Le generazioni più colpite dall’epidemia, ma anche quelle che entrano sempre più spesso nelle agende delle istituzioni e delle categorie economiche di un NordEst che invecchia e cerca le vie per proteggere gli anziani e migliorarne la qualità di vita.
Una legge anti solitudine
Lo scorso primo ottobre il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato all’unanimità il disegno di legge 91, che integra e modifica provvedimenti precedenti. Il documento, “Contrasto alla solitudine e promozione dell’invecchiamento attivo”, attraverso i suoi 11 articoli crea uno strumento legislativo che «consente alla Regione Fvg di affrontare e contrastare ogni fenomeno di esclusione, disconnessione e marginalizzazione sociale e civile per origini o cause collegate alla condizione personale anagrafica, socio-sanitaria, economica o culturale».
Prima del voto conclusivo, sono stati approvati sei degli otto emendamenti previsti, compreso quello che prevede l’istituzione di «percorsi di formazione per anziani al fine di offrire loro le competenze informatiche di base». Nel documento, la solitudine viene identificata come «l’angoscia derivante dalle differenze tra le relazioni sociali ideali e quelle percepite, in correlazione con lo stato di salute fisica e mentale, il benessere delle persone, nonché l’ambiente in cui vivono». Tra gli obiettivi della norma anche la creazione di reti di comunità e di cittadinanza attiva. La nuova classificazione distingue inoltre tra persone anziane (oltre i 65 anni), adulti (19-65) e adolescenti (12-19), mentre i destinatari sono costituiti dai soggetti dell’intera popolazione regionale maggiormente esposti al rischio di esclusione, autoesclusione o marginalizzazione con particolare attenzione agli over 65, agli adulti e agli adolescenti. Si prevede di operare attraverso un programma triennale con linee guida emanate dalla direzione centrale competente in tema di tutela della Salute e delle Politiche sociali.
«Il Friuli Venezia Giulia, quarta regione più anziana in Europa con il 24,7% di over 65, ha tutte le carte in regola per diventare un modello nazionale e continentale per l’invecchiamento attivo e il contrasto alla solitudine», ha detto il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, evidenziando che «la legge è un caposaldo ma, soprattutto, un ottimo punto di partenza verso il riconoscimento concreto del ruolo che il Fvg è pronto ad acquisire quale capofila di un nuovo modo di vivere la terza età trasmettendo conoscenza, competenza, esperienza e affetto. A questo proposito – aggiunge il presidente – è corretto pensare a un progetto che, una volta superata l’emergenza Covid, metta in stretto contatto asili nido e residenze per anziani, garantendo in questo modo nonni aggiunti ai più piccoli e, ai meno giovani, nipoti capaci di fornire nuovi stimoli vitali. In ogni caso finalmente si va nella direzione di una rete di comunità e di una cittadinanza attiva. L’obiettivo deve essere la sinergia quotidiana tra le diverse generazioni».
I bandi del Veneto
In regione opera la Consulta regionale per l’invecchiamento attivo, convocata l’ultima volta a fine agosto dall’assessore alla Sanità e al Sociale. L’organismo composto dai rappresentanti dei sindacati e delle associazioni delle terza età, dei centri servizi per anziani, del forum del terzo settore, del volontariato veneto e della cooperazione sociale, ha fatto il punto sullo stato di attuazione del programma triennale finanziato dalla Regione Veneto per favorire l’invecchiamento attivo degli over 60 a distanza di tre anni dal varo della legge, tra le prime in Italia, che ha promosso e valorizzato l’invecchiamento attivo.
Sono stati finanziati complessivamente 125 progetti, con un budget per progetto generalmente compreso tra i 20 e i 50mila euro, per un finanziamento totale di 3.638.838 euro. I destinatari delle risorse sono istituzioni e soggetti di natura pubblica o privata no profit, compresi enti religiosi associazioni di volontariato e di promozione sociale, fondazioni aventi sede nel territorio veneto in forma singola o in partenariato. L’intervento regionale si fonda su quattro azioni per progettualità volte a promozione e sostegno dell’attività fisica; implementazione di attività di utilità sociale e promozione di forme di cittadinanza attiva e pratiche di solidarietà sociale; educazione permanente e alfabetizzazione digitale e infine promozione e facilitazione alla fruizione del patrimonio culturale delle competenze accumulate dalle persone anziane.
Un investimento non solo sulla salute, ma anche – con l’avanzare dell’età – sul mantenimento di un ruolo attivo nell’ambito delle diverse dimensioni della vita quotidiana e della società per oltre 600mila veneti tra i 60 e i 75 anni. valore sociale, le generazioni che hanno ‘costruito’ il Veneto di oggi.
Passaggi solidali
Fra i progetti innovativi realizzati in Veneto c’è “Stacco”, iniziativa di trasporto solidale e gratuito per persone non autosufficienti, anziani e disabili. La chiave di volta del servizio sono i volontari che, in forma associata e coordinata, garantiscono il servizio di accompagnamento ‘a chiamata’ per visite mediche, terapie, pratiche burocratiche a persone con difficoltà di mobilità e di reddito. Ogni anno vengono effettuati decine di migliaia di viaggi in Veneto: non solo in un passaggio automobilistico, ma un vero e proprio accompagnamento, in una relazione di empatia che va a beneficio di entrambi i soggetti, il conducente e il trasportato.
La Silver economy
Nell’ultima assemblea della CNA Pensionati Trentino Alto Adige, a inizio dicembre, il presidente Arrigo Simoni ha proposto «Un nuovo Patto per la salute e il benessere sociale». Al centro del dibattito le potenzialità del “mercato d’argento” in un Paese dove gli over 65 sono già il 22% della popolazione (e fra 10 anni diventeranno il 33%). A cominciare dalla salute, in piena pandemia Covid 19, che «non dovrà più essere vissuta come un costo – afferma Simoni – ma al contrario un investimento sul futuro».
Per questo, secondo CNA Pensionati regionale, va lanciato un Patto articolandolo attraverso un piano pluriennale di ricostruzione del Servizio sanitario nazionale, delle articolazioni regionali e degli strumenti socio-assistenziali dedicati agli anziani. «Bisogna programmare una nuova stagione di investimenti anche in Trentino Alto Adige nelle strutture – spiega Simoni – nelle tecnologie e nelle competenze necessarie. Le priorità sono: la cura delle cronicità, la difesa delle fragilità e la promozione delle politiche sulla non autosufficienza».
E per il dopo Covid, Simoni ritiene che i pensionati CNA «potranno essere uno dei motori per la crescita economica”. La ricerca sulla Silver Economy, condotta tramite questionari da studio Giaccardi, ha messo in luce come il mercato silver legato al sistema CNA potrebbe rappresentare un giro di affari che supera i 4 miliardi e mezzo, almeno 150 milioni nella regione: «Un mercato caratterizzato da utenti molto più tecnologizzati di quanto si pensi, tanto da poter parlare di “generazione silver digitale”. Il 68,8% del campione utilizza Internet; l’89,5% lo utilizza più di una volta a settimana; il 73,4% utilizza lo smartphone; il 71,7% è iscritto ad almeno un social network. Una generazione, questa – è la conclusione – che esprime domanda personalizzata nei settori del turismo ed enogastronomia, artigianato tipico, benessere e salute, in una età in cui torna o viene la voglia di viaggiare, prendersi cura di sé stessi, cucinare, alimentarsi bene, fare tutto quello che magari non si è riusciti a fare prima». Tutte cose per cui serve una organizzazione delle attività, del mercato, che vada incontro e che risponda a queste esigenze.