Il tempo per indossare e togliere la divisa è lavoro: accordo all’Ulss 1

E’ stato firmato l’accordo per il riconoscimento degli arretrati dei tempi di vestizione e svestizione per tutti i lavoratori del comparto della ULSS 1 Dolomiti. Una battaglia portata avanti dalla Cisl FP e cominciata a seguito del rinnovo del CCNL 2016/2018, quando nel marzo 2019 il tempo che infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari della Ulss 1 Dolomiti impiegano per indossare e togliere la divisa da lavoro è entrato a tutti gli effetti a far parte dell’orario di lavoro dell’ULSS 1 Dolomiti.

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“In quel momento – spiega il Segretario generale della Cisl FP Belluno Treviso Mario De Boni, intervenuto oggi in conferenza stampa a Belluno assieme ai colleghi Fabio Zuglian, Ettore Zingales e Gino Comacchio – abbiamo ritenuto corretto che l’Azienda riconoscesse retroattivamente questo diritto, viste anche le numerose sentenze di Cassazione che in Italia sostenevano le nostre ragioni”.

Consapevoli che nessuna azienda avrebbe mai potuto riconoscere retroattivamente il tempo impiegato per il cambio divisa, in quanto mancante degli elementi per giustificare tale spesa, la Cisl FP ha promosso un’azione forte a cui hanno aderito circa 300 iscritti. Di questi, 19 si sono esposti in prima persona con una causa-pilota presso il tribunale di Belluno. La causa, dopo vari rinvii legati alla pandemia, ha avuto i suoi esiti, permettendo la sottoscrizione di due accordi per un valore totale di 1 milione 180 mila euro.

Il primo accordo, quello per il quale la Cisl FP è maggiormente soddisfatta perché il risultato va al di là di ogni più rosea previsione, coinvolge circa 2.000 dipendenti, ai quali è stato riconosciuto un anno di retroattività del tempo di vestizione/svestizione per un totale di 760 mila euro pari a 50 mila ore. La media è di 385 euro per lavoratore. Sarà facoltà dei dipendenti decidere se recuperare le ore nell’arco di 2 anni, o farsele monetizzare; in questo caso il dipendente verrà liquidato entro il mese di novembre 2022.

L’altro accordo riguarda i circa 300 dipendenti che avevano aderito all’iniziativa della Cisl FP, diffidando l’azienda. Per loro l’accordo ha un valore di 420mila euro pari a 27.500 ore e prevede il riconoscimento di 4 anni di retroattività. Si tratta di 1.500 euro in media a testa recuperati. Valgono le possibilità di recupero o monetizzazione anche per questi dipendenti. In questo caso il pagamento avverrà con la mensilità di giugno 2022.

“Voglio ringraziare quanti hanno creduto nella CISL FP – afferma De Boni – in primis il gruppo dei 19 ricorrenti, poi tutti gli altri iscritti, che hanno aderito alla forte azione messa in campo, perché è solo grazie a loro che siamo riusciti ad arrivare a questo risultato: questa è la dimostrazione che l’unione fa la forza. Crediamo inoltre che questa sia un’opportunità legittima dell’Azienda per riconoscere l’importanza che ha avuto, anche in termini di tempo, il cambio divisa durante la pandemia. L’accordo raggiunto conferma ancora una volta quanto importante sia per raggiungere risultati la contrattazione aziendale fatta con motivazione e competenza”.