La mappa degli hotel chiusi in Veneto: Padova 75%, Cortina 95%, Venezia sfiora il 100%

“Voglio rammentare che esiste l’esigenza di mantenere presidi sul territorio per poter accogliere ad esempio i parenti dei pazienti oncologici consentendo loro di stare vicini ai propri cari, e le persone che viaggiano per motivi di salute, oltre a quelle che viaggiano per questioni indifferibili di lavoro, come ad esempio gli equipaggi degli aerei. Per questo pensiamo che l’eventuale richiesta di chiusura degli alberghi debba tener conto di queste esigenze della collettività”.

Sono parole di Marco Michielli, presidente regionale di Federalberghi Veneto che, dati alla mano, traccia la mappa delle chiusure degli alberghi in tutte le province, nessuna esclusa, che vanno dal 75% con punte del 100% in alcune località. “Abbiamo ultimato la triste conta degli alberghi che alla data di oggi, mercoledì 11 marzo, hanno già chiuso nel Veneto. I dati sono desolanti, come previsto. I pochi esercizi ancora aperti stanno valutando di chiudere. Al momento, stiamo considerando la possibilità di garantire il minimo di servizi in ogni territorio per coloro che avessero necessità di essere ospitati”.

Sono gli effetti dell’emergenza coronavirus sulle strutture ricettive del Veneto, e i numeri sono il risultato del lavoro compiuto in queste settimane da Federalberghi Veneto in tutto il territorio regionale, provincia per provincia. Eccoli:

COVID19 – MONITORAGGIO ESERCIZI ALBERGHIERI CHIUSI

11.03.2020

CORTINA

Chiusure: 95%.

Molto probabilmente nei prossimi giorni chiuderanno anche gli ultimi rimasti aperti.

BELLUNO

Chiusure: 90% (quasi sicuramente tutti chiusi nelle zone turistiche. Alcune strutture aperte nella Valbelluna per turismo business: medici, etc.)

BIBIONE

Chiusure: 100% (forse aperto 1 hotel un po’ fuori Bibione perché ha operai dentro)

JESOLO

Chiusure: 98%

Molto probabilmente chiuderanno anche il residuo 2%.

PADOVA

Chiusure: 75% circa

Nei prossimi giorni sicuramente ne chiuderanno altri.

SOTTOMARINA

Chiusure: quasi 100%

Su un totale di 51 hotel, 46 chiusi e 5 stanno per chiudere

VENEZIA

Chiusure: quasi 100%

CAORLE-PORTOGRUARO

Gli stagionali stanno posticipando l’apertura.

TREVISO

Chiusure: 70%

ABANO

Chiusura: quasi 100% (su 98 strutture ad oggi 3 aperte)

VERONA

Chiusure ad oggi: oltre 60%-70%

Nei prossimi giorni sicuramente ne chiuderanno altri.

VICENZA

Chiusure: 75%

GARDA

Chiusure: quasi 100%

solo 3 alberghi ancora aperti ma presto chiuderanno anche questi.

 

“Il sistema Federalberghi è sempre stato solidale in ogni emergenza verificatasi nel Paese e anche questa volta non verrà meno – assicura Michielli – Ci rendiamo conto che l’attuale crisi è trasversale e interessa tutti i settori produttivi, ma resta la realtà che gli unici a chiudere fin dai primi giorni di questa emergenza sono stati gli alberghi, con un’onda che attualmente interessa anche i pubblici esercizi. Per quel che riguarda il nostro sistema, con grande orgoglio posso dire che siamo estremamente proattivi e nonostante le strutture chiuse stiamo guardando avanti, a quando questa crisi cesserà, per svolgere al meglio il nostro ruolo nel supportare il sistema economico del Paese. Certo mai come in questo momento le nostre imprese necessitano di aiuti concreti da parte del pubblico per poter ritornare in efficienza”, aggiunge il presidente di Federalberghi Veneto”.

“Ringraziamo la Regione Veneto per tutta la vicinanza che ha saputo concretamente esprimerci in questi giorni, dal presidente Luca Zaia all’assessore al Turismo Federico Caner. Un pensiero particolare, con tutta la gratitudine mia personale e delle imprese del settore, va all’assessore alla Formazione e al Lavoro Elena Donazzan, che si è adoperata nel disegnare la cassa integrazione anche sulle esigenze degli alberghi di ogni dimensione e dei pubblici esercizi” –  prosegue Michielli – “Siamo ancora nella tempesta, consapevoli che il dato sulle chiusure potrà solo aumentare ulteriormente nel corso della prossima settimana”.

A Venezia

La batosta arriva a pochi mesi di distanza dalla disastrosa acqua alta del 12 novembre che già aveva causato molte disdette.

“Son quattro mesi che vivo sprofondato nello stress – scrive su Facebook Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione veneziana albergatori – . Da quel fatidico 12 novembre tutte le disgrazie possibili immaginabili si sono abbattute su Venezia. Ora tocca al Coronavirus e vedere alberghi mai sentiti nominare prima associarsi per avere la gestione delle pratiche di chiusura e la cassa integrazione è un segno che mi preoccupa. Significa che la disperazione è tanta. Il clima è quello della ressa che cerca di salire sull’ultimo elicottero in partenza dall’Ambasciata americana di Saigon. Noi ci siamo col mio vice e le mie splendide ammirabili collaboratrici ( tutte donne , tutte con gli attributi , ne sono orgogliosissimo) e ci saremo anche se chiuderanno tutti gli uffici”.