Giovani noccioli crescono in Polesine (e resistono al caldo)

Buona resistenza al caldo e poca esigenza di manodopera. Sono le caratteristiche del nocciolo, pianta che si sta facendo spazio in Polesine con impianti che stanno nascendo a macchia di leopardo in tutta la provincia di Rovigo.

nella foto giovani piante di nocciolo

La dimostrazione è la grande partecipazione riscossa dall’incontro tecnico e informativo dedicato alla coltivazione, promosso da Nocciolo Service in collaborazione con i Giovani di Confagricoltura Rovigo, La Goccia irrigazione e Dimensione Agricoltura nell’azienda di Raffaello Mantovani a Villanova del Ghebbo. Nocciolo Service è un gruppo di professionisti che si propone di promuovere e sviluppare la coltivazione del nocciolo in Italia e all’estero: fornisce servizi di assistenza tecnica, verifica fattibilità, progettazione impianti, fornitura piante di nocciolo certificate, realizzazione nuovi impianti e consulenza nella gestione e coltivazione del noccioleto. Una quarantina le aziende agricole presenti, oltre al direttore di Confagricoltura Rovigo, Massimo Chiarelli e al vicepresidente dei giovani di Confagricoltura Rovigo e Veneto, Francesco Longhi.

In Veneto attualmente sono coltivati 900 ettari di nocciolo. In Polesine parecchie aziende di seminativi e frutticole stanno piantando noccioli per differenziare le colture, da Badia Polesine a Ceregnano. I costi sono contenuti: 3.500-4.000 euro a ettaro, comprese la preparazione del terreno e la messa a dimora. L’impiego di manodopera è limitato, rispetto ad altre colture, in quanto molte operazioni sono meccanizzate.

Ha spiegato Gianluca Griseri, responsabile tecnico di Nocciolo Service: “In provincia di Rovigo molti agricoltori stanno partendo con piccoli terreni: due o tre ettari per vedere come va. Il frutto può dare parecchie soddisfazioni sia dal punto produttivo che commerciale, in quanto è sempre più richiesto da industrie dolciarie come Ferrero e Loacker. Per essere certi della qualità e redditività dell’impianto bisogna, però, affidarsi a un tecnico specializzato, che deve fornire piante certificate e verificare attentamente quali sono le caratteristiche del terreno, la piovosità, la direzione del vento e, non ultimo, la possibilità di irrigare. Con i cambiamenti climatici, che comporteranno estati sempre più calde e siccitose, occorre necessariamente predisporre un impianto di irrigazione, perché la pianta, anche se rustica e resistente, ha bisogno di acqua”.

Le varietà più pregiate e richieste dal mercato sono la Tonda Gentile Trilobata (ex Tonda Gentile delle Langhe), la Tonda di Giffoni, la Tonda Gentile Romana e Nocchione. Sottolinea Francesco Longhi, vicepresidente dei Giovani di Confagricoltura Rovigo: “Il nocciolo è una coltura in continua espansione un po’ in tutte le regioni italiane. Con le dovute accortezze e verifiche, potrebbe rappresentare anche per le aziende della provincia di Rovigo una valida alternativa produttiva, economica e pure occupazionale”.

Informazioni sul sito www.noccioloservice.com o al telefono 349 2226026.

Noccioleto sperimentale

Intanto ha compiuto un anno il noccioleto sperimentale dell’azienda pilota sperimentale  “Sasse Rami” di Veneto Agricoltura a Ceregnano (Ro). Con le fioriture, in marzo, sono arrivati anche i primi attesissimi dati che aiuteranno a capire se la coltura del nocciolo può essere una interessante alternativa per gli agricoltori polesani.

All’inizio di marzo sono iniziati i primi rilievi sulle fioriture delle piante. Le osservazioni e i rilievi devono fornire ai tecnici dell’Agenzia regionale preziosi dati per valutare l’adattabilità del nocciolo nell’area polesana, zona priva di storicità per quanto riguarda la corilicoltura, ovvero la coltura del nocciolo.

Obiettivo di questo progetto sperimentale è proprio quello di individuare le varietà più adeguate per il Polesine, la tipologia di piante più vantaggiosa (piante da pollone, da innesto, micropropagate) e le tecniche di coltivazione da utilizzare (forma di allevamento, potatura, controllo dei parassiti, ecc.).

Sotto il profilo tecnico, va ricordato che le varietà messe a dimora a Ceregnano sono la Tonda Giffoni, Tonda Romana, Tonda Francescana®, Tonda Gentile delle Langhe; mentre le varietà impollinatrici sono la Camponica e Nocchione. L’impollinazione nel nocciolo è quasi esclusivamente anemofila (polline trasportato dal vento) e pertanto l’elevata umidità nel periodo di fioritura, in questi areali, potrebbe costituire un problema. Per questo è importante precedere fin dal primo anno con i rilievi.

Dalle prime osservazioni effettuate dai tecnici di Veneto Agricoltura risulta che, tra le varietà impollinatrici, la Nocchione è quella che ha presentato almeno inizialmente il maggior numero di fiori maschili (amenti) ed è ben dotata di fiori femminili; la varietà Camponica, invece, ha presentato uno scarso numero di fiori maschili e una dotazione sufficiente di fiori femminili. La Tonda Giffoni sembra essere la più precoce, mentre la varietà Tonda Francescana® si colloca, per epoca di fioritura, poco prima della Tonda Romana, che pertanto risulta essere la più tardiva.

Discorso a parte merita la Tonda Gentile delle Langhe che sembra collocarsi tra la Tonda Francescana® e la Tonda Romana ma, in ogni parcella sperimentale, mostra essere in grande difficoltà, con piante disomogenee, fiori maschili spesso rinsecchiti, scarsi fiori femminili e alcune piante che addirittura non hanno attecchito e sono morte.

Va comunque ricordato che le piante del noccioleto sperimentale di Ceregnano sono molto giovani. L’impianto è stato costituito infatti tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo del 2020 e proprio per questo i primi dati rilevati dovranno essere verificati in futuro.