gli spazi, aziende in lista di attesa, tasting ed educational curati dall’Academy della Spa veronese che conta solo in Cina 39 ambasciatori del vino del Belpaese.
Un evento infine con pochi depliant e tanto digitale, grazie a Vinitaly成都 2019, un’applicazione che permetterà di collegarsi all’account ufficiale WeChat di Vinitaly e rimanere costantemente aggiornati sulle iniziative in programma, come i seminari specialistici, gli educational e le sette masterclass organizzate in collaborazione con cantine, consorzi e importatori alle quali prenderanno parte i principali importatori locali.
“Il prossimo piano industriale – ha detto il presidente di Veronafiere Spa, Maurizio Danese – punterà ovviamente molto sul mercato cinese, ce lo chiedono gli operatori delle nostre manifestazioni e per questo stiamo cercando di dare un’impostazione di sistema alla nostra internazionalizzazione. Ad esempio, attraverso la creazione in Cina di una nuova piattaforma stabile in grado di dialogare con il trade in maniera continuativa ed efficace”.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Vinitaly è il brand forte del vino italiano in Cina, un marchio riconosciuto su cui stiamo costruendo un modello tutto italiano di promozione in Asia. Il vino del Balpaese ha bisogno di incrementare la propria posizione in un mercato della domanda cresciuto del 106% negli ultimi 5 anni, esattamente 89 volte più di quello tedesco”.
Lo scorso anno, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma wine monitor su base doganale, la Cina ha acquistato vino per un valore complessivo di oltre 2,4 miliardi di euro ed è ormai a un passo dalla top 3 dei buyer mondiali (Usa, Regno Unito e Germania).
L’Italia, quinto Paese fornitore, ha chiuso il 2018 con un valore delle vendite a 142,3 milioni di euro (-0,2% sul 2017) a meno un milione di euro dalla Spagna, al quarto posto e con una crescita del prezzo medio del 3,1%. Market leader, sebbene in calo (-7,2%), è sempre la Francia (903 milioni di euro), seguita da Australia (660 milioni di euro) e Cile, in rimonta anche grazie al favorevole regime dei dazi.