Automazione, la veneta Piovan acquisisce il 100% dell’americana Ipeg

La Borsa ha reagito con decisione nel giorno della notizia dell’acquisto (il 13 dicembre) del 100% di Sewickley Capital, proprietaria della totalità dell’americana Ipeg, società del Delaware, da parte della veneta Piovan, azienda che produce sistemi di automazione per il trasporto e trattamento dalla materia prima al prodotto finito in diversi ambiti, dall’alimentare al biomedicale, dal packaging all’automotive, e che si è specializzata negli ultimi anni nei sistemi per fare sì che, partendo dalla plastica riciclata, il prodotto ottenuto sia di qualità analoga a quello ottenuto da plastica vergine, privo di impurità e inquinanti, nel segno di una economia circolare sempre più efficiente.

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Il titolo del gruppo, dopo una sospensione per eccesso di rialzo, ha terminato la seduta di Borsa in rialzo del 29,4% a 11 euro. La fusione per incorporazione secondo le previsioni sarà completata entro il primo trimestre 2022, e prevede un pagamento iniziale di circa 125 milioni di dollari e un eventuale earn-out fino a un massimo di circa 22 milioni.

L’operazione Ipeg – società del Delaware attiva nell’automazione industriale per il trasporto e il trattamento di polimeri e nella produzione di refrigeratori industriali, con attività e filiali negli Stati Uniti, India, Messico, Germania, Cina, Taiwan e Singapore – apre anche a una serie di scambi tecnologici: «L’acquisizione del leader americano e l’unione tra due delle più grandi aziende al mondo nel settore dell’automazione industriale per la trasformazione di polimeri vergini, riciclati e bioresine, ci permetterà di sfruttare il nuovo potenziale su scala globale» – afferma Filippo Zuppichin, amministratore delegato Piovan Group. «Consentirà inoltre al Gruppo Piovan di avere accesso ad una capillare base clienti nel Nord America, con la possibilità di seguire gli investimenti delle principali multinazionali americane nel mondo. Inoltre, permetterà una più rapida introduzione nel mercato americano delle tecnologie proprietarie, particolarmente nell’ambito dell’economia circolare».

Con l’acquisizione nasce un leader globale, con un fatturato di quasi mezzo miliardo di euro. Il Gruppo Piovan – base a Santa Maria di Sala, Venezia – ha più di 85 anni di esperienza, un fatturato di circa 282 milioni di euro negli ultimi 12 mesi, 1.148 dipendenti in nove stabilimenti produttivi e 33 filiali/uffici di assistenza e vendita. Negli ultimi anni ha vinto numerosi riconoscimenti legati alle economie circolari per il riciclo e riutilizzo della plastica e per la produzione di plastiche compostabili in maniera naturale. Da ottobre 2018 Piovan è quotata in Borsa Italiana nel segmento Star.

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L’accordo con Ipeg, prevede l’acquisto da parte di Piovan del 100% del capitale sociale di Ipeg, gruppo industriale americano, composto dai quattro brand Conair, Thermalcare, Pelletron e Republic Machine. Il gruppo combinato così composto avrà un organico di oltre 1.800 dipendenti e opererà con 14 stabilimenti nel mondo, ed avrebbe generato (a fusione già realizzata sulla base dei risultati relativi ai dodici mesi chiusi al 30 settembre 2021) un fatturato aggregato di oltre 450 milioni di euro. «Siamo particolarmente soddisfatti e orgogliosi di unire le nostre competenze con quelle del Gruppo Ipeg dando vita al leader globale nell’automazione industriale nel settore plastico. Con due anni di anticipo rispetto al piano industriale raddoppiamo le nostre dimensioni dall’anno della quotazione e ci prepariamo con fiducia ad affrontare le sfide future e cogliere eventuali ulteriori opportunità di aggregazione che si dovessero presentare» afferma Nicola Piovan, presidente esecutivo di Piovan Group. Le nuove dimensioni consentiranno un ulteriore crescita nell’ambito dell’economia circolare e degli investimenti nella digitalizzazione 4.0.

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una foto storica

Piovan ha una storia alle spalle: nasce nel 1934 a Padova come la Costante Piovan & Figli, un’officina meccanica che prende il nome dal suo fondatore. Negli anni 50 inizia la svolta industriale, negli anni 60 inizia l’era della plastica. Curiosamente Santa Maria di Sala è così al centro dei progetti di espansione di una impresa, mentre ospita la crisi di un’altra realtà storica, la Speedline.