È un’estate a due facce quella degli operatori del turismo del Veneto. Da un lato c’è grande soddisfazione per la ripresa del movimento turistico, che porterà diverse località a raggiungere i volumi pre-pandemia del 2019. Ma dall’altro lato desta forte preoccupazione il considerevole aumento dei prezzi dell’energia: una voce di costo importante anche per il settore ricettivo e per la ristorazione, che rischia di mettere in pericolo il futuro di molte imprese.
Secondo le stime della Fondazione Think Tank Nord Est, infatti, i servizi di alloggio e ristorazione in Veneto, nel corso del 2022, potrebbero complessivamente arrivare a pagare oltre un miliardo di euro in più per le forniture di energia elettrica e gas. Se nel 2019 si stimava un costo complessivo inferiore ai 300 milioni di euro, a parità di consumi nel 2022 le bollette potrebbero crescere fino ad oltre 1,3 miliardi di euro: si tratterebbe di un aumento, rispetto al 2019, di quasi il 400%. La stima si basa su uno scenario che prevede la tenuta dei prezzi su valori molto elevati, in linea con la media del mese di agosto.
L’eccezionalità della situazione odierna risulta evidente dal confronto tra l’andamento del Prezzo Unico Nazionale (PUN) dell’Energia Elettrica negli ultimi due anni, rispetto a quanto successo dall’inizio degli anni Duemila. Infatti, nel 2004 il PUN medio annuo era di poco superiore ai 50 euro per megawattora, per poi salire fino a 87 euro nel 2008 e quindi scendere a meno di 40 euro nel 2020. La crescita vertiginosa si è registrata solamente nell’ultimo anno: il prezzo medio mensile ha oltrepassato per la prima volta la soglia dei 100 euro nel luglio 2021, per poi iniziare un’ascesa che lo sta portando a superare un valore medio di 500 euro in agosto. L’aumento del PUN, da agosto 2021 ad agosto 2022, è del 351%.
Anche il gas ha mostrato un trend analogo. Dopo alcuni anni di sostanziale stabilità, la crescita è iniziata durante la scorsa estate: il prezzo medio mensile del gas era ancora inferiore ai 20 euro per megawattora ad inizio 2021, mentre si sta definendo un prezzo medio per agosto intorno ai 220 euro. L’aumento, da agosto 2021 ad agosto 2022, è del 418%.
E purtroppo la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare in autunno, quando si teme una nuova impennata dei costi energetici, nel caso in cui la fornitura di gas proveniente dalla Russia dovesse diminuire.
“Il settore turistico rischia di dover chiudere in anticipo la stagione estiva a causa dei costi insostenibili dell’energia – dichiara Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est – perché sotto una certa soglia di riempimento delle strutture ricettive non conviene tenere aperto. Bisogna intervenire al più presto con un intervento strutturale di natura regolatoria, iniziando dal meccanismo con cui si forma il prezzo di borsa nel mercato elettrico. Cominciamo dal separare il mercato delle fonti fossili da quello delle rinnovabili: oggi infatti paghiamo l’energia eolica e fotovoltaica come se utilizzassimo il gas per produrla. Il disaccoppiamento dei due mercati è fondamentale per far scendere il prezzo. Il costo odierno dell’energia non è più sostenibile per il sistema Paese e pertanto il governo deve intervenire immediatamente alla radice del problema – auspica Ferrarelli – e non solamente erogando bonus. Aspettare l’insediamento del nuovo governo, dopo le elezioni, potrebbe essere troppo tardi per imprese e famiglie, che in ottobre rischiano di essere già in ginocchio”.
Il caro bollette a Jesolo
“Se non si interviene quanto prima, le imprese turistiche rischiano di essere messe in ginocchio”. E’ il grido d’allarme del presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori – Aja, Pierfrancesco Contarini, mentre le aziende stanno ricevendo le nuove bollette della luce, con una media degli aumenti dal 200% al 300%, quindi mediamente triplicato. “A fronte di una stagione straordinaria, stiamo ricevendo bollette a dir poco incredibili. I costi energetici sono aumentati del 300%, con picchi di aumento della spesa per acquisto materia prima (la componente più significativa dei costi in bolletta, sulla quale si deve intervenire con il credito d’imposta) che hanno superato, in certi casi, anche il 600% rispetto al medesimo periodo del 2021.
Va ricordato che non sono stati applicati rincari sui prezzi dei servizi (degli aumenti si è saputo solo dopo che i listini erano già stati pubblicati e promossi e raccolte già le prime prenotazioni), per cui i costi dovranno essere ammortizzati unicamente dalle imprese, che rischiano di essere messe in ginocchio se non si interviene concretamente”. Una vera e propria beffa dopo quella che può essere considerata, come presenze, la stagione della ripresa.
Le richieste che Aja presenterà ufficialmente alle istituzioni.
- Aumento del credito d’imposta.
E’ imprescindibile che si aumenti l’importo percentuale del credito d’imposta che viene riconosciuto alle imprese: il 15% della spesa della componente energetica (ovvero acquisto materia che, vedi sopra, è aumentata del 600%) corrisponde ad importi che sul totale delle bollette sono molto, ma molto bassi.
Un esempio. Su un totale bolletta (mese di luglio) da 30mila euro – a fronte di 10mila euro nel 2021 a parità di consumi – ritornano una cifra che si aggira intorno ai 2.500 euro. Basta questo per comprendere come il sistema non possa reggere. Alle aziende deve, quindi, essere riconosciuto un credito d’imposta pari alla differenza tra quanto speso nel 2021 e quanto speso nel 2022.
- Rientrare una quota dell’Iva
Pur assodato che intervenire sull’Iva non sia una strada che favorisca le aziende, non si può non far notare come sulle forniture di energia elettrica non sia stata prevista alcuna agevolazione sull’Iva (contrariamente alla fornitura di gas che è stata portata al 5%): è innegabile che lo Stato, in virtù dell’esplosione del costo dell’energia, stia ottenendo del extragettito per il Fisco (https://www.ilsole24ore.com/art/entrate-fiscali-caro-energia-fa-esplodere-l-iva-importazioni-599percento-AEHaBRkB). La richiesta di Aja è che una parte di questi introiti straordinari venga destinato alle imprese che rischiano di essere messe in ginocchio dagli aumenti delle bollette.
“Prendiamo di buon grado – continua il presidente Aja, Contarini – quanto previsto dal Decreto Semplificazioni, che elimina il vincolo de minimis (la disciplina degli aiuti di stato standard), consentendo alle imprese di beneficiare liberamente del contributo per il secondo trimestre 2022, rispondendo in questo modo ad una delle richieste che la nostra categoria aveva avanzato. Ci aspettiamo che analoga disciplina venga estesa anche per il resto dell’anno”.
Queste richieste verranno formalizzate a Federalberghi nazionale. “Questo sarà il primo punto di un dossier di proposte – conclude Contarini – che saranno inviate ai candidati del Veneto, alle prossime elezioni politiche e che saranno chiamati a trasformare le proposte in azioni concrete”.