Azienda Zero da oggi ha aperto lo scorso 28 luglio avviso pubblico per infermieri e operatori sociosanitari per le strutture per anziani non autosufficienti del territorio. Su mandato della Regione Veneto l’Azienda raccoglie le manifestazioni di interesse del personale sanitario e assistenziale nelle sette province venete per potenziare gli organici delle strutture sociosanitarie pubbliche e private del Veneto.
L’avviso pubblico (al link https://aziendazero.concorsieavvisi.it/index.cfm?action=trasparenza.concorso&id=206) resterà aperto fino al 30 settembre, ed ha lo scopo di formare gli elenchi di infermieri e operatori socio sanitari disponibili a prestare attività assistenziale nelle strutture socio – sanitarie residenziali per anziani della regione.
“L’emergenza Covid ha imposto alla sanità veneta di assumere nuovi infermieri e nuovi operatori d’assistenza per i reparti ospedalieri e i servizi territoriali – spiega l’assessore alla sanità e al sociale del Veneto – “questa operazione, assieme ad un minore interesse per la professione dell’operatore socio sanitario, associato agli effetti di ‘quota 100’, ha contribuito ad impoverire gli organici delle strutture assistenziali. L’avviso risponde agli appelli di Uripa e Uneba, le due principali organizzazioni degli istituti assistenziali pubblici e privati in Veneto, che da mesi segnalano le difficoltà che le strutture sanitarie devono affrontare dal punto di vista organizzativo e lamentano la carenza di almeno un migliaio di infermieri e di circa tre mila operatori sociosanitari”.
La Regione Veneto – precisa l’assessore – ha investito nell’ultimo quinquennio circa 4 milioni per formare operatori sociosanitari: dal 2015 ad oggi sono 6.650 gli OSS qualificati nei corsi sostenuti dalla Regione. “Su questo fronte – anticipa l’assessore – a breve vi sarà la presentazione di un provvedimento che attiva nuove modalità semplificate per l’accesso alla formazione da parte degli operatori socio sanitari. Alla formazione, ora viene ad aggiungersi un ulteriore passaggio: una procedura standard regionale per far incontrare domanda e offerta di lavoro e aiutare così gli istituti residenziali a reperire nuovo personale”.
“Con il mandato affidato ad Azienda Zero di acquisire su base provinciale le manifestazioni di interesse di infermieri e operatori sociosanitari adeguatamente formati – conclude l’assessore – ci auguriamo di facilitare il lavoro di reclutamento da parte delle strutture residenziali: gli elenchi delle persone disponibili saranno inviati periodicamente ai gestori delle strutture, che potranno così avviare le procedure per l’assunzione”.
Anche l’Area Specialistica Sanità di Umana ha aperto una campagna di recruiting per la ricerca di circa 350 figure dedicate a strutture sanitarie pubbliche e private in tutta Italia, in particolare nelle aree di Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte, Emilia Romagna e Marche.
Per far fronte alle richieste di comunità protette, centri residenziali per anziani, RSA e case famiglia, Umana ricerca 250 infermieri. Sono requisiti minimi il possesso di laurea triennale in Scienze Infermieristiche e l’iscrizione all’OPI aggiornato al 2020; si richiede disponibilità immediata e si offre, ove possibile, alloggio con affitto agevolato.
Le aree di riferimento sono: Friuli Venezia-Giulia (Gorizia, Trieste, Udine), Veneto (area Belluno, Agordo, Altopiano di Asiago, Oderzo, Gruaro, Pedemontana Veneta, Treviso, Padova, Colli Euganei, Venezia, Verona, San Bonifacio, Riviera del Brenta, Rovigo, Noale), Lombardia (Garda Bresciano, Milano città, Monza, Lecco, Cremona, Varese, Pavia) e Piemonte (Novara, Vercelli, Asti, Torino città, Canavese, Colline Cuneesi).
Sono oltre 100, invece, gli infermieri da inserire presso strutture ospedaliere pubbliche e private per cui è richiesta specializzazione: infermieri strumentisti con Master di I livello in Strumentisti di sala operatoria, infermieri di sala operatoria con Master di I livello in Assistenza infermieristica in sala operatoria, infermieri di rianimazione con Master di I livello in Infermieristica in area critica, infermieri per reparti di degenza, infermieri di riabilitazione neurologica, neuromotoria, dei pluriminorati. Anche in questo caso, i candidati dovranno essere in possesso di laurea triennale in Scienze Infermieristiche e iscrizione all’OPI aggiornato al 2020; si richiede disponibilità immediata e si offre ove possibile alloggio con affitto agevolato.
Per questa ricerca le aree di riferimento sono: Veneto (Treviso), Lombardia (Milano, Brescia, Varese, Monza), Emilia Romagna (Ferrara, Rimini), Marche (Ancona) e Valle D’Aosta.
Per informazioni e candidature:
Un premio a chi è stato in prima linea
Gli organici nelle case di riposo, il riconoscimento premiale per il personale impegnato nella gestione dell’emergenza Covid 19 e la ‘ri-partenza’ anche economico-finanziaria delle strutture di assistenza: sono i temi al centro del confronto avviato a fine luglio in Regione Veneto tra l’assessore alla Sanità e al Sociale e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali degli operatori delle Ipab di assistenza alle persone non autosufficienti (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fisascat Cisl e Uiltc).
“Un confronto puntuale, articolato e costruttivo – fa sapere l’assessore, al termine dell’incontro – che prosegue il dialogo in essere con i rappresentanti degli enti (Uripa e Uneba) nel comune impegno volto ad individuare i possibili percorsi per dare una risposta alle esigenze operative di centinaia di strutture residenziali per anziani presenti in Veneto e di migliaia di operatori, in particolare infermieri e Oss, che si sono fatti carico con sacrificio e professionalità della continuità del servizio assistenziale agli ospiti in una fase di gestione emergenziale, aggravata dalle misure di isolamento per il contenimento del contagio e dall’impoverimento degli organici. La Regione intende perseguire tutte le vie possibili per ridare serenità ai gestori e agli operatori delle strutture per anziani, per qualificare e valorizzare le competenze sociosanitarie del personale e per assicurare il mantenimento degli standard assistenziali e di sostenibilità degli enti e delle strutture”.
Quanto alla richiesta di estendere anche al personale delle case di riposo il riconoscimento premiale attribuito a medici e infermieri della sanità, l’assessore, nel condividerne lo spirito e l’opportunità come peraltro già pubblicamente espresso anche in occasione del pronunciamento unanime del Consiglio regionale del Veneto, ha segnalato la necessità di un intervento normativo in sede nazionale. “Il decreto 18/2020 (il cosiddetto “Cura Italia”) – ha ricordato l’assessore – non assegna risorse ad enti e strutture diverse da quelle appartenenti al servizio sanitario regionale, né la Regione ha spazi di autonomia in materia di ordinamento civile e contrattuale.”.
Infine assessore e rappresentanti sindacali hanno condiviso l’esigenza di continuare il confronto tra le parti rispetto alle tematiche aperte e agli sviluppi dei provvedimenti già adottati e di quelli in itinere.