Chi conosce Alvaro Dal Farra, bellunese, classe 1977, dice di lui che “ha un carattere mite, un cuore grande. Sa sostenere i suoi piloti sollevandoli dalle paure e focalizzandoli sull’obiettivo da raggiungere”. Oggi Alvaro è il il fondatore del Team Daboot, creato nel 2002, una squadra leader in Italia e fra le prime al mondo nella disciplina del Freestyle Motocross. Lui stesso, prima di fare il manager, saltava in moto ed era fra i più forti al mondo. E’ equilibrato e lavora ogni giorno per fare del mondo un mondo migliore. Nel 2009, durante un’evoluzione, l’incidente che gli fece rischiare la vita, le cure, la decisione di fare qualcosa per gli altri.
Daboot ha base a Belluno: i suoi piloti arrivano fin qui da tutta Italia, qualcuno anche dall’estero. Trovano una squadra agonistica, ma anche una scuola di vita: fra i 18 piloti alcuni sono disabili, ma si allenano quotidianamente insieme a tutti gli altri, “perché in realtà qui non esistono differenze”. E nella squadra mente e cuore vanno a braccetto: la preparazione tecnica non fa dimenticare che un team è come una famiglia, dove ci si sostiene e ci si aiuta. Una formula di successo anche all’esterno: il pubblico li segue, gli eventi Daboot hanno successo, i social e i diversi canali di comunicazione crescono ogni giorno (oltre 500mila i follower su Instagram). Crescono parallelamente anche le aziende sponsor, sia sul piano sportivo che sociale, perché è una realtà unica nel suo genere. Solo nel 2009 il team Daboot ha partecipato a 100 manifestazioni, show, eventi e competizioni internazionali, negli anni ha vinto cinque titoli mondiali nella disciplina del Salto in alto, tre medaglie agli XGames e altro ancora.
La mototerapia
Quando non gareggiano, quelli del team di Alvaro entrano nelle scuole (4mila studenti coinvolti nel 2019). E poi c’è la mototerapia, avviata nel 2009: in dieci anno ha raggiunto in Italia e nel mondo 40mila ragazzi e ragazze con disabilità. Gli eventi sono arrivati oltre che in Italia, in Spagna, Francia, Russia e Centro e Sud America, nel 2020 si aggiungeranno Germania e Repubblica Ceca.
Nel 2019 si sono svolte più di 70 mototerapie in tutta Italia, e circa 30 eventi privati per bambini malati. Che cosa signiofica mototerapia? Significa entrare nei reparti, nelle corsie di ospedale, con le motoelettriche ma anche nelle piazze invitando a fare un giro in moto ragazzi disabili e malati. L’adrenalina fa da padrone e guarsice ogni giorno un po’. Infatti, la mototerapia è stata studiata per un anno dalla dottoressa Franca Fagioli, primario di Oncologia pediatrica al Regina Margherita di Torino, che ha osservato 50 bambini e le loro famigle prima, durante e dopo le esibizioni nella struttura ospedaliera. Nel periodo di studio, il team Daboot capitanato dal pilota Vanni Oddera ha svolto una mototerapia al mese. Gli esiti della ricerca stanno per essere pubblicati sulla rivista “Journal of human, sport and exercise” e mostrano i risultati positivi (sull’ansia da ricovero, ad esempio, ma anche sul protocollo vero e proprio di cura).
I piloti raccontano la storia di chi vuole superare i propri limiti, e vincere la paura: ecco perché diventano popolari e seguiti. In uno degli ultimi eventi di mototerapia, all’ospedale di Conegliano, sono entrati con le moto elettriche nelle corsie. In un altro evento, lo scorso dicembre alla Nostra Famiglia sempre di Conegliano (Treviso), hanno portato in moto nei campi che circondano la struttura bambini e ragazzi regalando loro divertimento puro, libertá e tanta voglia di vivere.
La forza dei piloti Daboot e di Alvaro Dal Farra che li guida é di essere fra i primi al mondo e peró di non accontentarsi dei risultati sportivi: il lato umano é altrettanto importante, per loro. Ogni mototerapia li ricarica e dá loro la forza per superare la paura che é sempre in agguato, ogni volta che preparano un salto. Perché sono supereroi quando mettono il casco, ma sotto la tuta batte un cuore che in molti hanno imparato ad amare.
Gli XGames
Dal 23 al 26 gennaio prossimi Leonardo Fini (in foto), pilota di punta del Team Daboot, sará il primo pilota europeo a gareggiare agli XGames di Aspen, in Colorado, per il Best Trick in snowbike. Si tratta di un traguardo che fa entrare Daboot e Leonardo nella leggenda: in snowbike mai nessun italiano ci era riuscito, insieme a soli altri 7 rider gareggerá per il titolo in una competizione che equivale alle Olimpiadi di settore.
“Non ci sono parole per descrivere quello che provo” – sottolinea Leonardo Fini – “quando vedi fin da bambino queste gare e le segui in tv e sui giornali, sogni ad occhi aperti di poter un giorno essere là, con i tuoi beniamini e i piloti che hai sempre seguito. Questo sogno si sta per avverare e io sento di dover ringraziare tutti, mia moglie, gli amici, Alvaro e gli altri piloti del team Daboot che mi stanno dando una mano enorme per aver tutto a posto anche da un punto di vista anche organizzativo. Le mie sensazioni sono positive, l’importante è andare là e divertirsi e comunque vada mi porterò a casa una pagina importante che metterò insieme ai ricordi più belli e che, mattoncino dopo mattoncino, sta costruendo la mia carriera. Che io vinca o perda finalmente potrò dire di aver saltato una volta agli X-Games. O magari può essere una porta che aprirà tante altre strade” conclude Leonardo.