SCARPA, azienda italiana – con base ad Asolo, Tv – leader nella produzione di calzature da montagna e per le attività outdoor, vara un piano di investimenti da 12 milioni di euro destinati allo sviluppo del business, con un particolare focus su sostenibilità, internazionalizzazione e innovazione.
Il settore è uno di quelli che vanno bene nonostante, o forse anche a causa, dell’effetto pandemia. Del resto camminata e corsa sono restate le uniche alternative anche per chi non ha potuto sciare o fare altri sport, fin dallo scorso inverno. «E noi copriamo ogni esigenza, dalla passeggiata all’arrampicata a 8mila metri. Abbastanza da chiudere un anno particolare come il 2020 con un fatturato in leggera crescita», ha detto Sandro Parisotto, presidente (in foto).
Per quanto riguarda gli investimenti sulla sostenibilità, uno dei punti cardine attorno al quale ruota da sempre l’attività di SCARPA, il piano varato dall’azienda prevede una serie di interventi che consentiranno di raggiungere alcuni target ESG (Environmental, Social and Governance). Tra questi, il rinnovamento e l’ampliamento degli impianti fotovoltaici installati nella sede di Asolo, che attualmente già consentono un risparmio di circa 320 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno, e l’acquisto di Garanzie d’Origine da fonti rinnovabili certificate per una quota pari al 100% dell’energia elettrica utilizzata in Italia.
Sono previsti inoltre investimenti in nuovi macchinari che consentiranno di abbattere il consumo di energia e di migliorare l’efficienza energetica in ambito produttivo. Tali attività si collocano all’interno di una strategia che pone sempre di più la sostenibilità al centro del modello di business del brand di Asolo: i valori in cui l’azienda crede, all’inizio del 2021 sono stati ribaditi nel Green Manifesto, un impegno programmatico che enuncia i principi sostenibili e li concretizza in nuove iniziative, con l’obiettivo di allineare l’attività di SCARPA ai migliori standard internazionali.
L’operazione è finalizzata anche al rafforzamento del piano di internazionalizzazione avviato da SCARPA. Sono previsti infatti interventi significativi mirati all’ammodernamento degli stabilimenti produttivi situati in Italia, Serbia e Romania e l’acquisto di nuovi macchinari, nell’ottica di una sempre maggiore attenzione all’impatto ambientale e una crescente sensibilità per il benessere dei dipendenti e la vivibilità dei luoghi di lavoro.
Gli stabilimenti in Serbia e Romania, acquisiti nel 2017, producono quasi esclusivamente semilavorati e sono controllati al 100% da SCARPA: in questo modo – fa sapere l’azienda – lo standard qualitativo è in linea con quello della sede di Asolo. SCARPA produce circa il 90% dei prodotti in fabbriche di diretto controllo, e in grandissima parte in Europa: ciò permette un monitoraggio mirato e puntuale sulle pratiche sociali e ambientali adottate, con particolare attenzione anche alla salute e alla sicurezza dei lavoratori.
Una quota degli investimenti verrà poi destinata alla voce innovazione. Il focus su ricerca e sviluppo è da sempre uno dei punti distintivi di SCARPA: ogni anno l’azienda investe su questo fronte circa il 5% del fatturato e deposita quattro domande di brevetto europeo. Un impegno – spiegano in azienda – che si traduce in una continua sperimentazione di materiali totalmente riciclabili ed ecologici senza intaccare performance e durabilità dei prodotti, confermandosi in questo modo una delle aziende più all’avanguardia al mondo nel settore delle calzature da montagna e outdoor. Particolare attenzione verrà data anche allo sviluppo dell’industria 4.0, attraverso un ammodernamento delle infrastrutture IT che permetterà di potenziare la digitalizzazione dei processi produttivi.
“L’industria dell’outdoor vive un momento di grande espansione e pensiamo che questo trend possa proseguire anche nei prossimi anni – sottolinea il presidente di SCARPA Sandro Parisotto. Questo rinnovato interesse a livello mondiale per le attività all’aria aperta ci dà grande fiducia e ci spinge a proseguire la nostra politica fortemente orientata all’innovazione e alla sostenibilità. Con il nuovo piano di investimenti intendiamo porre le basi per guardare al futuro e delineare gli obiettivi di crescita per i prossimi anni, puntando ad aumentare la produttività e creare nuovi modelli di business virtuosi. Valori come eccellenza e qualità hanno reso SCARPA una realtà internazionale, ma allo stesso tempo profondamente legata alle sue origini e al territorio. Partendo da qui, proseguiamo il nostro percorso investendo in modo significativo per essere sempre più innovativi e green, abbracciando un’idea di sostenibilità che si traduce in responsabilità nei confronti dei dipendenti, del territorio, dei consumatori. La scelta di destinare nuove risorse proprio in questa direzione è un ulteriore passo in avanti verso i nostri obiettivi”.
Il piano di investimenti varato da SCARPA è stato supportato da un finanziamento di 12 milioni di euro erogato da UniCredit, con intervento di garanzia parziale di SACE, nell’ambito di “Finanziamento futuro sostenibile”: attraverso tale intervento la banca ha riconosciuto all’azienda una riduzione del tasso rispetto alle condizioni offerte previste per queste operazioni, collegandola al raggiungimento di almeno due obiettivi di miglioramento in ambito ESG. Commenta Luisella Altare, Regional Manager Nord Est di UniCredit: “I temi ESG saranno nel futuro prossimo sempre più un elemento discriminante di successo nella competizione tra aziende. Sostenere le numerose realtà imprenditoriali lungimiranti di questo territorio come Scarpa a cogliere nuove opportunità è il nostro obiettivo, con il fine ultimo di favorire una transizione equa e inclusiva per l’intero sistema economico e produttivo nazionale “.
L’azienda
SCARPA è un’azienda specializzata nella produzione di calzature outdoor per alpinismo, arrampicata, trail running, trekking, hiking, urban outdoor, sci alpinismo, telemark. Fondata nel 1938 ad Asolo, nel trevigiano, come Società Calzaturieri Asolani Riuniti Pedemontana Anonima (da cui l’acronimo S.C.A.R.P.A.). Oggi SCARPA ha sedi in Germania, negli Usa e in Cina e stabilimenti in Romania e Serbia, pur mantenendo il 60% della produzione in Italia, nel cuore del distretto calzaturiero veneto.