Salvataggi ACC e Ideal Standard, protagoniste le imprese del territorio

Lo dice chiaramente Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti: “Su Acc e Ideal Standard il mondo dell’impresa sta facendo la differenza, dimostrando – ancora una volta – attaccamento al territorio, lungimiranza e capacità di innovazione. Se un futuro ora è possibile, è perché le imprese non si sono voltate dall’altra parte, assumendosi le loro responsabilità. Questo sforzo va sostenuto dalle Istituzioni di tutti i livelli senza se e senza ma. A ciascuno il suo”.

Gli sviluppi positivi riguardano le due fabbriche di Borgo Valbelluna: da un lato, il via libera del Mise all’offerta vincolante d’acquisto del gruppo Lu.Ve relativa ad Acc, dall’altro, la disponibilità di una cordata veneta di imprese – composta da Banca Finint, Delfin, Luigi Rossi Luciani e gruppo Pro-Gest – a rilevare Ideal Standard.

“Parliamo di soluzioni di mercato prospettate da aziende che lavorano sul territorio e che si sono sempre distinte per spirito di innovazione, ricerca continua, modelli organizzativi all’avanguardia, investimenti sulle risorse umane. Siamo sulla strada giusta per garantire a due realtà simbolo del nostro manifatturiero un futuro di sostenibilità economica e occupazionale. Le nubi si stanno diradando ma serve che si navighi tutti nella stessa direzione sostenendo questi imprenditori responsabili. È da mesi che come Associazione degli Industriali stiamo seguendo con il massimo riserbo l’evoluzione di queste due crisi, dialogando con tutte le parti coinvolte: continueremo a farlo anche nelle prossime settimane, lavorando per il buon fine delle trattative”, rivela Berton.

“Una cosa però deve essere chiara: se finora le risposte sono arrivate dal mondo dell’impresa, adesso è la politica che deve fare la sua parte, creando – su questo territorio – le condizioni utili per creare quell’ecosistema dell’innovazione che serve alle aziende per rimanere e competere. Troppi impegni sono stati disattesi: per questo bisogna accelerare sulle infrastrutture – materiali e immateriali –  e su un piano per favorire la residenzialità e gli alloggi. Bisogna poi arrivare quanto prima all’approvazione della Legge quadro sulla montagna, che prevede agevolazioni ad hoc per chi investe nelle terre alte. Mi appello a tutti, Governo innanzitutto, in particolare al Ministro Federico D’Incà che finora ha dimostrato grande sensibilità e pragmatismo nell’affrontare questi nodi delicatissimi; anche per questo mi sento di ringraziarlo per il suo lavoro”.

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(foto: manifestazione per il lavoro a Borgo Valbelluna, comune nato dalla fusione di Mel, Trichiana e Lentiai)

La cordata Ideal Standard

La comunicazione è datata 11 febbraio: “Banca Finint, banca d’affari profondamente radicata in Veneto e con una solida expertise nelle operazioni di finanzia straordinaria e M&A, ha riunito alcuni esponenti di altissimo standing dell’industria manifatturiera italiana per rilevare lo stabilimento italiano di Ideal Standard e il marchio Ceramica Dolomite”, si legge in una nota.

Il progetto di reindustrializzazione del sito di Trichiana in provincia di Belluno elaborato da Banca Finint si pone il triplice obiettivo di preservare sia la sede, sia la governance dell’azienda in Veneto, mantenere lo stabilimento produttivo salvaguardando al massimo l’occupazione e tutelare la presenza sul territorio di una realtà produttiva e manifatturiera rilevante. L’operazione intende inoltre rilanciare lo storico brand Ceramica Dolomite sul mercato, puntando a farne nuovamente una bandiera del made in Italy, e sviluppare una “nuova azienda” che integrerà l’attività produttiva con le caratteristiche attività amministrative e commerciali, apportando ulteriori benefici per il tessuto imprenditoriale regionale e bellunese.

Il progetto attentamente studiato, presentato da Banca Finint, prevede la partecipazione a titolo di equity di Banca Finint stessa, di un pool di imprenditori di altissimo profilo – Leonardo Del Vecchio, con la holding di famiglia Delfin, Luigi Rossi Luciani, con la holding Luigi Rossi Luciani Sapa e Bruno Zago, tramite un suo veicolo di partecipazioni azionarie – e di un partner istituzionale come Invitalia che interverrà attraverso il Fondo di Salvaguardia dei livelli occupazionali art.43 DL 34/2020 operativo da marzo 2021.

Nell’orizzonte temporale del piano non si prevede il ricorso al debito. Dal punto di vista operativo, la proposta è stata presentata il 15 gennaio scorso, integrata in data 9 febbraio, ed è stata selezionata dagli stakeholder istituzionali, nonché dalle rappresentanze sindacali, riuniti nel tavolo di confronto. Il progetto verrà ulteriormente affinato nel corso delle prossime tre settimane, al termine delle quali – salvo elementi ostativi – è previsto il perfezionamento del contratto.

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La prospettiva ACC

E pochi giorni fa il Mise ha autorizzato l’offerta vincolante di LU.VE per l’ACC di Belluno. «Si tratta – si legge in una nota del ministero- di un passaggio importante che va nella direzione del salvataggio del tessuto produttivo».

Lo scorso 1. febbraio LU-VE Group, tra i primi operatori al mondo nel settore degli scambiatori di calore ad aria, quotato su Euronext Milan, aveva comunicato di aver presentato una proposta vincolante per l’acquisto di un ramo d’azienda di Italia Wanbao ACC (WACC), situato a Mel (Belluno), attualmente in amministrazione straordinaria.

La proposta prevede la completa riconversione industriale delle attività, al fine di ampliare la produzione di scambiatori di calore statici per banchi frigoriferi, condizionamento d’aria, chiller e pompe di calore, già realizzati da LU-VE Group nella fabbrica di Limana (Belluno), sede della società controllata SEST S.p.A, oltre che in altri stabilimenti del Gruppo. La proposta è vincolante, seppur condizionata al raggiungimento di accordi con tutte le parti interessate e, ove accettata, prevede nell’arco di tre anni l’assorbimento di una parte degli attuali lavoratori di WACC e investimenti complessivi nel sito per circa 6 milioni.

A fronte di risultati 2021 record, con un fatturato prodotti in crescita del 23,1% a 483,1 milioni di euro e un portafoglio ordini a 180,2 milioni, più che raddoppiato rispetto allo scorso anno, LU-VE Group accelera i propri piani di espansione. Con questa operazione, la società punta ad ampliare la propria base produttiva, rendendo l’attività dello stabilimento di Mel conforme e coerente con il core business del Gruppo, installandovi linee di produzione di scambiatori di calore. Inoltre, la vicinanza dei siti produttivi di Mel e di Limana permetterebbe a LU-VE Group di ottimizzare la gestione della logistica dei due stabilimenti, con la possibilità di creare un centro logistico unico, che affiancherà i poli produttivi già esistenti in Repubblica Ceca, Polonia, Russia, India e USA.