Quanti sono e dove lavorano i cittadini ucraini già in Veneto

Mentre l’attacco all’Ucraina sta già provocando una ondata di persone in fuga, Veneto Lavoro ha fatto un quadro completo di quanti cittadini e cittadine ucraine già lavorano in Veneto e potranno, magari, essere un punto di riferimento.

Sono 11.700 i lavoratori di cittadinanza ucraina presenti in Veneto su un totale di 16.800 cittadini residenti. Nella metà dei casi si tratta di donne impiegate nel lavoro domestico, ma aumenta anche il numero di occupati in altri settori.

È quanto emerge dall’approfondimento dell’Osservatorio regionale immigrazione, gestito da Veneto Lavoro, sulla presenza dei cittadini ucraini in regione.

Quella degli ucraini in Veneto è una presenza di lungo corso, costituita per l’80% da donne e che nel corso degli anni si è intensificata soprattutto per la crescente domanda di lavoro domestico ed assistenza da parte delle famiglie italiane. I nuovi ingressi sono tuttavia progressivamente diminuiti, riducendosi a poche centinaia l’anno, e sono riconducibili ormai quasi esclusivamente al canale dei ricongiungimenti familiari. Il Veneto rappresenta comunque una delle prime regioni italiane per numero di ingressi di cittadini ucraini, dopo Lombardia, Campania, Lazio ed Emilia Romagna.

Sul mercato del lavoro regionale prevalgono i lavoratori domestici, nella quasi totalità donne, che ammontano a poco più di 6 mila tra badanti (77%) e colf (23%). In ambito di lavoro dipendente, il settore di riferimento per i cittadini ucraini risulta il terziario, soprattutto turismo, ingrosso e logistica e attività di pulizia, ma complice la crescita della componente maschile aumenta anche il peso del settore industriale e di quello agricolo. Si contano inoltre oltre 330 lavoratori autonomi. Sarebbe quindi fuorviante ricondurre la presenza della comunità ucraina esclusivamente al lavoro domestico.

Le maggiori concentrazioni di occupati ucraini si registrano nelle province di Venezia (27%) e Treviso (22%), seguite da Vicenza (13%), Padova (13%), Verona (11%), Belluno (9%) e Rovigo (5%).

Negli ultimi tre anni le assunzioni si sono attestate tra le 3 e le 4mila, con l’emergenza sanitaria che ha portato molte famiglie a regolarizzare la posizione delle lavoratrici domestiche alle loro dipendenze, favorendo così l’emersione di rapporti di lavoro irregolare. Nella maggior parte dei casi si tratta di rapporti di lavoro a tempo determinato, spesso a carattere stagionale.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il report statistico “La presenza di cittadini ucraini in Veneto”, pubblicato sul sito www.venetoimmigrazione.it.

Un quadro specifico del lavoro domestico lo hanno fatto le associazioni di categoria: l’immigrazione dall’Ucraina di è rivelata in buona parte composta da una forte componente femminile che ha evidenziato un aspetto: sono state le donne ad arrivare in Italia per lavorare.

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