Dalla grappa all’Asiago, gli accordi con la Cina tutelano sette Dop Venete

Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, Soave, Bardolino Superiore, Grappa, ma anche Asiago, Grana Padano, Parmigiano Reggiano saranno tutelati in Cina grazie all’accordo siglato tra Unione Europea e il Gigante asiatico. Queste – fa sapere Coldiretti – sono le tipicità venete che rientrano tra i prodotti italiani a denominazione di origine protetti, mentre per tutti gli altri il rischio è che la mancata protezione lasci spazio alle imitazioni delle specialità tricolore in un Paese in grande espansione. Nell’elenco divulgato in occasione dell’intesa sono soggetti a mutua protezione 200 prodotti a denominazione di origine, 26 dei quali sono italiani tra i 100 dell’Unione Europea.

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Nell’anno del Covid è record storico per il Made in Italy alimentare in Cina con un balzo del 20,5% nel 2020 ed un valore che supera per la prima volta il mezzo miliardo di euro. Si tratta di un risultato importante ottenuto in netta controtendenza rispetto alle difficoltà determinate dalla pandemia agli scambi commerciali che conferma l’apprezzamento dei cinesi per cibi e bevande nazionali.

Il trattato – sottolinea la Coldiretti – e’ un primo passo ma insufficiente con appena il 3% dei prodotti italiani a indicazione di origine presenti.

Ecco le specialità inserite: Aceto balsamico di Modena, Asiago, Asti, Barbaresco, Bardolino superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Bresaola della Valtellina, Brunello di Montalcino, Chianti, Conegliano-Valdobbiadene Prosecco, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Gorgonzola, Grana padano, Grappa, Montepulciano d’Abruzzo, Mozzarella di Bufala campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele, Soave, Taleggio, Toscano, Vino Nobile di Montepulciano.

E’ positiva tuttavia – continua la Coldiretti – la volontà di procedere nel tempo ad una allargamento della lista. In questo contesto – precisa la Coldiretti –  è importante anche lavorare al superamento delle barriere tecniche ancora presenti per le esportazioni nazionali. Se infatti è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane e nel 2018 le frontiere si sono aperte in Cina per l’erba medica italiana, al momento per quanto riguarda ad esempio la frutta fresca – conclude la Coldiretti – l’Italia può esportare in Cina solo kiwi e agrumi mentre sono ancora bloccate le mele e le pere oggetto di uno specifico negoziato.