Crescono le scuole certificate anti bulli. Dopo che l’Istituto Comprensivo di San Bonifacio (Verona) è stata la prima realtà italiana ad ottenere la certificazione, ora è al traguardo il Don Milani di Rovereto, primo istituto trentino ad ottenere la certificazione UNI/PrD 42:2018 di “scuole bulli free”, lo scorso 13 novembre 2020.
Poco dopo a conquistare questo titolo è stato l’Istituto Comprensivo Trento 6 e in queste settimane si stanno avvicinando al percorso numerose scuole della provincia. Quello del Don Milani è stato un risultato d’eccellenza per il Trentino, perché la scuola è stata fra le prime quattro in Italia e tra le prime a livello internazionale.
“Si registra nel mondo della scuola una sempre maggior attenzione non solo sul tema del bullismo ma anche, in maniera crescente, del cyber bullismo – ha commentato l’assessore all’Istruzione Mirko Bisesti -. La Provincia lo scorso anno ha istituito una Cabina di regia che coinvolge tutti i principali attori di settore, oltre ad aver finanziato progetti per combattere il bullismo e il cyber bullismo, che devono diventare sempre più parte di una strategia complessiva sul nostro territorio. Dobbiamo fare rete e mettere a regime percorsi educativi nelle scuole come politica di sistema per garantire un futuro di benessere ai nostri giovani. Progetti come questo sono indispensabili soprattutto ora che, a causa della pandemia, l’esposizione al mondo della rete e dei social è cresciuta in forma esponenziale”.
La certificazione UNI/PrD 42:2018, che viene rilasciata dal CSQA ente nazionale accreditato, è una novità assoluta nel panorama italiano e internazionale. Serve per aiutare le scuole a dotarsi di un sistema procedurale di intervento professionale qualora si registrassero episodi di bullismo o cyber bullismo. La certificazione rappresenta un insieme di “azioni” che la scuola pone in essere: un piano di formazione per docenti, personale ATA (amministrativo-tecnico-ausiliario), studenti e genitori; precise procedure per affrontare eventuali fenomeni riconducibili al bullismo che vanno dal processo di segnalazione, la sua presa in carico, la gestione della problematica emersa e le misure messe in campo per la sua risoluzione.
Il dirigente scolastico dell’Istituto Istruzione Superiore Don Milani di Rovereto, Paolo Chincarini, spiega: “I minori utilizzano fin dalla scuola primaria le nuove tecnologie – app, social, web – in modo sempre più precoce e meno controllato dai genitori. Dalla scuola primaria alla secondaria questo utilizzo diventa sempre più frequente con effetti collaterali pericolosi per la salute degli studenti: dipendenza, aggressività, problematiche socio-psicologiche. La nostra scuola ha deciso d’investire in questa certificazione poiché crediamo che il benessere degli studenti sia il principale valore da perseguire in ambito scolastico in quanto rappresenta la base per creare un ambiente d’apprendimento sicuro e stimolante per tutta la comunità educante della nostra scuola”.
“Per noi la certificazione, che abbiamo conseguito pochi mesi fa – ha commentato Paola Pasqualin, dirigente Scolastico Istituto comprensivo Tn 6 – è stata occasione per fare una fotografia dell’istituto rispetto a quello che si riusciva a mettere in campo, rilevando i punti di forza e di criticità. La certificazione per noi è stata un’esperienza molto formativa che farà d’ora in poi parte del tessuto scolastico. Credo nell’azione quotidiana del contesto collettivo e di tutti i soggetti che gravitano nella scuola più che nella figura del “referente antibullismo”. Credo nelle responsabilità che ogni docente deve assumersi ogni giorno. Siamo arrivati alla certificazione senza un referente ma con una Commissione che in modo trasversale ha lavorato assieme al Consiglio di classe”.
Perché in una storia di bullismo non c’è mai un vincitore e nemmeno un vinto, ma c’è uno debole e uno ancor più debole e un contesto che non riesce a lavorare in modo significativo su questi soggetti.
“L’intento della scuola e della certificazione, è quello di contenere le possibilità che si verifichino casi di bullismo, agendo soprattutto tramite la prevenzione: caposaldo di qualsiasi approccio”, commenta la professoressa Monica Conzatti, referente del progetto del Don Milani. L’adozione della prassi di riferimento è infatti importante per individuare i rischi ai quali i minori sono esposti ed assicurare una gestione operativa in grado di eliminarli o ridurli, con l’obiettivo ultimo di intercettare e vigilare soprattutto in quelle zone d’ombra, come i bagni, gli spogliatoi o lo stesso internet. Il regolamento posto così in essere risulta comprensivo di una serie di strumenti utili alla lotta al bullismo fisico e virtuale, come il piano della formazione destinata a insegnanti, studenti e genitori; la scheda di segnalazione attraverso la quale i ragazzi possono denunciare l’evento in forma anonima e l’istituzione di una commissione antibullismo, composta da studenti, genitori, docenti così come da rappresentanti legali, psicologi e animatori digitali, chiamata a decidere le linee d’azione”.
E Roberto Ceccato del Dipartimento istruzione della Provincia ha infine ribadito: “La certificazione ‘Scuole bulli free’ è uno degli strumenti che è stato messo a disposizione dell’autonomia gestionale delle scuole trentine affinché esse trovino risposte alle loro criticità. Ringrazio le scuole, i dirigenti scolastici, l’Agenzia per la famiglia e i ragazzi che stanno guardando con serietà e impegno a questo tentativo di noi educatori di parlare con loro. Un dialogo necessario e non scontato e utile soprattutto in questo momento in cui la relazione è ridotta. La rete è una opportunità per i giovani ma deve essere usata con competenza tecnologica ma anche e soprattutto con responsabilità collettiva e consapevolezza culturale”.