I quattro soci fondatori di Unifarco, con i 13 dirigenti dell’azienda, hanno deciso di ridurre del 20% il proprio compenso a partire dal mese di aprile. “Un segnale forte per dimostrare ai dipendenti che non sono soli in questa fase critica – fa sapere l’azienda – Nei momenti di difficoltà bisogna rimanere uniti… anche a distanza come in questo periodo di pandemia da Coronavirus”.
Unifarco è una società per azioni molto particolare: ai quattro fondatori si sono aggiunti negli anni oltre 350 soci per una Spa di soli farmacisti unica nel suo genere. Unifarco è nata nel 1982 a Santa Giustina, ai piedi del parco delle Dolomiti bellunesi, fra colleghi abituati a preparare tisane e altri prodotti per le farmacie della zona. Si sono domandati: perché non mettere a punto una intera linea per le farmacie, con prodotti destinati a soddisfare le diverse esigenze? E così è nata Unifarco. Nel 2005 il grande salto e la costituzione di una Spa che ha come clienti, ma anche come soci, i farmacisti, e tre marchi: Farmacisti Preparatori per dermocosmesi, igiene e nutraceutica; Unifarco Biomedical per dispositivi medici e dermocosmesi, e infine Dolomia, per make up e cosmesi.
Fra gli obiettivi c’è la difesa delle farmacie di prossimità: un presidio sempre più centrale in temo di emergenza sanitaria.
L’azienda ha deciso di attivare la cassa integrazione ordinaria a sostegno del reddito dei dipendenti attraverso il Decreto Cura Italia. Unifarco – oltre alle modalità stabilite per legge – ha concordato con le rappresentanze sindacali di istituire un premio “una tantum” per il personale presente in sede nel mese di marzo e un pacchetto welfare straordinario per l’emergenza, che comprende: una polizza sanitaria per il caso malattia da coronavirus, un’integrazione all’indennità di congedo parentale straordinario istituita dal governo, un contributo per l’acquisto di personal computer e/o servizi di connettività per consentire ai figli dei dipendenti di seguire l’attività scolastica.
“Siamo di fronte a una prova dura” dice Massimo Slaviero, CEO di Unifarco “che ci deve vedere tutti estremamente saldi e lucidi. La nostra azienda è una grande famiglia e nessuno verrà lasciato indietro. Quando ripartiremo – e ci auguriamo prestissimo – lo faremo tutti insieme. Questa è una battaglia che si vince con coesione e unità di intenti. I nostri dipendenti sono consci della straordinaria importanza del momento, dimostrando ogni giorno un grande senso di responsabilità”.
Unifarco, però, non chiude i battenti. Ai farmacisti continua la fornitura di quei prodotti che oggi sono centrali nella battaglia contro il virus: detergenti per mani e viso, immunostimolanti, integratori e vitamine. Senza dimenticare il nuovo gel igienizzante per le mani a base alcolica che Unifarco ha deciso di mettere in produzione proprio per dare un ulteriore aiuto concreto ai farmacisti sul territorio.
Continuare la produzione non può prescindere dall’adozione di misure molto stringenti per assicurare i più alti standard di sicurezza per i lavoratori. Unifarco ha affrontato l’emergenza coinvolgendo sin dall’inizio il personale e le rappresentanze sindacali, in sintonia con il modello partecipativo da tempo promosso in azienda. Il primo accordo aziendale riguardante l’emergenza è stato sottoscritto il 13 marzo, in anticipo rispetto al protocollo nazionale anti contagio.
L’istituzione di un comitato paritetico per l’applicazione del protocollo nazionale anti-contagio che lavora quotidianamente per monitorare l’attuazione delle misure di protezione e apportare eventuali ulteriori migliorie, sanitizzazioni periodiche, l’adozione di mascherine, gel igienizzante, spray per la pulizia delle superfici e, soprattutto, la distanza di sicurezza non solo negli uffici in cui è stato incentivato lo smart working ma anche nei reparti di produzione, confezionamento e logistica. Ma questi provvedimenti non sarebbero pienamente efficaci se venissero disattesi durante i momenti di pausa: di qui la decisione di evitare assembramenti durante le pause caffè e in mensa, con turni ben definiti che permettono il mantenimento della distanza di oltre un metro non solo in fila ma anche a tavola.
Molte aziende a Nordest stanno mettendo in atto buone prassi: da Luxottica, che integra la cassa integrazione (e anche qui i manager si sono tagliati lo stipendio , a Thun, che garantisce al 100 per cento gli stipendi, mentre continua la gara di generosità che registra donazioni di materiale sanitario e anche di colombe pasquali agli ospedali.