“Le donne sono quelle che sopportano maggiormente gli impatti di questa pandemia, anche dal punto di vista del lavoro. C’è stata una riduzione dell’oltre 20% della occupazione delle sole donne e già eravamo in una situazione di sofferenza. Lavorando sulle competenze, sulla conciliazione dei tempi, sugli strumenti dedicati al mondo delle donne e delle esigenze specifiche vogliamo provare ad essere di aiuto all’intera società”.
Lo ha detto oggi l’assessore regionale al Lavoro con delega alle pari opportunità, Elena Donazzan, nel corso della presentazione di uno dei bandi previsti all’interno de “Il Veneto delle donne”, pacchetto a favore dell’occupazione femminile ridisegnato in ottica antiCovid. L’avviso è stato ripensato, tenendo conto delle indicazioni arrivate dalle parti sociali, dal mondo delle imprese e degli operatori e tenendo conto dei numeri del post lockdown.
“L’obiettivo urgente delle prossime settimane – ribadisce Donazzan – è arginare il più possibile la perdita dei posti di lavoro e salvaguardare il patrimonio imprenditoriale, fatto di conoscenze e di esperienze, di persone e di strutture, della nostra regione. Da anni siamo impegnati per far crescere le imprese del territorio, per favorirne l’internazionalizzazione e la competitività, aggiornando le competenze dei lavoratori alle sfide dell’attualità e dell’innovazione tecnologica e offrendo concrete occasioni di inserimento lavorativo delle persone, con particolare attenzione per quelle più a rischio di esclusione: i giovani e le donne”.
A fine aprile la Giunta regionale ha approvato il bando in seno ad un pacchetto di iniziative che prevedono un investimento di quasi a 9 milioni di euro di cui 3,5 mln destinati alla realizzazione di percorsi per donne disoccupate, con particolare riguardo per lo sviluppo delle competenze digitali e per la promozione delle competenze scientifiche e dei nuovi lavori nei confronti delle studentesse delle scuole superiori. 27 progetti sono destinati a quasi 2.200 donne disoccupate e altri 45 progetti per oltre 3.500 donne occupate
Il provvedimento prevede alcune novità per contrastare le difficoltà di partecipazione a causa dell’emergenza, in particolare:
- Voucher di connessione per donne disoccupate: quasi 300mila complessivi (tra progetti finanziati) per partecipare in remoto ai percorsi di formazione e per favorire l’inserimento lavorativo anche a distanza (al massimo 250 euro per voucher)
- Voucher di conciliazione per donne e uomini con responsabilità di cura nei confronti di minori, anziani e/o disabili: 210mila euro (gestiti in modo centralizzato da un unico ente per garantirne l’efficacia) per favorire la fruizione totale o parziale di servizi di assistenza (al massimo 200 euro mensili per ogni voucher)
- Interventi di formazione e di accompagnamento finalizzati all’adozione di piani di smart working con relativi accordi aziendali.
Il tasso di occupazione femminile del Veneto, riferito al 2018, è pari al 58,2%, con un picco percentuale del 73,8% per le donne con età compresa fra i 35 e i 44 anni. Circa l’80,5% delle donne occupate è in possesso di titolo di laurea o post-laurea, mentre il 65,3% di diploma. Per quanto riguarda la distribuzione territoriale, il tasso di occupazione femminile più alto si registra in provincia di Belluno (64,6%), mentre in provincia di Venezia si registra il tasso di occupazione più basso del Veneto (55,9%).
“L’emergenza sanitaria ha costretto il mercato del lavoro ad una sperimentazione forzata del lavoro agile – conclude l’assessore Donazzan – è necessario passare da tale sperimentazione a modelli organizzativi consolidati, non più basati sul tempo ma sui risultati. E occorre pure un approccio integrato tra competenze scientifiche e competenze umanistiche, tra competenze tecnico-digitali e competenze umanistiche e creative, approccio fondamentale per favorire l’innovazione ed il rilancio. E le donne possono dare un contributo fondamentale all’attuale esigenza di trasformazione e di sviluppo a tutti i livelli”.