Prestiti agevolati, con sconti fino al 25% sui tassi di interesse, per le aziende che investono per rendere sostenibile la propria attività.
Banca della Marca, istituto di credito cooperativo radicato nelle province di Treviso, Venezia e Pordenone, lancia il “Green New Deal” del Nordest, mettendo a disposizione delle piccole e medie imprese del territorio 20 milioni di euro destinati a finanziare investimenti di carattere ambientale, ma anche sociale e di welfare aziendale.
Una proposta innovativa e concreta di finanza green, che per la prima volta mette al centro della valutazione del merito creditizio la Corporate Social Responsibility, ovvero l’indicatore della coscienza ambientale d’impresa: un parametro calcolato puntualmente, mediante un algoritmo che Banca della Marca ha sviluppato con il coordinamento scientifico del professor Alberto Lanzavecchia dell’Università di Padova e che, alla valutazione oggettiva del singolo investimento, integra la valorizzazione del percorso evolutivo dell’impresa verso modelli sostenibili organizzativi e di governance, come bilanci sociali, certificazioni ambientali, Emas, società benefit.
«Per garantirne una reale efficacia, il concetto di sostenibilità deve essere portato al livello superiore, non limitandosi a importanti ma semplici microaspetti di carattere ambientale – afferma Loris Sonego, presidente di Banca della Marca – Di finanza green si parla ormai da anni, ma con questa proposta la nostra banca punta concretamente a incentivare una trasformazione culturale nel modo di fare impresa sul territorio, mettendosi sullo stesso piano delle imprese per una responsabilità ambientale condivisa».
Un’iniziativa volta a rilanciare gli investimenti in un momento segnato dalla crisi economica post Covid e dalle tante incertezze sul futuro. Banca della Marca, quasi 8.900 soci e 43 filiali tra le province di Treviso, Venezia e Pordenone, aderente al gruppo nazionale Iccrea, ha chiuso l’esercizio 2019 con un attivo di 2,8 miliardi di euro e un utile di poco superiore a 16 milioni (con un aumento del 41%) e, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ha istruito circa 1.700 pratiche per finanziamenti elargiti in funzione anti-crisi con garanzia statale.
«Dobbiamo guardare oltre, creare prospettive per il 2021 e 2022 – prosegue Sonego – Il sistema economico deve fare proprio un approccio congiunto, che veda coinvolti a vario titolo i differenti operatori, aziende e istituti di credito uniti per il bene comune: è importante che le aziende locali siano messe nelle condizioni di tornare a investire per generare un volano economico».