Un protocollo per l’inserimento dei profughi ucraini nel lavoro

È stato sottoscritto nei giorni scorsi in Camera di Commercio di Pordenone – Udine da Prefettura, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, un accordo per permettere, in condizioni di piena garanzia legale contrattuale e retributiva, di far accedere a occasioni lavorative i profughi ucraini che volontariamente intendano accettare tali opportunità.

Il testo è stato predisposto da Confindustria Alto Adriatico assieme alla Prefettura, ferma restando la priorità data dalla necessità di reperire alloggi adeguati, assistenza alle madri e ulteriori misure di integrazione e la conseguente competenza istituzionale prevista dalla legge su tali ambiti.

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«L’emergenza data dall’afflusso nel territorio Pordenonese di profughi dall’Ucraina – ha detto il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti – impone una gestione il più possibile integrata tra le componenti sociali ed istituzionali di volta in volta coinvolte nella soluzione dei vari problemi connessi all’accoglienza umanitaria». Agrusti, ricordando la manifestazione unitariamente organizzata pochi giorni fa dalle associazioni di categoria a favore dei profughi, ha detto che «era necessario aggiungere azioni concrete legate al mondo del lavoro, quello che più conosciamo. Le abbiamo tradotte nel protocollo che si rivolge, per circostanze oggettive, alle donne, molte delle quali ospitate da parenti, persone che in questi anni hanno svolto nel nostro territorio un preziosissimo ruolo sia nelle aziende sia nelle famiglie. Una iniziativa, la nostra – ha aggiunto  – che ha in qualche modo la forma di un dovere di riconoscenza».

Agrusti ha aggiunto che molte delle sorti dell’Europa si decidono sul teatro di guerra ucraino: «Questa questione riguarda tutti e il mondo che conoscevamo fino a poche settimane fa non sarà più quello di prima».

Dal Prefetto, Domenico Lione, plauso a «un’idea importante che permetterà di integrare profughi nel territorio e nel tessuto imprenditoriale propiziata anche dai colloqui che ho svolto con i sindaci anche in relazione alla vocazione dei singoli territori». Unanime il plauso degli altri rappresentanti delle associazioni di categoria che hanno sottolineato, al di là dell’appropriatezza dell’iniziativa, la rapidità nella sua esecuzione. Dai sindacati un sì convinto perché, è stato detto, il protocollo si affaccia concretamente, anche, su una questione sociale che riguarderà sempre più Friuli Venezia Giulia e Nord Italia, vale a dire la necessità di costruire un quadro di regole tra quote di immigrazione e offerta di lavoro.

Il protocollo – sottoscritto dal Prefetto, dai presidenti delle associazioni di categoria – oltre ad Agrusti, Silvano Pascolo (Confartigianato Pordenone) Fabio Pillon (Ascom Confcommercio Pordenone), Matteo Zolin, (Coldiretti Pordenone), Luigi Piccoli (Confcooperative Pordenone) e dai segretari di Cgil, Cisl e Uil competenti per il territorio di Pordenone, Flavio Vallan, Cristiano Pizzo e Roberto Zaami – prevede che le Associazioni di Categoria richiedano, alle Imprese associate, se sussistano occasioni di lavoro da destinare ai profughi, attraverso la compilazione di appositi questionari.

La Prefettura offrirà la propria collaborazione per fornire alle associazioni i dati quantitativi relativi alla localizzazione presso le strutture abitative gestite direttamente o tramite la collaborazione dei Comuni del territorio, di profughi Ucraini in età lavorativa. Le associazioni contatteranno anche le realtà del volontariato che possano dare le stesse informazioni in merito ai profughi alloggiati in strutture private.

Attraverso l’intervento di mediatori culturali le proposte di lavoro verranno formulate agli interessati specificando tutte le informazioni utili sul contratto di lavoro l’orario e la retribuzione. Le associazioni di categoria, per favorire il percorso di occupabilità, si attiveranno per la predisposizione di corsi base di lingua dedicati ai lavoratori che per il tramite degli operatori di mediazione culturale, esprimeranno la volontà di essere rioccupati; tali corsi potranno essere finanziati ricorrendo ai progetti della Regione FVG già esistenti.

L’assunzione potrà essere a termine o in somministrazione a termine e verranno introdotte iniziative per agevolare l’apprendimento della lingua italiana anche per consentire alle persone di accedere al lavoro in condizioni di piena sicurezza. Associazioni di categoria, sindacati, realtà del volontariato del territorio interessate e Prefettura si incontreranno periodicamente per l’analisi degli esiti del progetto e per l’implemento dello stesso e l’adeguamento delle condizioni in relazione ai risultati ottenuti e al mutare delle esigenze connesse all’emergenza.