C’è chi in Veneto la quarantena l’ha iniziata ben prima dell’8 marzo: sono i centri di servizio per anziani e le altre strutture per persone fragili.
Uneba Veneto, l’associazione di categoria che rappresenta 80 di questi enti, presenti in ogni provincia veneta e quasi tutti non profit di radici cristiane, racconta la scelta dolorosa ma responsabile di limitare le visite dei famigliari agli anziani, la dedizione e competenza mostrata dal personale.
“I centri servizi per anziani sono tante piccole cittadelle molto fragili, abitate dalle persone più a rischio per questa epidemia. Per questo da settimane ci siamo imposti un’auto-quarantena responsabile. Un sacrificio che hanno fatto i nostri anziani e le loro famiglie, una scelta dura ma possibile. E necessaria in nome del bene comune”. Così dice Francesco Facci, presidente di Uneba Veneto, l’associazione di categoria che raccoglie circa 80 enti dediti al servizio ad anziani non autosufficienti, persone con disabilità, minori fragili, sofferenti psichici.
“Fin dalla fine di febbraio – continua Facci -, nel rispetto delle disposizioni regionali e nazionali, le nostre strutture, e in particolare quelle per anziani, hanno introdotto strette limitazioni o blocchi delle visite in struttura. Una scelta dolorosa, difficile, ma responsabile. E c’è stato tra chi tra i familiari, con la collaborazione del personale, ha comunque saputo trovare vie nuove per trasmettere il proprio affetto, dalle videochiamate via WhatsApp alle lettere scritte a mano, con cura”.
“Ma ancora più importante nella tutela degli anziani è stato l’impegno quotidiano del nostro personale: non solo con la dedizione, non solo con la presenza sul posto di lavoro, ma anche con la competenza sanitaria dimostrata per garantire tutte le misure di sicurezza a tutela degli anziani prima ancora che propria. Il tutto senza addebitare nessun costo extra al Sistema Sanitario Regionale, e continuando a rispettare gli standard. Facendo la nostra parte, in coerenza con i valori che orientano l’operato degli enti associati Uneba Veneto, molti dei quali sono al servizio dei loro territori da decenni se non secoli”.
Ora piu’ che mai – sottolinea il presidente – è fondamentale che ogni struttura, e in particolare i centri di servizio per anziani, continui a poter contare su tutto il personale necessario, in particolare gli operatori sociosanitari (OSS). Se la sanità pubblica in questo momento di emergenza iniziasse a attrarre a sé i lavoratori degli enti Uneba, sostituirli sarebbe per noi pressochè impossibile. E ci rimetterebbe immediatamente la qualità dell’assistenza, aumentando il rischio di peggioramento delle condizioni degli anziani, che forzatamente andrebbero poi a pesare su un Sistema Sanitario Regionale che sappiamo tutti essere oggi sotto grande pressione”.
“In questa prolungata emergenza, Uneba Veneto è pronta a fare la sua parte, contando anzitutto sulle nostre forze: i nostri valori, e i nostri lavoratori e lavoratrici. Il sostegno che chiediamo alla Regione Veneto ed alla sanità regionale è per il reperimento e l’approvvigionamento dei presidi e dei materiali per l’assistenza (a partire dalle mascherine)”.