Il CES (qui sotto il sito della prossima edizione già programmata) è uno dei più importanti eventi mondiali dedicati all’innovazione tecnologica e all’automotive. E qui è di casa anche HSL (una sigla che sta per Hic sunt leones, in italiano “qui ci sono i leoni” per indicare un ambiente complesso e che richiede grande attenzione: fondata nel 1988 a Trento è stata la prima azienda in Italia, e una delle prime in Europa (quando qualche stampante 3D era presente solo in centri di ricerca) a utilizzare questa tecnologia additiva nel campo della prototipazione (principalmente nel settore automotive, componenti per auto).
HSL è una realtà meccatronica di Spini di Gardolo, Trento, specializzata nello sviluppo di sistemi di illuminazione di ultima generazione per l’industria dell’auto: il il suo team di esperti è ritornato da poco da Las Vegas, sede del CES che è uno dei più importanti eventi mondiali dedicati all’innovazione tecnologica: una vetrina internazionale dove vengono presentate le tecnologie più avveniristiche e disruptive, inclusi i veicoli e le soluzioni di mobilità del futuro, destinati a rivoluzionare il modo in cui ci sposteremo e vivremo le nostre città.
E dove, congiuntamente con l’azienda statunitense SLD Laser, fondata dal Premio Nobel per la fisica Shuji Nakamura, HSL ha presentato a clienti e investitori provenienti da Nord America, Europa e Asia un progetto alla frontiera dell’innovazione in ambito automotive: il primo modulo bi-laser per auto al mondo. Per Ignazio Pomini, fondatore e amministratore unico di HSL, «quanto presentato al CES conferma la centralità della collaborazione con SLD Laser, azienda leader mondiale nel suo settore, e la nostra capacità di essere parte della rivoluzione dell’auto del futuro».
La relazione strategica con SLD Laser permetterà all’azienda trentina di servire quindi le crescenti esigenze del settore automotive, ma anche di poter guardare alle opportunità nei settori della mobilità alternativa delle auto a guida autonoma, delle fly-cars e delle Smart Cities.
È stato presentato pure un secondo modulo bifunzionale (High Beam e Low Beam), nella fase di concept pre-sviluppo. Caratterizzato da prestazioni eccezionali grazie all’unità SMD 2000lm, questo modulo avrà non solo la capacità di illuminare, ma anche di comunicare ed elaborare la luce una volta che il processo di miniaturizzazione sarà applicabile al prodotto: un obiettivo innovativo, con un peso ridotto del 50% rispetto al modulo bi-laser presentato da HSL in questi giorni.
Per Pomini, «questo risultato è frutto del grande lavoro svolto da tutto il team HSL nel corso del 2019, e degli anni precedenti. Voglio quindi ringraziare i miei collaboratori per l’impegno, la passione, la tenacia e l’intelligenza».
L’azienda trentina, che a fine 2018 vantava un fatturato di 15 milioni di euro, conta a oggi una quarantina tra dipendenti e collaboratori (un team molto internazionale, con esperti anche da Spagna, Germania e altri Paesi), ma è in crescita, e nei prossimi mesi dovrà assumere nuovo personale altamente specializzato in ambito digitale.