Brutta annata per l’export di fiori dal Veneto (e la Dipladenia si fa gialla)

Nel primo semestre di quest’anno (ultimi dati disponibili) le esportazioni floricole venete sono diminuite del -8,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Invariato il numero delle imprese attive (1.417); in leggera ripresa la superficie dedicata (+1,1%). Le difficoltà di mercato sono dovute senz’altro alla crisi legata al Covid, ma soprattutto al gap competitivo che mette in sofferenza le aziende, si legge nell’analisi del comparto fatta nell’ultimo Report di Veneto Agricoltura.

Dunque un altro anno difficile per il comparto florovivaistico veneto. Il Report analizza le performance raggiunte nel primo semestre 2021 dal comparto regionale, con uno sguardo anche a quello nazionale. Numeri alla mano, risulta che alcuni segnali di ripresa non mancano, ma il confronto con il primo semestre del 2020 appare falsato visto che l’Italia (e non solo) in quel periodo era “chiusa” nel lockdown della pandemia.

Il report completo è visibile a questo link.

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Partendo proprio dal comparto nazionale, in Italia le esportazioni floricole nei primi sei mesi del 2021 hanno superato i 310 milioni di euro (+29,8% rispetto allo stesso periodo del 2020). Quasi tutte le regioni italiane presentano un incremento dell’export, a cominciare dalla Toscana (+39,7%, 144,6 mln/euro), Liguria (+51,9%, 31,7 mln/euro), Sicilia (+25,7%, 27,4 mln/euro) ed Emilia-Romagna (+16,1%, 31,5 mln/euro). Solo poche regioni presentano una diminuzione delle esportazioni e tra queste si segnalano il Trentino-Alto Adige (-2,9%, 11,5 mln/euro) e purtroppo il Veneto, il cui export scende a 11,5 mln/euro, pari ad una flessione del -8,7%.

Il Report evidenzia che le difficoltà di mercato del comparto florovivaistico veneto sono dovute principalmente ad un forte gap competitivo con i principali competitor nazionali, che le aziende purtroppo faticano a colmare. Un aspetto questo che nel periodo della pandemia si è ulteriormente accentuato. Prendendo in esame l’intero 2020, l’andamento del commercio con l’estero delle piante vive a livello regionale, tipologia produttiva prevalente in Veneto, ha registrato un deficit negativo di 29,9 mln/euro (+26,8% rispetto al 2019), dopo anni in cui l’andamento era stato in miglioramento. Il risultato è dovuto al deciso aumento delle importazioni, salite a 58,5 mln/euro (+13,9%), a fronte in un incremento più contenuto delle esportazioni (28,6 mln/euro, +2,9%), in controtendenza però con l’andamento nazionale, che ha registrato un leggero calo dell’export (682,5 mln/euro).

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Nonostante il 2020 sia stato per il settore florovivaistico veneto un anno horribilis, il numero di aziende attive è rimasto invariato a 1.417 unità con una superficie in leggera ripresa pari a 2.490 ettari (+1,1%): l’incremento riguarda in maniera particolare le superfici in piena aria, che risalgono a 1.830 ettari (+1%). In crescita le quantità prodotte: la produzione complessiva regionale viene stimata a poco meno di 1,9 miliardi di pezzi (+18,3% rispetto al 2019), caratterizzata in maniera preponderante da materiale vivaistico (1,5 miliardi di pezzi, +12,1%), che costituisce una quota dell’78% della produzione florovivaistica regionale, mentre il rimanente 22% è costituito da piante finite (circa 410 milioni di pezzi).

Il risultato è fortemente influenzato dal comparto del vivaismo orticolo, la cui produzione è costituita da piccole piantine ed è aumentata a 1,57 miliardi di unità (+22,6%): in crescita sia la produzione di materiale vivaistico (1,25 miliardi di piantine, +14,6%), che la produzione di piantine finite (317 milioni, +69,4%) destinata al consumo hobbistico. Tra gli altri comparti si registra un netto calo della produzione del vivaismo frutticolo (16,3 milioni di piante, -21%) mentre è in ulteriore crescita la produzione del vivaismo viticolo (12,4 milioni di piante, +2%) e in leggera ripresa quella di piante ornamentali (288 milioni di unità,+2,1%).

La pianta più amata

Una curiosità; c’è una pianta che ha sostituito sui nostri balconi specie diffise come geranei e petunie.

Nel Veneto, il 2021 floricolo sarà ricordato come l’”anno della Dipladenia”, una specie richiestissima dal mercato che, proprio per questo motivo, sta dando agli operatori del comparto grandi soddisfazioni. Del “fenomeno” Dipladenia se ne sono accorti da tempo anche i tecnici del Centro Sperimentale per l’Ortofloricoltura “Po di Tramontana” di Veneto Agricoltura, con sede a Rosolina (Ro), dove ormai da tre anni viene svolta un’attenta attività sperimentale che interessa, tra le altre specie, anche questa pianta originaria del Sud America.

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Quella riguardante la Dipladenia è una sperimentazione varietale concordata con le Associazioni di produttori venete – Florveneto e Associazione Florovivaisti Veneti – che  vedono in questa specie quella che ad oggi offre le maggiori opportunità di vendita, sia in termini di numero di piante vendute che di margini di guadagno ottenibili.

Al Centro “Po di Tramontana”, storico punto di riferimento per gli operatori del comparto non solo del Veneto, la tipologia di coltivazione individuata prevedeva un invaso piuttosto tardivo, a metà marzo, per l’ottenimento di un prodotto per la vendita di fine stagione. In questo modo si contengono i costi di produzione e non si entra in competizione col materiale che arriva, a prezzi molto competitivi, dal centro-sud Italia a inizio primavera.

Quest’anno sono state messe in comparazione circa un centinaio di varietà, di tutti i principali ibridatori, comprese novità commerciali e varietà in test. La coltivazione, come da accordi con le Associazioni, è stata condotta col minimo impiego di interventi, sia manuali che di trattamenti. Inoltre, per quanto riguarda la difesa dai fitofagi, è stata applicata la lotta integrata.

A fine coltura su tutte le cultivar sono stati effettuati rilievi fotografici, misurazioni e valutazioni visive per ottenere una visione il più possibile completa delle loro caratteristiche. Successivamente sono stati effettuati dei test per valutare la performance delle piante di Dipladenia anche in fioriera comprendenti rilievi fotografici, valutazioni sulla vigoria, portamento, quantità di fiori prodotti, resistenza al sole, ecc.

“Al termine dell’attività sperimentale 2021 – sottolinea Franco Tosini, responsabile del Centro “Po di Tramontana” – possiamo confermare, come già era stato osservato nei due anni precedenti, che il lavoro degli ibridatori sta portando a risultati importanti sia per quanto riguarda le caratteristiche vegetative della Dipladenia, e ancor più per gli aspetti legati alla fioritura. Molte delle nuove introduzioni, infatti, sono caratterizzate da abbondanza di fioritura e ottime caratteristiche estetiche dei fiori stessi, sia per la dimensione che per la resistenza al sole”. “Degna di segnalazione – conclude Tosini – è la presenza di nuove varietà con colorazioni non consuete per questa pianta, come per esempio il giallo. È infatti importante che l’assortimento di colori disponibili venga ampliato rispetto a quelli finora presenti, tutti nei toni del rosso, rosa e bianco”.

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